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Paolo Spingardi, 1909

    Paolo Spingardi, 1909
    Paolo Spingardi, 1909
    « di 2 »

    Il Ministro della Guerra
    10 Dic. 09

    Caro Schanzer[1],

    Da tempo desideravo
    veder in funzione l’ufficio
    centrale di comunicazione
    dei telefoni di Roma, ed
    ho preso accordi col Diretto-
    re di esso per visitarlo que-
    st’oggi
    Faccio questa visita per
    semplice mia curiosità,
    come qualsiasi altra perso-
    na che sia mossa da desi-


    derio di vedere in azione
    il meraviglioso organismo[2].
    Credo doveroso dartene
    notizia, ma per sola tua
    informazione, mentre ti pre-
    go caldamente di non darti
    alcuna premura perché sia posto
    carattere più o meno solenne
    a questa mia visita, anzi perché
    non ne sia dato alcuno
    Cordiali saluti

    affe mo
    P Spingardi


    Note

    [1] Carlo Schanzer (Vienna, 18 dicembre 1865 – Roma, 23 ottobre 1953) è stato un politico italiano.
    Carriera professionale
    Avvocato, ufficiale della direzione generale di statistica, passò in seguito alla Biblioteca del Senato del Regno. Nel 1893 fu nominato referendario e divenne consigliere di Stato nel 1898. Dal 1901 fu direttore generale dell’amministrazione civile, e deputato al Parlamento dal 1900 al 1919.
    Carriera politica
    Chiamato al Governo, fu ministro delle poste e telegrafi dal 1906 al 1909; dal 1912 ricoprì la carica di presidente di sezione del Consiglio di Stato. Fu nominato Senatore del Regno il 7 ottobre 1919.
    Nel 1919-20 fu di nuovo ministro del tesoro, poi delle finanze, e poi di nuovo del tesoro. Fu poi a capo della delegazione italiana alla Conferenza navale di Washington (nel 1921), delegato italiano alla conferenza di Genova (nel 1922) e poi più volte delegato all’assemblea delle Società delle Nazioni; chiamato di nuovo al governo, fu per due volte Ministro degli esteri nel 1922. Si iscrisse all’Unione Nazionale Fascista del Senato (UNFS) il 9 giugno 1926 e al Partito Nazionale Fascista (PNF) 15 aprile 1929. Nominato Ministro di Stato, sarà collocato a riposo dal Consiglio di Stato, a domanda, il 26 dicembre 1928.(fonte)
    Nel marzo del 1932 fu sollecitato a intervenire in aula a favore del testo unico della legge comunale e provinciale. Si distinse ancora il 12 gennaio 1934 per un convinto discorso a favore della legge istitutiva delle corporazioni, e nel dicembre del 1935, per il dono di 141 grammi d’oro a sostegno della guerra d’Etiopia. Continuò a partecipare ai lavori del Senato, ormai confinati nelle commissioni, mentre assieme a pochi altri senatori liberali, non partecipò alla seduta in cui furono approvate le leggi razziali (1938).
    Il 7 agosto 1944 l’Alto commissario per le sanzioni contro il fascismo, Carlo Sforza, propose la sua decadenza, decisa dall’Alta Corte di giustizia con ordinanza del 21 ottobre 1944. Contro l’ordinanza Schanzer presentò ricorso alla Corte suprema di Cassazione, la quale, con sentenza dell’8 luglio 1948, annullò la decadenza. Trascorse gli ultimi anni riordinando le proprie carte e cercando di difendere la propria immagine dalle polemiche giornalistiche che di tanto in tanto ancora sorgevano attorno alla sua figura. Morì a Roma il 23 ottobre 1953.(fonte)

    [2] Agli inizi del nuovo secolo la tecnologia permetteva ormai la creazione di reti telefoniche interurbane. Nel 1903 fu pertanto emanata la legge nº 32 del 15 febbraio, che assegnava direttamente allo stato il compito di gestire i trentaquattro collegamenti interurbani previsti. Il primo collegamento telefonico interurbano venne effettuato nel 1904, fra Milano e Monza.
    Nello stesso 1903 vi fu uno scandalo dovuto ai conflitti d’interessi che riguardavano i concessionari telefonici, con la nomina di una apposita commissione parlamentare d’inchiesta. In particolare fu oggetto di critiche la Società generale dei Telefoni che dovette cedere la propria rete alla Banca Commerciale Italiana.
    Nel 1907, allo scadere delle concessioni, vennero nazionalizzate le reti delle due maggiori concessionarie, Società generale e Alta Italia, che furono gestite dal Ministero delle poste e dei telegrafi. Rimanevano tuttavia sessantaquattro piccole concessionarie locali.
    Nel 1913 fu inaugurata la prima centralina automatica italiana, al quartiere Prati di Roma, seguita dieci anni dopo dalla prima centralina automatica di Milano, per la zona di Porta Romana. L’automazione cambiò radicalmente l’utilizzo del telefono: anziché chiedere alla centralinista di essere collegati con il numero desiderato, si doveva comporre direttamente il numero telefonico e perciò fu introdotto il disco combinatore; e conseguentemente gli utenti impararono a riconoscere i segnali di “libero” e di “occupato”[3]. Negli anni successivi le centraline automatiche si diffusero nelle reti urbane, mentre per le chiamate extraurbane rimase normale l’opera della centralinista.
    Nel 1921 venne fondata la Società Italiana Reti Telefoniche Interurbane (SIRTI) per la posa dei cavi di collegamento extraurbani. Era partecipata dalla CEAT, dalla Pirelli e poi anche dalla Western Electric. Nel corso degli anni venti la società creò la rete dei collegamenti telefonici extraurbani nella penisola.(fonte)

    [3] Il conte Paolo Spingardi (Felizzano, 2 novembre 1845 – Spigno Monferrato, 22 settembre 1918) è stato un generale, politico e dirigente sportivo italiano, deputato e senatore del Regno d’Italia, ministro della guerra durante la guerra di Libia e negli anni precedenti il primo conflitto mondiale.
    Divenne Ministro della Guerra l’11 dicembre 1909, con il Governo Sonnino II, a sostituire il ministro Casana, il primo civile a ricoprire l’incarico, particolarmente inviso ai militari. Mantenne l’incarico con i governi Luzzatti e Giolitti IV. Fu lui che limitò la leva a soli due anni per tutte le armi, diede un importante contributo all’ammodernamento dell’esercito, con nuove artiglierie, aeroplani e dirigibili e qualche mitragliatrice. Durante il suo lungo ministero, Spingardi portò a termine un’importante riorganizzazione dell’esercito italiano, pur avendo a disposizione limitate risorse finanziarie, giusto alla vigilia dello scoppio della grande guerra.(fonte)
    Ricoprì anche il ruolo di ministro della guerra all’epoca della conquista della Libia. A seguito di questa, nel 1912 fu insignito del collare dell’Annunziata e nel 1913 gli fu conferito dal sovrano il titolo comitale.