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Attilio Teruzzi, 1940

    Attilio Teruzzi, 1940
    Attilio Teruzzi, 1940

    IL MINISTRO PER l’AFRICA ITALIANA

    Roma, 24 luglio 1940-XVIII

    Caro Schanzer[1],

    A nome della Famiglia Africana ho disposto una
    messa in suffragio dell’indimenticabile nostro came_
    rata
    Italo BALBO[2]
    nel trigesimo della sua morte.
    La messa sarà celebrata sabato 27 corrente al=
    le ore 9 nella chiesa di S. Ignazio.
    Questo ti comunico per il caso che tu voglia in_
    tervenire. (Uniforme ordinaria).

    Teruzzi[3]

    Eccellenza
    prof. avv. Carlo SCHANZER
    Ministro di Stato
    Via Cornelio Celso, 7
    ROMA

    in alto sigla Cr


    Note

    [1] Carlo Schanzer (Vienna, 18 dicembre 1865 – Roma, 23 ottobre 1953) è stato un politico italiano.
    Carriera professionale
    Avvocato, ufficiale della direzione generale di statistica, passò in seguito alla Biblioteca del Senato del Regno. Nel 1893 fu nominato referendario e divenne consigliere di Stato nel 1898. Dal 1901 fu direttore generale dell’amministrazione civile, e deputato al Parlamento dal 1900 al 1919.
    Carriera politica
    Chiamato al Governo, fu ministro delle poste e telegrafi dal 1906 al 1909; dal 1912 ricoprì la carica di presidente di sezione del Consiglio di Stato. Fu nominato Senatore del Regno il 7 ottobre 1919.
    Nel 1919-20 fu di nuovo ministro del tesoro, poi delle finanze, e poi di nuovo del tesoro. Fu poi a capo della delegazione italiana alla Conferenza navale di Washington (nel 1921), delegato italiano alla conferenza di Genova (nel 1922) e poi più volte delegato all’assemblea delle Società delle Nazioni; chiamato di nuovo al governo, fu per due volte Ministro degli esteri nel 1922. Si iscrisse all’Unione Nazionale Fascista del Senato (UNFS) il 9 giugno 1926 e al Partito Nazionale Fascista (PNF) 15 aprile 1929. Nominato Ministro di Stato, sarà collocato a riposo dal Consiglio di Stato, a domanda, il 26 dicembre 1928.(fonte)
    Nel marzo del 1932 fu sollecitato a intervenire in aula a favore del testo unico della legge comunale e provinciale. Si distinse ancora il 12 gennaio 1934 per un convinto discorso a favore della legge istitutiva delle corporazioni, e nel dicembre del 1935, per il dono di 141 grammi d’oro a sostegno della guerra d’Etiopia. Continuò a partecipare ai lavori del Senato, ormai confinati nelle commissioni, mentre assieme a pochi altri senatori liberali, non partecipò alla seduta in cui furono approvate le leggi razziali (1938).
    Il 7 agosto 1944 l’Alto commissario per le sanzioni contro il fascismo, Carlo Sforza, propose la sua decadenza, decisa dall’Alta Corte di giustizia con ordinanza del 21 ottobre 1944. Contro l’ordinanza Schanzer presentò ricorso alla Corte suprema di Cassazione, la quale, con sentenza dell’8 luglio 1948, annullò la decadenza. Trascorse gli ultimi anni riordinando le proprie carte e cercando di difendere la propria immagine dalle polemiche giornalistiche che di tanto in tanto ancora sorgevano attorno alla sua figura. Morì a Roma il 23 ottobre 1953.(fonte)

    [2] Italo Balbo. Uomo politico e aviatore italiano (Quartesana, Ferrara, 1896 – Tobruk 1940). Partecipò alla guerra 1915-18 dapprima come ufficiale degli alpini, poi come comandante di un reparto di arditi. Fondatore del fascismo ferrarese (1920), fu uno dei capi più in vista di quello padano e si distinse nell’organizzazione di violente spedizioni squadriste. In tale periodo assunse spesso posizioni estremistiche contro lo stesso Mussolini: così si oppose al “patto di pacificazione” tra fascisti e socialisti (1921). Quadrumviro della marcia su Roma, ricoprì in seguito varie cariche ed ebbe una parte notevole nell’organizzazione dell’aeronautica, di cui fu nominato sottosegretario (1926), poi ministro (1929-33); diresse personalmente come generale di squadra aerea alcune crociere mediterranee e due atlantiche (17 dic. 1930-15 genn. 1931, nell’Atlantico meridionale; 1º luglio -12 agosto 1933, nell’Atlantico settentrionale). Maresciallo dell’aria e governatore generale della Libia dal gennaio 1934; quindi, dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, comandante di tutte le forze armate della Libia. Il suo apparecchio fu abbattuto per errore nel cielo di Tobruk dalla contraerea italiana.(fonte)

    [3] Attilio Teruzzi (Milano, 5 maggio 1882 – Procida, 26 aprile 1950) è stato un generale e politico italiano. Fu Ministro dell’Africa Italiana, Governatore della Cirenaica e medaglia d’argento al valor militare.
    Intraprende gli studi militari e nel 1911, in qualità di Ufficiale di carriera, partecipa alla guerra italo-turca prendendo parte con successo alla conquista di Misurata, azione che gli vale la medaglia di bronzo. Rimasto in Libia entra vittorioso a Nalut e viene ferito in battaglia nel Fezzan, guadagnandosi stavolta una medaglia d’argento. Durante la prima guerra mondiale Teruzzi viene promosso capitano e nel 1916 riceve un’altra decorazione. Fu membro della Massoneria.
    Nel 1920 si congeda dall’esercito per aderire al Partito Nazionale Fascista, di cui viene nominato vicesegretario nel 1921. L’anno seguente è uno degli artefici della marcia su Roma e guida verso la Capitale le squadre dell’Emilia-Romagna. Nel 1924 è eletto deputato per la prima volta e riconfermato nel 1929 e nel 1934.
    Sottosegretario al ministero dell’Interno dal 1925 al 1926, è Governatore della Cirenaica dal 1926 al 1928. Nel 1929 diviene Capo di stato maggiore della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale fino al 1935. Raggiunge il grado di Tenente generale.
    Nel 1937 torna al governo come sottosegretario al Ministero delle colonie. Durante la guerra civile spagnola, viene nominato da Mussolini Luogotenente generale ed Ispettore delle truppe. Nel 1939, divenuto consigliere nazionale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, è nominato Ministro dell’Africa Italiana, succedendo a Mussolini – che aveva assunto l’interim dopo Alessandro Lessona -, fino al 25 luglio 1943.(fonte)