Vai al contenuto

Associazione Costituzionale, 1887

    Associazione Costituzionale, 1887
    Associazione Costituzionale, 1887
    « di 2 »

    ASSOCIAZIONE COSTITUZIONALE
    IN
    REGGIO NELL’EMILIA

    li 2 Gennaio 1887.

    Ill. mo Signore,

    Per iniziativa della Associazione Costituzio-
    nale Domenica 9 Gennaio il nostro Deputato
    Comm. R. Bonfadini[1] terrà in questo Politeama
    Ariosto, una Commemorazione su

    VITTORIO EMANUELE II°

    e sugli insigni patrioti ultimamente rapiti al-
    l’Italia Minghetti[2] e Finzi[3].
    La S. V. è pregata di far sapere entro
    Giovedì a questo Comitato se accetta di interve-
    nirvi, onde Le possa essere spedito in tempo
    utile il biglietto d’ingresso, in cui verrà indi-
    cata anche l’ora della Commemorazione.

    PEL COMITATO
    D. NOTARI.[4]

    retro

    timbro FABBRICO 5 GEN 87

    francobollo POSTE D’ITALIA DUE CENTESIMI

    timbro REGGIO EMILIA 3 1-87  66
    a Ill. Preg.
    Bellesia Cav. Francesco[5]
    Fabbrico
    [6]


    Note

    [1] Bonfadini Romualdo. Nato ad Albosaggia, in Valtellina, il 17 sett. 1831, da Giovanni Battista e Marianna Carbonera, seguì gli studi classici a Milano, dove il padre rappresentava nella Congregazione centrale lombarda la provincia di Sondrio. Ivi conobbe E. Visconti Venosta, col quale, ancora studente, partecipò alle Cinque giornate. Conseguita la laurea in giurisprudenza a Pavia e svolta, senza passione, pratica legale presso un avvocato milanese, tornò poi in Valtellina, amareggiato per la restaurazione del dominio austriaco. … Nel 1876 fu annunciata l’elezione a deputato del Bonfadini per la XIII legislatura, nel collegio di Clusone, annullata poi dalla Camera nella tornata del 18 apr. 1877, essendo risultato a un comitato inquirente che erano state distrutte schede contestate, senza verbalizzare le proteste di una parte degli elettori. Nel successivo ballottaggio il B. fallì e rientrò alla Camera soltanto nella XVI legislatura, eletto a Reggio Emilia nel 1886, dopo un’aspra competizione tra conservatori e progressisti. Non ricusò, tuttavia, nel quadro del diffuso trasformismo, di appoggiare il De Pretis. Atteggiamento più intransigente tenne nel confronti del governo Crispi.(fonte)

    [2] Marco Minghetti. Statista (Bologna 1818 – Roma 1886). Più volte ministro e presidente del Consiglio dopo la costituzione dello stato italiano, fu rappresentante della Destra ma spesso su posizioni assai critiche. Dotato di un pensiero politico fuori dal comune, fu anche scrittore elegante di materie storiche, artistiche e letterarie.
    Dal 1832 soggiornò con la madre a Parigi; tornato a Bologna e datosi agli studi scientifici e letterari, intervenne nel 1839 al primo congresso degli scienziati a Pisa e, attraverso frequenti viaggi in Italia e all’estero, allargò i propri orizzonti culturali. Nel giugno 1846 fu tra quanti chiesero al conclave riunito a Roma, da cui sarebbe uscito papa Pio IX, riforme amministrative e politiche. Nel 1847 fece parte, a Roma della Consulta di stato; fu ministro dei Lavori pubblici nel primo ministero aperto alla partecipazione dei laici (10 marzo 1848), che si dimise dopo il ritiro dalla guerra del contingente pontificio (allocuzione del 29 aprile). Eletto deputato (18 maggio), si dimise dopo l’uccisione di Pellegrino Rossi e si recò in Piemonte. Ritornato a Bologna dopo la disfatta di Novara, si occupò unicamente di studi letterari ed economici. Conobbe Cavour nel 1852 e per lui compilò nel 1856 un memoriale sullo stato dell’Italia centrale. Chiamato da Cavour a Torino, fu segretario generale al ministero degli Esteri (1859) e, dopo la sollevazione dell’Emilia e della Toscana, alla “direzione degli affari d’Italia”. Dimessosi dopo Villafranca, fu successivamente deputato, ministro dell’Interno (31 dic. 1860 – 1º sett. 1861), delle Finanze (8 dic. 1862 – 28 sett. 1864) e presidente del Consiglio (24 marzo 1863 – 28 sett. 1864), carica cui dovette rinunciare per le reazioni negative suscitate dalla convenzione di settembre del 1864. Ministro dell’Agricoltura nel 1869, inviato straordinario e ministro plenipotenziario a Vienna (ag. 1870), il 10 luglio 1873 ritornò alla presidenza del Consiglio e tenne il portafoglio delle Finanze, nelle quali introdusse abili riforme, e raggiunse il pareggio del bilancio. Battuto alla Camera (marzo 1876), dovette dimettersi e cedere il potere alla Sinistra; da allora fu il capo dell’opposizione parlamentare. Intelligenza prontissima e spirito largamente europeo, M. ebbe un pensiero politico originale, non sempre riconducibile alle posizioni ideologiche della Destra: fu un decentralista convinto (I partiti politici e la ingerenza loro nella giustizia e nell’amministrazione, 1881) e un lucido interprete della politica religiosa di Cavour (Della libertà religiosa, 1871; Stato e Chiesa, 1878). Sul piano economico fu più vicino alle dottrine di J.-Ch.-L. S. de Sismondi che non alla scuola classica liberista. Fu socio nazionale dei Lincei dal 1875.(fonte)

    [3] Giuseppe Finzi patriota e uomo politico italiano (Rivarolo, Mantova, 1815 – Mantova 1886). Iscritto alla Giovine Italia, nel 1844 andò a Londra per conoscere Mazzini. Nel 1848, rifiutando di accettare l’armistizio Salasco, continuò a combattere con la colonna garibaldina, con la quale riparò poi a Lugano. Tornato a Mantova nell’aprile 1849, fu attivo distributore delle cartelle del prestito mazziniano; arrestato il 17 giugno 1852 e condannato a diciotto anni di carcere, fu amnistiato nel 1856. Nel corso della guerra del 1859 fu commissario per la provincia di Mantova; aiutò poi Garibaldi nell’acquisto dei fucili per l’impresa dei Mille. Deputato dal 1860, si orientò sempre più verso la destra e nel 1884 si dimise per protesta contro la convalida a deputato di L. Castellazzo; poco prima di morire fu creato senatore.(fonte)

    [4] Su Notari.
    Naturalmente per valutare appieno l’effetto dirompente prodotto dalle scelte politiche di Levi (Ulderico), occorre ricordare che avvennero all’interno di una realtà, quale quella reggiana, caratterizzata dalla presenza di una Associazione costituzionale tra le più attive di tutto il contesto nazionale e dalle cui fila uscirono alcune tra le maggiori personalità dell’opposizione anticrispina quali Gianfrancesco Gherardini e Domenico Notari. Saranno tuttavia le vicende legate alle elezioni amministrative e politiche del 1889 e del 1890, che, oltre a sancire la vittoria del blocco radical-socialista e la sconfitta dello schieramento liberale reggiano, segnarono il destino politico di Ulderico Levi; accusato infatti dai moderati “intransigenti” di essere il regista occulto che per conto di Crispi avrebbe favorito ed agevolato la vittoria del cartello radical-socialista e di essere il vero responsabile dell’entrata dei socialisti in Comune, Ulderico Levi, che nel 1889 assunse la presidenza di un consiglio provinciale a maggioranza socialista, confermò, anche a livello amministrativo, la sua attitudine notabilare di attraversare trasversalmente i diversi schieramenti politici in virtù della capacità di disporre di una rete clientelare svincolata da quella della Associazione Costituzionale.
    Tratto da:
    LE TRASFORMAZIONI DEL NOTABILATO. DALLA RAPPRESENTANZA SOCIALE ALLA INTERMEDIAZIONE POLITICA: IL CASO DI ULDERICO LEVI di Alberto Ferraboschi
    Pubblicato su RICERCHE STORICHE Rivista quadrimestrale dell’Istituto per la storia della Resistenza e della guerra di Liberazione in provincia di Reggio Emilia ANNO XXVII N. 73 – DICEMBRE ’93

    Di Domenico Notari
    Della falsa testimonianza nei giudizi penali
    Stab. tipo-litografico degli Artigianelli, 1887 – 42 pagine (fonte)

    [5] Il sindaco di Fabbrico Bellesia (approfondisci).

    [6] Fabbrico. Il comune, situato nella pianura Padana, dista 27 km da Reggio Emilia. Il territorio comunale è formato, oltre che dal capoluogo, dalle località di Ponte Bisciolino, Rifugio, Quattro Formagge, San Genesio per un totale di 23 chilometri quadrati. Fabbrico confina a nord col comune di Reggiolo, ad est col comune di Rolo e con quello modenese di Carpi, a sud con quello di Rio Saliceto e ad ovest con Campagnola Emilia.(fonte)