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Filippo Gatta, 1938

     

    Filippo Gatta, Milizia Volontaria, 1938
    a
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    Mod B. 1
    Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale[1]

    PARTE PRIMA

    Note matricolari Gatta Filippo
    Figlio di Adolfo e di Valente Gaetana
    Nato il 17/11/1903 a Manfredonia
    Circondario … Provincia di Foggia
    Abitante a Barletta Corso V. Emanuele N. 61
    Ammogliato con la Sig/ra Sarcinelli Anna
    Ha prestato giuramento di fedeltà in Barletta il 30/7/1928
    Grado conseguito nell’Esercito Tenente
    Iscritto al Partito N. F. dal 10 ottobre 1921
    Iscritto alla Milizia V.S.N. il 20/11/1927

    Statura m. 1,65

    N. B. – Da allegarsi sempre ad ogni proposta di nomina o di promozione, anche se provvisoria.

    SERVIZI, VARIAZIONI E PROMOZIONI                 ……………… DATA
    Capo manipolo f.q. alle dipendenze della XII^
    Zona CC. NN. (fg. N° 18092/3 del Com. Generale             ……………… 26/11/927
    Tale alle dipendenze della 150^ Legione per
    effetto della Circolare N° 15 dell’Ufficio
    personale del Com. Gen. (Disp. 5 fg. D’Ordini
    928                                                                                              ……………… 15/4/928
    Tale trasferito nel ruolo degli Ufficiali del-
    la 150^  Legione destinato a prestar servizio
    nei Reparti Giovanili ed assegnato al Comando
    della 5^ Centuria della 354^ Leg. AGF. (fg.
    Com. Generale N° 4578/2 del                                             ……………… 2/6/928
    Tale cessa dal Comando della 5^ Centuria del-
    la 354^ Legione AGF. Ed assegnato al Comando
    effettivo della 8^ Centuria ed interinale del-
    la 3^ Coorte della 633^ Legione Marinara (fg.
    N° 23/3/.2 del Comando 150^ Legione                               ……………… 1/3/931
    Tale promosso Centurione a scelta assoluta
    senza esami con anzianità 4/8/1934 (fg. Com.
    Generale 23042 dell’1/9/1934                                          ……………… 4/8/934
    Tale cessa dal Comando 8^ Centuria ed interi-
    nale 3^ Coorte 633^ Legione Marinara ed assu-
    me quello di Comandante 354^ Legione AGF. (fg.
    Comando Generale 28768/65535 del 6 Ottob. 1934   ……………… 6/10/934
    Tale passa al ruolo G.I.L. (Bol. Del 16/6/938                 ……………… 1/4/938

    CAMPAGNE – FERITE – RICOMPENSE AL VALORE – DECORAZIONI
    AZIONI DI MERITO – ATTESTATI – ENCOMI

    Ha conseguito nell’anno 1932 il brevetto di Istruttore
    Premilitare istituito dal Ministero della Guerra.
    Insegnante di Cultura Militare.
    Brevetto della Marcia su Roma.
    Diploma di benemerenza del Ministero dell’Educazione Na-
    zionale, medaglia di bronzo per benemerenza O.N.B.
    Croce di anzianità di servizio nella M.V.S.N.
    Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
    Squadrista.
    Sciarpa Littorio.

    CORSI REGOLARI DI STUDI CIVILI MILITARI COMPIUTI
    LINGUE ESTERE STUDIATE E CONOSCIUTE – GRADI ACCADEMICI – DIPLOMI

    Diploma di Istituto Industriale Superiore (Perito Indu-
    striale)

    ELEZIONI E RIELEZIONI A DEPUTATO – NOMINA A SENATORE DEL REGNO
    CONCESSIONE O RICONOSCIMENTO DI TITOLI D NOBILTÀ

    150^ LEGIONE “GIUSEPPE CARLI”[2]

    P.C.C.

    L’Aiutante Maggiore di Prima
    (Cent. Giuseppe Pascali)

    Timbro MILIZIA VOL. SC. NAZIONALE


    Note

    [1] La Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (in acronimo, MVSN e talora genericamente identificata con la locuzione camicie nere a causa delle camicie di colore nero adottate quale parte della divisa, come spesso indicato anche nella storiografia non italiana) è stata un corpo di gendarmeria ad ordinamento militare che, dal 1924, entrò a far parte delle forze armate del Regno d’Italia, e sciolto dopo la firma dell’armistizio di Cassibile nel 1943.

    Storia
    La sua fondazione fu decisa ed annunciata dal Consiglio dei Ministri del 28 dicembre 1922, presieduto da Benito Mussolini, e decretata dal Re Vittorio Emanuele III con regio decreto-legge 14 gennaio 1923, n. 31, (poi convertito in legge il 17 aprile 1925) entrato in vigore il 1º febbraio 1923; essa accorpò le Squadre d’azione del Partito Nazionale Fascista (Camicie nere) e la milizia dei Sempre Pronti per la Patria e per il Re dell’Associazione Nazionalista Italiana (Camicie azzurre).

    Dal 1927, l’arruolamento nella MVSN costituì l’atto finale della leva fascista, parallelamente all’iscrizione al Partito Nazionale Fascista, con l’adozione del saluto romano.

    Inizialmente pensata come milizia ad uso esclusivo del PNF (rispondeva solo al Capo del governo e a lui solo era dovuto il giuramento, in contrasto con l’obbligo di giuramento al sovrano), nel tempo con la “costituzionalizzazione” del fascismo e divenendo forza armata, con un evidente contrasto con il Regio esercito, perse la sua esclusività nei compiti e finì con l’affiancarsi quasi del tutto alle altre forze armate.

    Dopo la caduta del fascismo, fu sciolta, con il Regio Decreto Legge del 6 dicembre 1943, n. 16/B, dal governo Badoglio I.

    Organizzazione
    La Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale nasceva dall’esigenza del Partito Nazionale Fascista, appena giunto al potere, di irregimentare le squadre d’azione in una vera e propria milizia riconosciuta dallo Stato. A fronte di ciò, Benito Mussolini incaricava una commissione di studio, composta da Emilio De Bono, Cesare Maria De Vecchi, Aldo Finzi, Italo Balbo e Attilio Teruzzi, di studiare il problema.

    La commissione realizzava un progetto sulla formazione e organizzazione di un corpo di volontari, inquadrato nell’esercito nazionale mediante regolare reclutamento, in una fascia di età compresa tra i 17 e i 50 anni, analogamente ad altri Stati che godevano di altrettante milizie. Questo avvenne per i primi quattro anni. Il servizio di leva obbligatorio poteva essere svolto anche all’interno della milizia.

    La Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale venne creata il 1º febbraio 1923, sulla base delle vecchie squadre d’azione fasciste, per concorrere a “mantenere all’interno l’ordine pubblico”. Il primo comandante generale fu Emilio De Bono, con due comandanti generali, Cesare Maria De Vecchi e Italo Balbo, tutti quadrumviri della Marcia su Roma. Con Regio Decreto del 4 agosto 1924 la M.V.S.N. entrò a far parte delle Forze armate dello Stato, per cui le Camicie Nere prestavano giuramento al re e non al Partito fascista, e la Milizia divenne la quarta forza armata italiana.

    La M.V.S.N. era strutturata territorialmente, originariamente su base volontaria, formata esclusivamente da iscritti al Partito Nazionale Fascista di età comprese tra i 16 e i 50 anni (inclusi reduci della prima guerra mondiale e ufficiali del Regio Esercito, promossi di un grado a seguito dell’adesione); dal 1927 venne integrata l’iscrizione su base obbligatoria secondo i precetti della leva fascista, traendo le giovani reclute delle Legioni direttamente dagli avanguardisti con il compimento del 18º anno di età (dal 1930 del 20º anno). Oltre i 36 anni il milite entrava nelle unità territoriali sino ai 55 anni, con il nome di triario.

    In caso di mobilitazione, era possibile l’arruolamento volontario nella MVSN in alternativa al servizio militare da prestare presso il Regio Esercito.

    L’organizzazione della Milizia si articolava su un comando generale (il comandante generale era Benito Mussolini, con il grado di Primo caporale d’onore; alle sue dipendenze il capo di stato maggiore, preposto a reggere il comando generale). Il territorio del regno era ripartito in quattro raggruppamenti (Milano, Bologna, Roma, Napoli) al comando di luogotenenti generali. Ogni comando di raggruppamento aveva alle proprie dipendenze un certo numero di gruppi (33 in totale) retti da consoli generali e a sua volta più gruppi costituivano un comando di zona. Ciascun comando di gruppo aveva alle proprie dipendenze un certo numero di legioni ordinarie (120 in tutto) comandate da consoli.

    La struttura della M.V.S.N. era a ordinamento ternario: ogni legione si componeva di tre coorti, a loro volta formate da tre centurie; ogni centuria era formata da tre manipoli e ogni manipolo da tre squadre. Dopo alcune modifiche sostanziali all’ordinamento, susseguitesi tra 1929 e il 1935, nel 1939 si tornava alla struttura di partenza.

    Un gruppo di legioni, corrispondeva a una brigata, la Legione, corrispondeva a un reggimento, la coorte al battaglione, la Centuria alla compagnia, il manipolo al plotone e la squadra, con una terminologia di ovvia origine romana. Anche i gradi si richiamavano all’antica Roma: i colonnelli della M.V.S.N. erano chiamati consoli, i capitani centurioni, e così via.

    La M.V.S.N. era costituita dalla Milizia ordinaria e da quelle speciali. Le specialità della M.V.S.N. erano: Forestale, Stradale, Ferroviaria, Postelegrafonica e Portuale. Alla Milizia ordinaria appartenevano la Milizia Confinaria, quella Coloniale e la Milizia Universitaria, che aveva compiti d’istruzione premilitare. Nel 1930 vennero aggiunte la Milizia per la difesa contraerea (prima D.A.T., poi DICAT) e la Milizia Marittima (MilMart). Per quanto concerne gli ufficiali, vi erano quelli in servizio permanente effettivo, quelli inclusi nei cosiddetti quadri (non abitualmente in servizio, ma richiamabili) e quelli compresi nella riserva. Il sistema prevedeva la possibilità per gli ufficiali generali e superiori, nonché per i centurioni, di transitare a domanda, dalle altre Forze armate alla Milizia. Il Comando generale, delegato per legge, provvedeva alla nomina degli ufficiali.

    Il servizio svolto dai miliziani della MVSN fino al grado di caposquadra (che corrisponde grosso modo a quello di sergente) non era di carattere continuativo, ma si basava su delle chiamate periodiche, in genere in vista di particolari eventi o per ragioni addestrative. La mobilitazione generale era di esclusiva competenza di Mussolini.(fonte)

    [2] Giuseppe Carli. Studente di ragioneria, si arruolò volontario nel 1914 nell’11º Reggimento bersaglieri come allievo sergente. Promosso al grado di sergente nel febbraio dell’anno seguente, fu trasferito nel 12º Reggimento bersaglieri ed inquadrato nella IV^ compagnia. Entrò in territorio nemico con il suo reparto sin dal 24 maggio 1915, portandosi alle pendici del monte Mrzli e del monte Sleme, due munite posizioni austro-ungarica nell’alta valle dell’Isonzo che dominavano la conca di Tolmino e le linee italiane sottostanti. Il 1º giugno, dopo che tre assalti del 12º bersaglieri alle due vette erano stati respinti con gravissime perdite, Carli ed i suoi uomini si portarono a quota 1186 sul Mrzli decisi ad annientare le posizioni austro-ungariche. Esposti al tiro dei fucili e delle mitragliatrici nemiche, i bersaglieri risposero aprendo il fuoco. In questo frangente il sergente Carli rimase ferito gravemente e, sebbene venisse soccorso dai suoi uomini, rifiutò le cure e anzi spronò i suoi sottoposti a sparare. Colpito mortalmente, continuò ad incitare i suoi soldati morendo a pochi metri dalle linee austro-ungariche. I suoi resti non furono mai ritrovati.
    A Barletta è stata apposta sulla casa natale di Giuseppe Carli una lapide in suo onore. Sempre nella cittadina pugliese, all’interno dei giardini De Nittis, è stato collocato un busto raffigurante il giovane bersagliere. Anche la strada antistante il parco è stata dedicata a Carli.(fonte)