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Matilde Serao, 1910

    Matilde Serao, 1910
    Matilde Serao, 1910

    TOUT CHEMIN MENE A ROME*

    ROME

    GRAND- HÔTEL [1]

    18 ottobre 1910

    Caro signore,

    veggo, già da due a tre
    volte, la consueta reclame della
    “Sola Roma” nel Mattino e
    non nel Giorno. Come sa ? Noi siamo
    antichi inserzionisti di tale re=
    clame e debbo pensare che si
    tratti di un obblio o di un ri=
    tardo.
    La prego, dunque, di provvedere, in
    proposito e le offro i miei
    migliori saluti

    Matilde Serao[2]


    Note

    * TUTTE LE STRADE PORTANO A ROMA

    [1] Il Grand Hotel de Rome, oggi Hotel St.Regis, è uno dei più antichi e lussuosi Hotel della Capitale.
    Per volere del Marchese di Rudinì, Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri, che voleva dotare la capitale di un albergo che potesse confrontarsi per qualità dell’accoglienza con quelli delle altre capitali europee, a seguito di un incontro con il noto imprenditore alberghiero César Ritz, riuscì a convincere costui a costruire un grande albergo di lusso a Roma. …
    Nel gennaio 1894 César Ritz inaugurava solennemente il Grand Hotel de Rome in Piazza Esedra con un grande ricevimento, le cronache dell’epoca definirono l’albergo per la distribuzione degli interni e la loro ricca decorazione, uno dei più splendidi alberghi d’Europa. …
    Ad arredare le stanze fu la moglie di Cesar Ritz con mobili in stile, argenti e quadri del Settecento. Per dirigere il Restaurant Ritz chiamò lo Chef Auguste Escoffier del Savoy di Londra e Pierre Louis del Grand Hotel di Lucerna, i due astri della gastronomia “belle époque”, che lanciarono appieno il Ristorante.
    Fra gli ospiti si segnalano Lev Tolstoj, il Cancelliere Von Bülow e Mussolini, subito dopo aver compiuto la marcia su Roma, Von Ribentropp e Göering.(fonte)

    [2] Matilde Serao. Scrittrice e giornalista (Patrasso 1856 – Napoli 1927). Compiuti a Napoli gli studî da maestra, s’impiegò nei Telegrafi dello stato, mentre cominciava a pubblicare bozzetti e novelle su giornali locali; finché entrò nella redazione del Corriere del mattino. Nel 1882 si trasferì a Roma, dove collaborò al Capitan Fracassa, al Fanfulla della Domenica, alla Nuova Antologia e alla Cronaca bizantina. Nel 1884 sposò Edoardo Scarfoglio, col quale fondò il Corriere di Roma, poi il Corriere di Napoli (dove creò una rubrica mondana, “Api, mosconi e vespe”, che divenne presto famosa), e quindi Il Mattino, di cui fu condirettrice fino al 1904, quando si separò dal marito e fondò, sempre a Napoli, Il Giorno, che diresse fino alla morte (firmando anche con lo pseudonimo Gibus). Accanto a questa attività giornalistica, la S. venne svolgendo la sua opera di narratrice, che comprende oltre quaranta volumi fra romanzi e novelle; e che, iniziatasi all’insegna del verismo meridionale, seguì poi, più che le correnti, le mode dello psicologismo alla Bourget, dello spiritualismo misticheggiante e del cosmopolitismo. Il primo periodo, che si protrae fino al 1905, resta, pur con qualche flessione, il più felice della sua arte; la quale, ora fervidamente rievoca aspetti, ambienti, figure della più gremita e misera vita napoletana, con sicura intuizione della psicologia collettiva e individuale, specie femminile (Dal vero, 1879; Piccole anime, 1883; Il romanzo della fanciulla, 1886; All’erta, sentinella!, 1889; Il paese di Cuccagna, 1890; La ballerina, 1899; Suor Giovanna della Croce, 1900), ora rappresenta passioni, tresche e ambizioni della società borghese o del mondo politico-giornalistico, con un distacco tuttavia oggettivo, a momenti da nota di cronaca (Fantasia, 1883; La virtù di Checchina, 1884; La conquista di Roma, 1885; Vita e avventure di Riccardo Ioanna, 1887): e sempre con uno stile disadorno, ma capace di suggestioni, di poetiche illuminazioni, talvolta (come in certe scene napoletane) anche di una barocca grandiosità. Fra le altre opere: Il ventre di Napoli (1884); Addio, amore! (1890); Castigo (1893); L’infedele (1897); Nel paese di Gesù (1898), ricordi di un viaggio in Palestina.(fonte)