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Maggiore La Guidara. 1823

    Maggiore_La-Guidara-A
    « di 2 »

    Borgo Vercelli 9 ottobre 1823

    POLIZIA GEN.LE DIVISIONE DI NOVARA

    Comando

    DI NOVARA

    No 665 Al Sig. Sindaco di Borgo Vercelli

    Novara li 9 8bre – 1823.

    Nel significare a V.S. M.te M.re

    Essermi pervenuto il di lui rapporto delli g. andanti concernenti l’incendio seguito in codesto comune a pregiudizio delle famiglie Gabasio Lundrino e Rigolone le ne accludo la ricevuta attendendo che verificato la precisa origine ed autore di detto incendio me ne faccia ulterior cenno per quel che potrà sapere del caso.

    Mi pregio di proferirle la distinta mia ultima.

    Pel comandante il Magg.e Laguidara

    Novara e Provincia
    Cavalier La Guidara Maggiore
    Calendario generale pe’ regii stati Pubblicazione


    La Guidara, cav., cap. e magg. in 2° di piazza a Novara (El. Mil. 1818).
    Dizionario Biografico dell’Armata Sarda. Ilari-Shama. Pag 285.

    Olivero Antonio di Vercelli, ivi nacque nel 1794 il 3 novembre da Giorgio e Marianna Negri; dimostrò dalla prima età un’inclinazione per lo studio delle matematiche e dell’architettura nel 1809 vinse al concorso un posto gratuito nella scuola politecnica in Parigi ove si perfezionò nell’arte militare; al 1815 fu accettato nel corpo reale del genio, fu dal governo destinato vice direttore del nuovo forte dell’Esillion presso a Brament nella Savoja, e venne in premio decorato della croce de’ Ss. Maurizio e Lazzaro alli 23 gennaio 1822: si scriverà di lui nei fasti del XIX secolo, dando egli speranze di percorrere una carriera gloriosa.”
    Da: ISTORIA DELLA VERCELLESE LETTERATURA ED ARTI DI G. DE-GREGORY. PARTE QUARTA. TORINO 1824
    Fonte

    Per l’argomentazione a favore della tesi “Crimean cases” in relazione al reperto n.1

    [HP] L’ipotesi che nella dopo essere stato decorato della croce de’ Ss. Maurizio e Lazzaro andò a dimorare a Borgo Vercelli presso famiglie Gabasio Lundrino dove sistemò lo studio. Qui l’ingegnere militare svolgeva le sue principali attività di ricerca tra le quali “le applicazioni delle tecniche sul volo” primo studio sulle possibilità di una macchina volante armata. Qui Olivero riprendeva e sviluppava le argomentazioni dell’articolo “Bozza di una macchina per volare” del 1716 scritto dal teologo e filosofo svedese Emanuel Swedenborg, attingendo anche nel dettaglio tecnico ai progetti dell’ingegnere inglese Sir George Cayley. Verificando le quattro forze fondamentali del volo: spinta, resistenza, portanza, peso, Oliviero intuiva che la forma aerodinamica del proiettile poteva essere applicata in scala maggiore alla macchina volante nella quale il pilota, sospeso sotto il centro di massa, poteva meglio controllare il movimento aerodinamico così da poter ottenere una maggiore stabilità. Il tentativo prevedeva di applicare alla collaudata sollevazione verticale tipica della mongolfiera l’impiego di un motore a vapore per la spinta orizzontale. Intercorse in proposito una ricca corrispondenza con l’inventore inglese William Samuel Henson. La stretta corrispondenza con Eugenio Barsanti lo porta a definire le prime ipotesi di dotare l’aerostato di motori a combustione interna, i motori a scoppio dispositivi meccanici che utilizzando la combustione degli idrocarburi consentono di sviluppare un forte potenziale di energia con un peso notevolmente ridotto, fondamentale per gestire la mobilità in aria. Il dispositivo a combustione interna viene sperimentato la prima volta nel 1854 da Eugenio Barsanti e Felice Matteucci.

    L’incendio citato nel rapporto del maggiore Laguidara crediamo sia un tentativo di sabotaggio, forse ad opera milizie austriache. Il controllo del territorio era ancora in gran parte gestito dalle truppe austriache in virtù del rinnovo della scadenza di tale mandato che decretato inizialmente avesse termine nel settembre 1822 era stato prolungato fino al 30 settembre del 1823 (Convenzione di Novara, 24 luglio 1821). I primi di ottobre del ’23 il corpo ausiliare austriaco smobilitato era in fase di trasferimento e quell’atto voleva eliminare un pericolo individuato nell’Olivero ostile all’Austria e nelle sue ricerche, anche se non era ben chiaro dove avrebbero potuto portare.

    Nel 1823 venne istituito da parte del comune di Borgo Vercelli il suono di campana alle ore 10 serali (Compieta) come segnale di ritirata e di chiusura degli esercizi. Uno strumento di controllo per un territorio in fermento. A Torino operava la Regia Delegazione, un tribunale misto di militari e civili che insieme a una Commissione militare per indagare sulla condotta degli ufficiali e dei sottufficiali, e una Commissione di scrutinio per indagare sulla condotta di tutti gli impiegati del Regno, al 1º ottobre emise 71 condanne a morte (di cui soltanto tre eseguite), 5 condanne alla galera perpetua, 20 a pene tra i 5 e i 20 anni.s.

    In quegli stessi annni in Francia André-Marie Ampère, scienziato affermato, membro dell’Académie des Sciences e professore di analisi e meccanica all’École Polytechnique,  s’interessa ai primi lavori di Fresnel ed è uno dei membri dell’Académie ad aderire subito, nel 1816, all’ipotesi ondulatoria. Bisogna tuttavia attendere gli esperimenti spettacolari di Oersted, nel 1820, per vederlo occuparsi attivamente di fisica. Il fisico Oersted scopre l’azione esercitata da una corrente elettrica su un ago magnetico: un risultato inatteso, che attira subito l’attenzione di tutti i fisici; Arago riproduce senza difficoltà l’esperimento all’Académie l’11 settembre 1820. Qualche settimana dopo Biot, aiutato da Félix Savart (1791-1841), misura sperimentalmente l’azione della corrente su una calamita e Laplace ne deduce la legge della forza. Da parte sua Ampère comincia subito una serie frenetica di esperimenti e già alla fine dell’anno dispone di risultati importanti, pubblicati nelle “Annales de chimie et de physique” e in altre riviste: scoperta della ‘forza elettrodinamica’ tra correnti elettriche parallele, attrattive o repulsive secondo l’orientamento relativo; riduzione di questa forza alla risultante di forze di interazione tra elementi infinitesimali di corrente; equivalenza tra ‘solenoidi’ e calamite; riduzione del magnetismo al movimento dell’elettricità e proprietà delle calamite spiegate mediante circuiti di correnti infinitesimali. Il 1821, contrassegnato da una polemica con Biot che, viceversa, vuole ridurre la forza elettrodinamica a interazioni tra particelle magnetiche, è un anno poco produttivo. Ampère si rimette al lavoro dopo la scoperta da parte di Faraday di un effetto sorprendente, quello della rotazione elettromagnetica, che pensa di poter spiegare con la sua teoria; l’anno seguente riprende gli esperimenti ottenendo infine l’espressione matematica esatta della forza elettrodinamica. La sua teoria giunge a maturità all’inizio del 1823; con l’aiuto di Félix Savary (1797-1841) ritrova le leggi di Coulomb e Biot-Savart sul magnetismo calcolando la forza elettrodinamica tra circuiti.

    DA:  L’Ottocento: fisica. La fisica francese di inizio secolo
    di Bruno Belhoste – Storia della Scienza (2003). Treccani

    La Storia si può veramente chiamare una guerra illustre contro la Morte: poiché richiamando dal sepolcro gli anni già incadaveriti, gli passa di nuovo in rassegna, e li ordina di nuovo in battaglia: onde i perspicaci ingegni che in questo arringo raccolgono palme conservano al loro nome quella immortalità che agli altri conferiscono.

    Alessandro Manzoni, Fermo e Lucia, prima stesura iniziata il 24 aprile 1821. Pubblicato nel 1827.