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Guglielmo Marconi, 1910

    Guglielmo Marconi, 20 Luglio 1910
    Guglielmo Marconi, 20 Luglio 1910
    « di 3 »

    GRIFFONE
    PONTECCHIO[1]

    Presso Bologna
    20 Luglio 1910

    Illustre e Caro Signor Schanzer[2].
    Ho ricevuto con grandissimo
    piacere la di Lei gentile lettera
    colla quale Ella mi presentava
    suo fratello il Cav Ing Roberto
    Schanzer, che sono stato fortunatissimo
    di vedere ieri sera.
    Io sono convinto che

    la scoperta della quale egli si
    informa avrà un largo campo
    di utile applicazione nella
    Marina Commerciale e Militare
    Inglese[3].
    Io spero essere di nuovo
    in Inghilterra verso i primi
    dell’entrante settimana, e
    di potermi recare a Liverpool
    assieme a suo fratello, e
    se lo desidera, di metterla
    in relazione con alcuni dei

    grandi armatori Inglesi.
    Mia moglie che è qui mi
    chiede di salutare tanto la
    sua gentile signora e poi, e
    di ringraziarla tanto per il
    ricordo che conserva di essa.
    Speriamo pure di presto
    avere il piacere di rivederli
    forse a Viareggio – se no a
    Roma –
    Mi creda sempre
    suo devot mo ed aff mo

    Guglielmo Marconi[4]

    in alto a sinistra
    TELEFONO
    5-78


    Note

    Il testo evidenzia diverse questioni di rilievo storico e tecnologico, con implicazioni significative per l’Italia e gli anni in questione:

    1. Ruolo di Carlo Schanzer: Schanzer, avendo precedentemente ricoperto l’incarico di Ministro delle Poste e Telegrafi, ha avuto un ruolo chiave nello sviluppo delle infrastrutture di comunicazione in Italia. Il suo passaggio al Consiglio di Stato indica un possibile cambiamento nel suo ruolo politico e influenza.
    2. Contesto tecnologico: Il testo menziona la scoperta, presumibilmente relativa alle comunicazioni senza fili, che Marconi discute con Schanzer. Questa scoperta è significativa considerando che Marconi stesso era un pioniere nel campo delle telecomunicazioni e aveva ottenuto notorietà internazionale per il suo lavoro. L’interesse di Schanzer indica un potenziale coinvolgimento italiano nello sviluppo di tecnologie avanzate, con possibili implicazioni economiche e strategiche.
    3. Relazioni internazionali: La proposta di Marconi di mettere in contatto Schanzer con armatori inglesi suggerisce un’intenzione di collaborazione e cooperazione internazionale nel settore marittimo e delle telecomunicazioni. Questo potrebbe avere implicazioni positive per l’Italia in termini di scambi commerciali e relazioni diplomatiche.
    4. Implicazioni economiche: Il coinvolgimento potenziale di Schanzer con gli armatori inglesi suggerisce la possibilità di nuove opportunità economiche per l’Italia, specialmente nel settore marittimo. La partecipazione italiana nello sviluppo di tecnologie innovative potrebbe rafforzare la sua posizione nel mercato globale e favorire lo sviluppo industriale.
    5. Potenziale impatto militare: Il riferimento alla Marina Commerciale e Militare inglese suggerisce che le nuove tecnologie delle comunicazioni potrebbero avere un impatto anche sulle operazioni militari. Questo solleva la questione della sicurezza nazionale e delle implicazioni strategiche per l’Italia.

    In sintesi, il testo offre una finestra su un momento storico in cui l’Italia stava esplorando nuove opportunità nel campo delle telecomunicazioni e delle relazioni internazionali, con possibili implicazioni economiche e strategiche significative. TSS

    [1] Villa Griffone si trova presso Sasso Marconi e fu la residenza di Guglielmo Marconi.
    Acquistata a metà Ottocento, Villa Griffone fu la residenza elettiva della famiglia Marconi dove Guglielmo passerà la maggior parte della sua vita fino alla maggiore età. Proprio a Villa Griffone compì i suoi primi esperimenti di trasmissione elettro-magnetica (1895), come riportato anche su una lapide collocata sulla facciata della villa.(fonte)
    Oggi Museo Marconi.(fonte)

    [2] Carlo Schanzer (Vienna, 18 dicembre 1865 – Roma, 23 ottobre 1953) è stato un politico italiano.
    Carriera professionale
    Avvocato, ufficiale della direzione generale di statistica, passò in seguito alla Biblioteca del Senato del Regno. Nel 1893 fu nominato referendario e divenne consigliere di Stato nel 1898. Dal 1901 fu direttore generale dell’amministrazione civile, e deputato al Parlamento dal 1900 al 1919.
    Carriera politica
    Chiamato al Governo, fu ministro delle poste e telegrafi dal 1906 al 1909; dal 1912 ricoprì la carica di presidente di sezione del Consiglio di Stato. Fu nominato Senatore del Regno il 7 ottobre 1919.
    Nel 1919-20 fu di nuovo ministro del tesoro, poi delle finanze, e poi di nuovo del tesoro. Fu poi a capo della delegazione italiana alla Conferenza navale di Washington (nel 1921), delegato italiano alla conferenza di Genova (nel 1922) e poi più volte delegato all’assemblea delle Società delle Nazioni; chiamato di nuovo al governo, fu per due volte Ministro degli esteri nel 1922. Si iscrisse all’Unione Nazionale Fascista del Senato (UNFS) il 9 giugno 1926 e al Partito Nazionale Fascista (PNF) 15 aprile 1929. Nominato Ministro di Stato, sarà collocato a riposo dal Consiglio di Stato, a domanda, il 26 dicembre 1928.(fonte)

    [3] In Italia, mentre in America si era scatenata la corsa alla radiodiffusione, in territorio italiano si discuteva ancora sull’opportunità di varare la radiodiffusione a uso civile poiché questa era considerata uno strumento di uso esclusivamente militare. Diversi tentativi furono fatti anche prima della guerra, come il progetto di Carlo Schanzer del 1910 presentato dal ministro delle poste telegrafi Augusto Ciuffelli, durante il governo Luzzatti. In sostanza si chiedeva che le radio trasmissioni fossero annoverate nell’ambito dei servizi pubblici, ma la legge 345 del Giugno 1910 considerava la nuova tecnologia riservata esclusivamente ai militari.(fonte)

    È del febbraio del 1901 la cessione dell’uso gratuito dei brevetti Marconi ai ministeri militari e l’acquisto da parte del Ministero della Marina dei primi apparecchi presso l’Officina di Chelmsford unitamente agli schemi e al know how che consentirono l’installazione delle prime sei stazioni radiotelegrafiche fisse e di quattro stazioni su navi militari mentre è del maggio 1904 la convenzione che estendeva la cessione dell’uso gratuito dei brevetti Marconi al Ministero delle poste e telegrafi, perché si avviasse nel Paese anche un’applicazione commerciale del sistema. Tuttavia il rapido progresso tecnologico dei sistemi di comunicazione -nel campo sia della radiotelegrafia che della radiotelefonia e la necessità di inserirsi nel sistema internazionale di regolamentazione delle comunicazioni radiotelegrafiche imposero ben presto al Governo modifiche profonde al sistema che regolava i rapporti tra Marconi e lo Stato. In particolare, le regole imposte dall’organizzazione radiotelegrafica internazionale, che nella Conferenza di Berlino del 1906 aveva sancito la libera intercomunicazione tra le navi e le stazioni costiere senza alcun riguardo al sistema radiotelegrafico usato, non solo imponevano l’eliminazione della clausola protettiva a favore dell’uso esclusivo del sistema Marconi nel servizio radiotelegrafico italiano, ma rendevano urgente una regolamentazione dell’intero settore delle comunicazioni radioelettriche. specie per quanto riguardava il regime delle concessioni e l’organizzazione del servizio radiotelegrafico, allora ripartito tra i ministeri della Marina e delle Poste. Marconi, nonostante giudicasse il regolamento imposto dalla Germania alla Conferenza di Berlino “dannoso dal lato tecnico, assurdo dal lato scientifico, ingiusto dal lato commerciale” (anche perché la sua applicazione avrebbe provocato la diminuzione vertiginosa dell’uso del proprio sistema da parte delle navi straniere che attraversavano il Mediterraneo, il Mar Rosso e l’Oceano Indiano), tuttavia -per consentire all’Italia di partecipare alla Conferenza di Londra del 1912 -si trovò costretto a rinunciare alla clausola che impegnava l’Italia ad usare soltanto apparati radiotelegrafici del suo sistema nelle comunicazioni marittime internazionali. Il nuovo sistema di regolamentazione nazionale ed internazionale dei servizi radiotelegrafici si inseriva in una fase strategica di nuova espansione della Compagnia Marconi. Superata una crisi nel 1908, la Marconi inglese procedeva nel corso del 1910 ad un aumento di capitale, tramite l’emissione di 150.000 nuove azioni per la realizzazione di stazioni in Spagna, Canarie, stati Balcanici, Brasile, Uruguay e Argentina. Un progetto in cui l’Italia, essendone il centro, avrebbe potuto “rappresentare la parte più importante della rete internazionale”, ricavando tra l’altro cospicui vantaggi dalle tasse dei radiotelegrammi in transito. Marconi, per il tramite di Luigi Solari, suo procuratore e rappresentante per gli affari italiani, chiedeva al Governo, come già nel 1906 in occasione di un analogo aumento di capitale, una partecipazione alla sottoscrizione delle azioni. In sostanza egli offriva la possibilità di introdurre un rappresentante degli interessi italiani in seno al consiglio di amministrazione della Marconi inglese, attraverso una forma di azionariato di Stato giudicata però improponibile dall’allora presidente del Consiglio dei ministri Luigi Luzzatti. Per ottenere una forma di maggiore redditività dell’impresa italiana, a Marconi non rimaneva altra strada che stipulare una nuova convenzione con il Governo, che sostituisse quella ormai superata del 1904, oggetto delle modifiche e integrazioni già accennate. Le trattative con il Governo, iniziate nel 1913, si protrassero fino al 1915. Ma forte dei risultati ottenuti nell’arco di un decennio, Marconi si presentava con ben altra forza contrattuale rispetto al 1904, potendo ormai offrire una rete di collegamenti radiotelegrafici mondiale. (fonte)

    [4] Nacque il 25 apr. 1874 a Bologna, da Giuseppe, facoltoso proprietario terriero, e da Annie Jameson, di nobile famiglia irlandese. Trascorse l’infanzia a villa Griffone, vicino Pontecchio, nel comune di Sasso Marconi, con frequenti soggiorni tra Firenze e Livorno.
    La sua prima formazione fu affidata a insegnanti privati, tra i quali V. Rosa, professore di fisica in un liceo livornese, che gli fu ottimo maestro. A tali studi il M. affiancò un’intensa attività da autodidatta, orientata esclusivamente verso l’elettrotecnica: lesse i resoconti delle esperienze di H. Hertz; di E. Branly conosceva un nuovo rivelatore delle onde elettromagnetiche; studiò le memorie di A. Righi e tra il 1894 e il 1895 frequentò più volte il suo laboratorio e la Biblioteca universitaria di Bologna.
    Intorno al 1887 Hertz, servendosi di un circuito oscillante, aveva realizzato un sistema capace di irradiare impulsi elettromagnetici, rivelati a distanza mediante un anello conduttore aperto, il “risonatore”. Righi aveva modificato questo apparecchio, ottenendo lunghezze d’onda centimetriche, più corte di quelle ottenute da Hertz. In quelle condizioni le onde hertziane seguivano un comportamento ottico, escludendo qualsiasi possibilità di realizzare la telegrafia senza fili. Nel 1894 a villa Griffone, dove aveva attrezzato il solaio a laboratorio, il M. diede luogo ai primi tentativi per creare un sistema di trasmissione e ricezione di onde elettromagnetiche a distanza.(fonte)