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Carmelo Basile, verbale 1916

    Carmelo Basile, Verbale 1916

    COMANDO

    3° REGGIMENTO FANTERIA

    VERBALE DELLA CONSEGNA DEI FONDI, DEI CIFRARI E DELLE
    CARTE TOPOGRAFICHE AVVENUTA TRA IL CAPITANO AIUT. MAGG. IN I°
    CAPITANO Sig. BASILE ED IL TENENTE CRISAFULLI
    Sig. ELIA :

    FONDO PERMANENTE COM. S. M.                           L. 500,-
    FONDO SPECIALE COMANDO REGGIMENTO        L. 512,-
    FONDO RISERVATO COMANDO REGGIMENTO    L. 258,-
    CIFRARI TASCABILI                                                          N° 4.-
    CIFRARIO PIEMONTE                                                    “ I.-
    CASSETTA DOTAZIONE CARTOGRAFICHE
    AL COMPLETO                                                               “ I.-

    Zone di Guerra li 22 Dicembre 1916

    IL CAPITANO AIUT. MAGG. IN I°

    Basile[1]

    IL TENENTE
    Elia Crisafulli[2]

    3° REGGIMENTO FANTERIA * COMANDO *


    Note

    [1] Carmelo Basile è lo zio di Maria Antonietta Basile, moglie di  Luigi Marziani (Senigallia, 26 agosto 1900  – Roma 16 agosto 1977) Odontoiatra. Esperto in Chirurgia orale, di fama internazionale per aver sperimentato il primo impianto sottoperiosteo a griglia di Tantalio.(fonte)

    [2] Elia Crisafulli di Pietro e di Maria Cannavò, nacque a Casalvecchio Siculo di Messina il 22 ottobre 1891 e morì in combattimento a Monte San Marco il 28 agosto 1917.
    Compiuti gli studi a Messina e chiamato alle armi, prestò servizio militare come ufficiale di complemento di fanteria dal novembre 1911 al dicembre 1913 nel 3° reggimento. Studente del Politecnico di Torino, interruppe gli studi perché richiamato alle armi per mobilitazione nell’aprile 1915 ed assegnato allo stesso 3° reggimento, con l’8^ compagnia raggiunse il confine nella zona Carnia. Dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, partecipò alle operazioni nel settore But-Degano, spingendosi in Val Raccolana. Trasferito nei ruoli del servizio permanente dal dicembre 1915, dopo un periodo di assegnazione al Comando del reggimento assunse nel febbraio 1916 il comando interinale dell’8^ compagnia con la quale si trasferì nella Conca di Plezzo. Pronunciatasi in maggio l’offensiva nemica nel Trentino, partecipò dal 25 giugno sull’Altipiano di Asiago alla controffensiva per la riconquista delle trincee della parte alta del Lemerle. Quindi, tra il 1° e il 4 luglio, raggiunta la riva destra dell’Assa, si affermò e si rafforzò sulla posizione tra Val Garbo e Roana. Promosso tenente nell’agosto 1916, continuò nel compito di presidiare e consolidare le posizioni raggiunte. Nei primi giorni del giugno 1917 ebbe l’ordine di trasferirsi nel settore del Monte Ortigara, e, nei combattimenti che seguirono, contribuì alla conquista del passo dell’Agnella e di gran parte del monte. Con un nuovo trasferimento ai primi di luglio, raggiunse il fronte di Gorizia. Iniziata il 17 agosto l’undicesima battaglia dell’Isonzo, assunse il comando della 9^ compagnia del III battaglione e con slancio e tenacia ammirevoli attaccò le ben difese posizioni nemiche del San Marco, portandosi oltre la prima linea avversaria, sotto il fuoco delle artiglierie. Raggiunta la seconda linea di trinceramenti e trovato intatto il reticolato, si prodigò egli stesso per aprire un varco, attraverso il quale si lanciò di nuovo in avanti alla testa dei suoi fanti. Nel generoso impulso di catturare una mitragliatrice nemica che postata allo scoperto falciava col tiro i suoi uomini, si precipitò, da solo, su di essa per sopraffarne i serventi, ma colpito al capo da una raffica, cadde sul campo. Alla sua memoria fu conferita, con d. l. del 13 giugno 1918, la medaglia d’oro al m. con la seguente motivazione:

    Primo fra i primi del suo reparto, che, compatto ed entusiasta, lo seguiva, sorpassata già una trincea nemica, si slanciava all’assalto della seconda, attraverso un varco da lui stesso aperto nei reticolati. Scorta quindi una mitragliatrice che iniziava un fuoco violento sui suoi uomini, bello di sublime furore, vi si scagliava contro da solo, agevolando l’avanzata degli altri. Cadeva colpito alla testa, da eroe, con la pistola ancora minacciante il nemico e col nome d’Italia sulle labbra. – Monte San Marco di Gorizia, 28 agosto 1917.(fonte)