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Vittorio, 31-12-1943-Venezia

    Vittorio, 31-12-1943-Venezia
    a
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     Liebe Mariantonietta,

    Spero avrai ricevuto le due mie
    precedenti lettere che ti ò scritto dopo il mio arrivo
    a Venezia. Da te non ò ancora ricevuto nulla, ma forse
    non ci è stato il tempo materiale. Ignoro quanto
    tempo impieghi normalmente la posta da Venezia
    al tuo paesello. Lo sperimenteremo, spero, i prossimi
    giorni.
    Ritenevo di rivederti presto qua a Venezia, ma in
    questi giorni bombardano con gran frequenza varie
    località del Veneto – sarà quindi bene che sii molto
    prudente[1]. Ad ogni modo aspetto la tua posta.
    Come indirizzo ò pensato che fosse meglio
    che spedisci presso l’ufficio, ove mi trovo tutto il
    giorno (abbiamo l’orario spezzato!), anziché all’albergo,
    ove non mi reco che alla sera. Per di più, è
    notato che all’albergo sono poco ordinati e poi
    nullo precisi.
    Quindi l’indirizzo preferibile è:
    Direzione Generale Turismo
    S. Marco – Ascensione 1300 – Venezia.
    In ufficio abbiamo molto lavoro, per la ragione
    che poi ora siamo quattro gatti e si tratta di
    riorganizzare (se mai saremo capaci di organizzare
    qualche cosa noi italiani) tutto da capo.
    Pare che facciano venire una terza e ultima
    infornata di funzionari da Roma.

    E tu che fai di bello?
    Sempre “birboncella” come al solito, naturalmente.
    Appena ti vedrò a Venezia, per prima cosa ti darò una
    sculacciatina. Va bene?
    Qua a Venezia, in questi giorni, è freschetto ma non
    freddo. Tempo abbastanza buono insomma.
    Non ò però, molta possibilità di andare a zonzo
    perché quando esco dall’ufficio alla sera alle 7 è
     già buio pesto e ogni sera finisco per perdermi. Devo
    sempre chiedere la strada per rientrare all’albergo!
    Ài ragione: si mangia molto bene a Venezia.
    I colleghi mi assicurano che due mesi fa era
    veramente una cosa strabiliante e che ora è già
    intervenuto un gran cambiamento, in peggio naturalmente.
    Questo l’avevo pensato – Pareto insegna ….
    Oggi è l’ultimo dell’anno. Prende un po’ di
    malinconia … Il tempo passa veloce, ahimè, e non
    ritorna più. Constato e provo che Venezia d’inverno
    è una città che immelanconisce … In questo
    momento le campane suonano. Era già l’ora ….
    Sono le 17.30 e mi trovo in ufficio ove sono dovuto
    venire per una questione urgente, già sbrigata.
    Fra poco mi ingolferò nel buio delle calli veneziane.
    È una città ben strana, Venezia, a viverci la vita quotidiana!
    Denk’an mich manch mal, liebes kind!
    E che il 1944 lo sia apportatore di pace e serenità.
    Viel, viel Glück wünscht dich
     Vittorio

    31 dicembre 1943

    Vittorio, 31-12-1943 Venezia busta
    a
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    Sig na Maria Antonietta Basile[2]
    Villa Carvu

    (Treviso) Onè di Fonte

    Francobolli POSTE ITALIANE ESPRESSO

    VENEZIA 31 12 43

    SAN MARCO

    Bosotto
    Divisione Generale Sport e Turismo

    Venezia

    31.12.43
    2.1.43

    TREVISO ESPRESSO


    Note

    [1] Venezia. L’annuncio dell’armistizio pronunciato da Badoglio l’8 settembre del 1943 provocò un’immediata reazione dei tedeschi, che già il 9 occuparono militarmente la città, mentre colse del tutto impreparati soldati ed ufficiali delle diverse caserme della città, lasciati completamente senza ordini.

    A fronte dello sfascio dell’esercito vi fu da parte della popolazione un moto spontaneo e diffuso di appoggio e di solidarietà verso i prigionieri ed una prima forma – prepolitica e trasversale – di reazione alla prepotenza dell’occupante. Ai soldati in fuga in questa prima fase gli abitanti di Mestre e dei dintorni offrirono soprattutto abiti civili, cibo ed indicazioni per raggiungere le località di provenienza evitando le strade principali controllate dalle truppe tedesche.

    In queste prime settimane, mentre il partito fascista e la Repubblica di Salò si andavano ancora ricostituendo, alcuni elementi attivi dell’antifascismo mestrino, che poi comanderanno le formazioni partigiane, si mobilitarono per organizzare il recupero delle armi sottraendole ai tedeschi in vista di una lotta armata e per estendere e rinsaldare i rapporti con gli operai della zona industriale di Marghera che consideravano come principale componente di un movimento di resistenza al nazifascismo.

    Il regime poteva essere stato visto con benevolenza da quegli operai per i quali il lavoro in fabbrica aveva rappresentato una via d’uscita dalla miseria di un’agricoltura, in cui prevalevano i piccolissimi appezzamenti in proprietà o in affitto. Ma la guerra e la sua evoluzione avevano fatto precipitare quel consenso che aveva avuto con la guerra d’Etiopia il suo apice. Il clima di sfiducia e di malcontento avevano creato uno stato d’animo di disponibilità ed apertura alle proposte degli oppositori del regime che rispondevano al desiderio di porre fine alla guerra e alla speranza di costruire una società più giusta. Già prima dell’armistizio alcuni operai, in fabbriche come la Breda, si dichiaravano apertamente antifascisti; altri maturarono già in quell’autunno nel 1943 la loro adesione a questo embrionale movimento di Liberazione.(fonte)

    [2] Maria Antonietta Basile, moglie di  Luigi Marziani (Senigallia, 26 agosto 1900  – Roma 16 agosto 1977) Odontoiatra. Esperto in Chirurgia orale, di fama internazionale per aver sperimentato il primo impianto sottoperiosteo a griglia di Tantalio.(fonte)