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Lega Fiumana. D’Ancona. 1957

    Lega Fiumana. D'Ancona. 1957

    ASSOCIAZIONE NAZIONALI VENEZIA GIULIA E DALMAZIA

    Comitato Provinciale di Roma

    LEGA FIUMANA DI ROMA

    Roma febbraio 1957
    TESSERAMENTO ALL’ASSOCIAZIONE VENEZIA GIULIA E DALMAZIA[1] PER IL 1957
    Anche quest’anno gli aderenti alla nostra Lega dovranno essere
    regolarmente muniti della tessera 1957 dell’Associazione Venezia Giulia e
    Dalmazia già in distribuzione.-
    Per prendere parte a tutte le attività dell’Associazione stessa
    a all’Assemblea che sarà indetta dal Comitato Provinciale Romano — e per di-
    mostrare ora più che mai; l’appartenenza ad una Organizzazione nazionale che
    assumo funzioni sempre più vaste – i fiumani di Roma, non mancheranno di re-
    golarizzare il proprio tesseramento.-
    Sono pertanto fiducioso nella pronta osservanza, da parte di tut-
    ti, delle norma riguardanti questo doveroso gesto nei confronti dell’Associa-
    zione Venezia Giulia e Dalmazia e per facilitare l’adempimento allego alla
    presente una tessera ciel costo di L. 200.- per il Capo famiglia e di L. 100.-
    per una persona adulta facente parte dello stesso nucleo familiare.-
    Il relativo importo potrà essere trasmesso per posta indirizzan-
    do alla nostra Casella Postale n° 464 o consegnato al Sig. Venturini del Co-
    mitato Provinciale, Piazza della Pigna 6, oppure ai seguenti incaricati.-

    FIUMETER:  Sig. Silvio Tommasini
    R. O. M.S.A.[2]: ” Gustincich
    VILLAGGIO GIULIANO DELL’E.U.R.W Sig. Livio Lang
    VILLAGGIO GIULIANO DI ACILIA:  “Milli Vladimiro

    Ringrazio e colgo l’occasione per porgere i migliori saluti.-

    IL PRESIDENTE DELLA LEGA FIUMANA
    (Dott. ARTURO DE MAINERI)[3]

    Lega Fiumana. D'Ancona. Busta. 1957

    A. N. V. G. D.
    LEGA FIUMANA
    Roma Cas Post 464

    Signor
    D’ ANCONA ING. ENRICO
    Via Corradi, 5
    ROMA

    Affrancatura- Roma 14-15
    3-III
    1957
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    POSTE
    REPUBBLICA
    ITALIANA


    Note

    [1] L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD) è un’associazione italiana di esuli dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia.

    In base alle informazioni del sito web di tale organismo la costituzione risale al 1947 a Milano. Secondo Mario de Vidovich, esule da Zara, fu fondata a Roma il 20 giugno 1948 con la partecipazione di ottanta comitati provinciali di esuli istriani, fiumani e dalmati già attivi nelle singole realtà locali. All’inizio le associazioni di profughi erano tante e diversificate. L’ANGVD fu l’unica a strutturarsi a livello nazionale, caratterizzandosi fin dall’inizio per una spiccata fede religiosa ed un impegno ideologico apartitico. Secondo le ricerche archivistiche di Silvia Arrigoni nella sede nazionale dell’ANVGD, a Roma: “Nel 1948 questo insieme variegato di profughi si denominava Comitato Nazionale per la Venezia Giulia e Zara.
    Si trasformò in Associazione Nazionale per la Venezia Giulia e Zara, per assumere poi definitivamente il nome attuale, ovvero Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Nel febbraio 1947 si era tenuta un’assemblea a Bologna, la prima, che cercava di dare un corpo unitario alle organizzazioni sorte in Italia. Era evidente a tutti che soltanto un’organizzazione unita, compatta e forte avrebbe potuto conseguire dei risultati ed avrebbe potuto far sentire la propria voce presso i numerosi interlocutori governativi cui l’Associazione doveva rivolgersi se intendeva perseguire gli obiettivi che si era posta”.
    Nel 2013 scrive Paolo Scandaletti: A seguito del pieno rientro di Trieste in Italia, ma con la rinuncia al restante territorio, nel 1954 si verifica la scissione dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), accusata dall’interno di essere filogovernativa. Ne escono quasi in trentamila, circa un terzo degli iscritti, e nasce l’Unione degli Istriani.(fonte)

    [2] R.O.M.S.A., acronimo di Raffineria di Olio Minerale S.A., come la principale industria petrolifera italiana situata a Fiume d’Italia.(fonte)

    [3] Arturo Maineri de Meichsenau, noto anche come Arturo Meichsner de MeichsenauArturo von Meichsner o Arturo de Maineri (Fiume, 4 aprile 1904 – Cagliari, 13 ottobre 1966) è stato un politico e matematico italiano.
    Discendente di una famiglia del Patriziato di Norimberga e di militari dell’Impero austro-ungarico, aderì al fascismo dopo la presa del potere di Mussolini. Nel 1935 fu volontario nella Guerra d’Etiopia e successivamente in Africa settentrionale, fu poi Direttore Generale della raffineria ROMSA di Fiume e nel 1940 fu Podestà di Fiume a soli 36 anni.
    Pluridecorato delle campagne di Etiopia e Africa settentrionale, grazie all’intercessione del vescovo di Fiume Ugo Camozzo divenne commendatore dell’Ordine di San Gregorio Magno.
    Dal 1943 al 1945 fu segretario del Partito Fascista Repubblicano a Fiume e fu assieme al podestà Gino Sirola le due più alte cariche in mano agli italiani durante l’occupazione nazista della città. Riuscì a fuggire durante l’occupazione jugoslava della città e si rifugiò prima a Crespano del Grappa e poi a Venezia. Successivamente per l’esperienza compiuta alla Direzione della raffineria ROMSA a Fiume, fu infine ad assunto dalla RASIOM, raffineria di petrolio costruita ad Augusta in Sicilia da Angelo Moratti. Sempre per la RASIOM fu poi trasferito a Roma dove fu anche Presidente della Lega fiumana di Roma e vice presidente nazionale dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Morì a Cagliari a 62 anni d’età dove aveva seguito il sorgere della raffineria SARAS di Sarroch, sempre per conto della famiglia Moratti.(fonte)


    L’ex caserma militare “Giuseppe La Masa” divenne il CPR di Termini Imerese – oggetto di una minuziosa ed appassionata ricerca condotta dallo storico Fabio Lo Bono – ed ospitò circa 2mila esuli di cui 520 provenienti dalla frontiera orientale.  Il CPR di Catania, secondo testimonianze attendibili di esuli che hanno vissuto lì, era ubicato in zona Cibali e si trattava, anche in questo caso, di un’ex caserma. In entrambi i casi i servizi igienici e le aree “ricreative” erano in comune.
    L’inserimento dei profughi all’interno del tessuto sociale siciliano fu caratterizzato da un’iniziale diffidenza mista a sospetto, considerando che all’epoca era molto diffuso il pregiudizio che attribuiva ai profughi l’epiteto di fascisti. Tuttavia, quell’iniziale sospetto lasciò spazio ad atti di accoglienza e solidarietà. Un esempio di ottimo inserimento sociale è da considerare quello del fiumano Arturo De Maineri. Dal 1943 al 1945 fu segretario del Partito Fascista Repubblicano a Fiume insieme al podestà Gino Sirola, ricoprendo le due più alte cariche in mano agli italiani durante l’occupazione nazista della città. Riuscì a fuggire durante l’occupazione jugoslava della città e si rifugiò prima a Crespano del Grappa e poi a Venezia. Tempo dopo, in virtù dell’esperienza compiuta alla Direzione della raffineria ROMSA a Fiume, venne assunto dalla RASIOM, raffineria di petrolio costruita ad Augusta, da Angelo Moratti. Creare un ponte tangibile e reale tra gli eventi accaduti e la loro risonanza sulle vite dei singoli permette di non rimanere indifferenti, invitando all’ascolto e fungendo da deterrente al reiterarsi di tragedie in cui il confine tra esuli e persecutori è molto labile.
    Da: “Testimonianze dell’esodo giuliano-dalmata in Sicilia” di Federica Concetta Vecchio(fonte)