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Armando Palma. Congedo, 1943

    FOGLIO DI CONGEDO

    Il Sottotenente arm (in) ris. Palma Armando

    È rinviato dalle armi e collocato in congedo co la
    data odierna.
    Elegge domicilio a La Spezia  Via Paleocapa
    n°- 2 p 1
    La Spezia, 19 Ottobre 1943[1]
    IL CAPITANO DI VASCELLO
    CAPO DI STATO MAGGIORE
    (M. Bartalesi)[2]

    timbro COMANDO MARINA ITALIANA del TIRRENO


    Note

    [1] Dopo il 25 luglio 1943 alla Spezia, sulla scorta di quanto accade a Roma e di quanto succede in altre città del Paese, il 28 luglio, si forma un Comitato delle correnti antifasciste che tiene riunioni nella casa del prof. Morelli e chiede al prefetto la rimozione dalle cariche pubbliche dei gerarchi fascisti.

    A tale proposito va ricordato che il nucleo antifascista più organizzato, in quanto caratterizzato da una lunga militanza clandestina anche nel corso del Ventennio, risulta essere in questo momento quello comunista. Altro gruppo piuttosto dinamico è quello azionista: gli azionisti, nati a livello nazionale solo nel 1942, vedono alla Spezia un nucleo in formazione che, dopo il 25 luglio, stabilisce un rapporto con il Partito d’Azione nazionale, cui aderisce anche formalmente.

    Dopo parecchi giorni si dà mandato a Beghi, Bissi, Ducci, Morelli, partecipanti alle riunioni del Comitato delle correnti antifasciste, di prendere contatto con il Presidente del Comitato Nazionale delle opposizioni, on. Ivanoe Bonomi: ciò avviene negli ultimi giorni di agosto, ma quando l’ 8 settembre 1943 c’è l’armistizio fra Italia e Anglo-Americani non esiste una linea politica precisa per affrontare i gravissimi avvenimenti che a livello nazionale vedono, nonostante episodi eroici di resistenza militare, ad esempio a Roma (Porta S. Paolo), la liquefazione degli istituti statuali e dell’esercito, lasciati allo sbando dalla fuga del re Vittorio Emanuele III e del governo Badoglio, dapprima a Pescara e poi a Brindisi.

    Alla Spezia, importante base militare navale, si ripete la stessa dinamica. L’8 settembre 1943 sono presenti, a difesa della piazzaforte della Spezia, due unità del XVI Corpo d’Armata (il cui Comando è alla Foce): la divisione di fanteria Rovigo schierata lungo una linea che va dal passo del Bracco a Riccò del Golfo (il suo Comando è a Riccò) e la Divisione Alpi Graie, sparsa per tutta la Lunigiana (il suo Comando è a Vezzano Ligure).

    Nella confusione totale e nella generale mancanza di ordini c’è il dissolvimento della Divisione Rovigo che mette a sua volta in una difficilissima situazione la Divisione Alpi Graie. Lo sbandamento risulta quindi generale e i tedeschi occupano senza difficoltà la piazzaforte; in questo quadro l’unico reparto militare che non si volatilizza è la X MAS, con sede al Muggiano, da subito pronto a gestire, grazie soprattutto ai suoi ufficiali, la novità della situazione e quindi, costituita di lì a poco la Repubblica Sociale Italiana, a schierarsi con i tedeschi. Si salva invece materialmente la flotta navale perché essa, dopo che viene comunicata via radio la notizia dell’armistizio e che l’ammiraglio Raffaele de Courtain informa l’ammiraglio Carlo Bergamini della necessità, sulla base degli accordi siglati, di consegnare la squadra agli Alleati, in un contesto caratterizzato da incertezza e difficoltà, prende il largo poco prima delle tre di notte del 9 settembre, precedendo quindi solo di poche ore i tedeschi nell’occupazione della Spezia. Partono al comando dell’ammiraglio Bergamini, che sta sulla corazzata “Roma”, le unità in grado di farlo, fra cui tre corazzate, appunto la “Roma”, l’“Italia” e la “Vittorio Veneto”, mentre quelle impossibilitate a prendere il mare si autoaffondano.

    In questo quadro di massima confusione, solo alcuni, soldati e civili, spesso per iniziativa più individuale che pianificata, cercano di mettere in salvo armi e munizioni, con lo scopo di sottrarle, almeno in parte, alla sistematica rapina tedesca che si verificherà puntualmente. Episodi di questo tipo sono citati ad esempio dentro l’Arsenale.
    C.L.N. La Spezia. Comitato Liberazione Nazionale Provinciale – La Spezia
    A cura di Maria Cristina Mirabello (fonte)

    [2] 21 dicembre 1936
    Parte da Livorno per la prima missione clandestina, un agguato al largo di Valencia, al comando del capitano di corvetta Mario Bartalesi. A bordo è presente anche un ufficiale della Marina spagnola nazionalista, il tenente di vascello Cebreiro.
    28 gennaio 1937
    Parte da La Spezia per la seconda missione clandestina, sempre al largo di Valencia ed al comando del capitano di corvetta Mario Bartalesi. Poche ore dopo la partenza, però, il Fieramosca subisce un’avaria e deve tornare in porto, giungendovi il 29 gennaio.(fonte)
    Da: IL BLOCCO AERONAVALE NAVALE ITALIANO NELLA GUERRA DI SPAGNA (Ottobre 1936 – Marzo 1939)
    Il Fieramosca (capitano di corvetta Mario Bartalesi), quella stessa notte sul 27, trovandosi presso Valencia, attaccò in superficie l’incrociatore Méndez Nuñez, diretto in porto con la scorta di due cacciatorpediniere, ma i tre siluri lanciati fallirono il bersaglio.
    ……….
    Avendo Mussolini indicato la necessità di colpire con le artiglierie anche i centri costieri della Spagna, dopo l’attacco contro Barcellona da parte del Torricelli quello stesso obiettivo della Catalogna fu battuto nelle notti del’8 e del 12 febbraio dal Fieramosca (capitano di corvetta Mario Bartalesi) e dal Topazio (capitano corvetta Paolo Pesci). Il primo sparò trentacinque granate da 120 mm contro la darsena di Morot, mettendo a segno un colpo sulla petroliera Zorroza, di 4957 tsl, che riportò gravi danni mentre il secondo dovette interrompere il tiro dopo la trentaquattresima granata per avaria al cannone da 100 mm.
    ……….
    Fieramosca C.C. Bartalesi 21 dic. 36 5 gen. 37 Valencia Lanciati 3 siluri su Incr. Méndez Nuñez senza esito
    ……………………
    Fieramosca C.C. Bartalesi 28-29 gen. 37 Missione rimandata N/N
    ………………………………
    Fieramosca C.C. Bartalesi 2-16 feb. 37 Barcellona Bombardato il porto di Barcellona, e colpita con una granata la petroliera spagnola Zorroza (fonte)