Roma 25 . VI – 1939/XVII
Carissimo Niny
non dispiacerti per
l’esito dell’esame;
probabilmente potrà
essere un bene per
te, perché la materia
è assai importante
e sarai così costretto
a studiarla bene, il
che si risolverà in
un giovamento per l’avvenire.
La bocciatura di Tripoli
non ti ha fatto guada=
gnare, in definitiva,
due anni?
Con questo potrà darsi
che li faccia guadagna=
re a suo tempo il
concorso, al quale ti
presenterai più ferrato.
Non approvo la tua
idea di fare adesso il
corso allievi ufficiali;
ricordati che devi dare il
concorso di Gruppo B e
quello per l’amministrazione
a Modena (Accademia)
Se ti andasse male
il primo – Quindi
niente plotone allievi
ufficiali perché metteresti
troppa carne al fuoco.
Per gli esami scritti al
gruppo B non ho potuto
sapere aancora molto.
Domani 26 ti scriverò
in merito dopo avere
interpellato D’Alessandro.
Il passaggio a Roma
(Università) per ora
mi pare opportuno.
Si teme che gli esami
di ottobre li dia ancora
a Napoli e poi ne dovrai
studiare nuove parti-
Ad ogni modo abbiamo
tempo a riparlarne.
Il certificato di licenza lo ho
ritrovato nella tua borsa.
Non te lo mando
appunto perché, per il
momento non ti conviene
fare il passaggio-
Se vuoi dare qualche altro
esame leggero puoi
fermarti fino alla fine
al mare. Se vuoi denaro
fammelo sapere.
Ti abbraccio –
Papà[1]
Bacioni e arrivederci
presto Mamma
Note
In quei giorni…
L’occupazione militare dell’Albania da parte del Regno d’Italia avvenne il 7 aprile 1939. La prima ondata (1º Scaglione) del Corpo di Spedizione Oltre-Mare Tirana (OMT) investì il territorio albanese suddivisa in quattro colonne, le quali sbarcarono a San Giovanni di Medua, Santi Quaranta, Valona e Durazzo, non incontrando particolari resistenze dell’esercito albanese.(fonte)
Il 22 maggio del 1939 Italia e Germania a Berlino siglano il Patto d’Acciaio.
Il testo del “patto d’acciaio” che siglava l’alleanza tra la Germania nazista e l’Italia fascista
S. M. il Re d’Italia e di Albania, Imperatore d’Etiopia, e il Cancelliere del Reich tedesco, ritengono giunto il momento di confermare con un Patto solenne gli stretti legami di amicizia e di solidarietà che esistono fra l’Italia fascista e la Germania nazionalsocialista. Considerato che, con le frontiere comuni, fissate per sempre, è stata creata tra l’Italia e la Germania la base sicura per un reciproco aiuto ed appoggio, i due Governi riconfermano la politica, che è stata già da loro precedentemente concordata nelle sue fondamenta e nei suoi obbiettivi e che si è dimostrata altamente proficua tanto per lo sviluppo degli interessi dei due paesi quanto per la sicurezza della pace in Europa. Il popolo italiano ed il popolo tedesco, strettamente legati tra loro dalla profonda affinità delle loro concezioni di vita e dalla completa solidarietà dei loro interessi, sono decisi a procedere, anche in avvenire, l’uno a fianco dell’altro e con le forze unite per la sicurezza del loro spazio vitale e per il mantenimento della pace. Su questa via indicata dalla storia, l’Italia e la Germania intendono, in mezzo ad un mondo inquieto ed in dissoluzione, adempiere al loro compito di assicurare le basi della civiltà europea. Allo scopo di fissare, a mezzo di un Patto, questi principi, hanno nominato loro plenipotenziari:
Sua Maestà il Re d’Italia e di Albania, Imperatore d’Etiopia:
Il Ministro degli Affari Esteri Conte Galeazzo Ciano di Cortellazzo (Italia),
Il Cancelliere del Reich Tedesco;
Joachim von Ribbentrop (Germania)
i quali, dopo essersi scambiati i loro Pieni Poteri, trovati in buona e debita forma, hanno convenuto i seguenti articoli:
Art. I. – Le Parti contraenti si manterranno permanentemente in contatto allo scopo di intendersi su tutte le questioni relative ai loro interessi comuni o alla situazione generale europea.
Art. 2. – Qualora gli interessi comuni delle Parti contraenti dovessero esser messi in pericolo da avvenimenti internazionali di qualsiasi natura, esse entreranno senza indugio in consultazione sulle misure da prendersi per la tutela di questi loro interessi. Qualora la sicurezza o altri interessi vitali di una delle Parti contraenti dovessero essere minacciati dall’esterno, l’altra Parte contraente darà alla Parte minacciata il suo pieno appoggio politico e diplomatico allo scopo di eliminare questa minaccia.
Art. 3. – Se, malgrado i desideri e le speranze delle Parti contraenti, dovesse accadere che una di esse venisse ad essere impegnata in complicazioni belliche con un’altra o con altre Potenze, l’altra Parte contraente si porrà immediatamente come alleata al suo fianco e la sosterrà con tutte le sue forze militari, per terra, per mare e nell’aria.
Art. 4. – Allo scopo di assicurare per il caso previsto la rapida applicazione degli obblighi di alleanza assunti coll’articolo 3, i membri delle due Parti contraenti approfondiranno maggiormente la loro collaborazione nel campo militare e nel campo dell’economia di guerra. Analogamente i due Governi si terranno costantemente in contatto per l’adozione delle altre misure necessarie all’applicazione pratica delle disposizioni del presente Patto. I due Governi costituiranno, agli scopi indicati nei summenzionati paragrafi 1 e 2, Commissioni permanenti che saranno poste sotto la direzione dei due ministri degli Affari esteri.
Art. 5. – Le Parti contraenti si obbligano fin da ora, nel caso di una guerra condotta insieme, a non concludere armistizi e paci se non di pieno accordo fra loro.
Art. 6. – Le due Parti contraenti, consapevoli dell’importanza delle loro relazioni comuni colle Potenze loro amiche, sono decise a mantenere ed a sviluppare di comune accordo anche in avvenire queste relazioni, in armonia cogli interessi concordati che le legano a queste Potenze.
Art. 7. – Questo Patto entra in vigore immediatamente al momento della firma. Le due parti contraenti sono d’accordo nello stabilire in dieci anni il primo periodo della sua validità. Esse prenderanno accordi in tempo opportuno, prima della scadenza di questo termine, circa il prolungamento della validità del Patto.
Berlino, lì 22 maggio 1939, Anno XVII dell’Era Fascista.(fonte)
[1] Magno Vittorio Bocca sarà segretario di Rodolfo Graziani in Libia nel 1940. Nella Repubblica Sociale Italiana, dal 6 gennaio 1944, quando il Ministero della Difesa (divenuto delle Forze Armate) si insedierà a Villa Omodeo, nel territorio di Soiano del Lago (BS), sarà il Capo di Gabinetto di Graziani.(fonte)



