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Fiducia nel Governo del Re. 1869

    Guastalla addì 23 ottobre 1869

    Riservata

    Nel rendere intesa la S. V. Illma che il Generale Cialdini venne incaricato della formazione del nuovo Gabinetto, devo raccomandarle di adoperare tutta la propria influenza per mantenere inalterata tutta la pubblica quiete, e ispirare nell’animo della popolazione calma, e fiducia nel Governo del Re

    Pel Sotto Prefetto

    Il Delegato Capo

    P Solio(?)

    Ill. mo
    Sig. Pr.o Sindaco
    P di
    Fabbrico

    RASSEGNA POLITICA

    Dopo il Lanza venne la volta del Cialdini. L’illustre Generale parea dovesse avere tutte le circostanze favorevoli perché le sue amicizie con la opposizione e la sua situazione naturalmente conservatrice doveano più facile aprirgli la strada a comporre un gabinetto che riunisse le simpatie di una maggioranza liberale. Così si videro ricomparire gli stessi nomi che il Cialdini avea prescelti quando era stato incaricato di formare il ministero nel 1867, e il gabinetto si annunziava già bello e composto, e il paese vedeva di buon occhio il potere affidato ad uomini nuovi, sinceramente liberali e sinceramente attaccati agli ordini costituzionali; quando appunto come nel 1867, il gabinetto Cialdini, disparve ad un tratto. Non mai come al suo caso è stata opportuna quella frase troppo comune e stantia della disparizione qual nebbia al vento. Una ragione segreta ed implacabile ci dev’essere, onde il ministero Cialdini si è reso impossibile questa volta, come nel 1867; una ragione che deve cercarsi disgraziatamente in combinazioni estranee al meccanismo costituzionale. Si sospettò d influenze francesi, ma un barlume più chiaro è venuto dalla lettera dell’onorevole Sella, il quale palesò aperto al Cialdini che non poteva entrare nel gabinetto di lui, perché avrebbe avuto negato l’appoggio de’ suoi amici. Talchè al paese non resta se non che a lamentare come in tutti gli ordini, e innanzi alle quistioni più vitali, si facciano prevalere le persone al patriottismo, e darne chiaramente il biasimo a coloro che per ragioni d’interesse privato, di gare, di suscettività individuali, non si ristanno dal frapporre ostacoli all’andamento della cosa pubblica, e per considerazioni inesplicate lasciarono che la nazione continuasse a dibattersi nel vuoto di quella crisi altrettanto scandalosa quanto interminabile.

    p. 530

    31 dicembre 1869 G. Colonna

    Rivista sicula di scienze, letteratura, ed arti

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