Guastalla 21. Aprile 1865
Eccellentissimo Sig. Sindaco
Riservato
Per di Lei norma ed atteso alla nostra comune conoscenza l’avverto che oggi stesso quest’ufficio, con tutto calore ha denunciato all’Autorità Giudiziaria competente gli individui accennati nel riservato di lei foglio 19 corr.te M. ° 38. e vedrà che non andranno impuniti e servirà loro di buona lezione ed anche perché alle volte il Sig. Giudice del Mand.to non temporeggiasse troppo, si è scritto al riguardo anche del Prefetto di Reggio.
Mi giova sperare che Lei e sua famiglia staranno tutti bene come anche il di lei fratello. giacché non manco d’inalzare al Cielo la debole mia prece per la loro conservazione e felicità, perché non dimentichino giammai l’avuto benefizio e sempre ne sarò memore e riconoscente.
A me per verità, qui va pessimamente, non si fa carriera, la moglie sempre ammalata, Città inumana, tutto caro, pieno di passività fatte propriamente dallo stretto bisogno, tutto quel poco che
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aveva l’ho impegnato; il padrone di casa ed il farmacista in unione al medico, non passerà questo mese che mi vogliono caricare d’atti giudiziali; ecco mio caro buon Sindaco, un’onesto cittadino e galantuomo, come va ad essere minacciato presso la società a Superiori, e perderei la stima, e forse forse perdere anche l’impiego. Deh! maledetto sia chi ne fu la causa del mio trasloco, che mi ha ridotto propriamente al colmo della miseria, e non ho vergogna il dirlo; ma spero però nel Signore Iddio che vi porrà riparo, e saprà condurmi presso i cuori umani di oneste persone che potranno immischiarsi nei miei dolori e corrispondermi di loro benevolmente.
Illustre Si. Sindaco, vorrà perdonarmi del mio tedioso scrivere, ma già se non mi spassionava con chi mi fu altra volta Padre, io mi troverei in continuo delirio.
Salute auguro di nuovo a Lei, sa famiglia e degno suo fratello. Ove valgo sempre pronto in ogni momento mi trovo.
Devotissimo Obbligato Servo
Luigi Parmigiani