Vai al contenuto

Commissione tassa macinato. 1896

    COMMISSIONE D’INCHIESTA

    sulle cause dei turbamenti delle Provincie dell’Emilia NELL’ATTUAZIONE DELLA TASSA SUL MACINATO

    Firenze 9 Giugno 1869

    Stretto dalle premure fatte dal Parlamento e dal Governo del Re, il sottoscritto si rivolge di bel nuovo alle E. V. vivamente eccitandola a dare pronto riscontro alla circolare del 6 Maggio N. 7. [1] troppo dolendogli che il prospetto che sarà presentato dalla Commissione d’inchiesta a comodo della sua relazione dovesse riuscire mancante dei dati riguardanti cotesto comune

    Il Presidente

    Mantellini [2]

    Al Signor Sindaco
    del Comune
    di
    Fabbrico
    Provincia di Reggio Emilia

    Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia N. 257 del 20 Settembre 1869 parte ufficiale e parte non ufficiale. Tipografia: Eredi Botta – Luogo: Firenze – PDF Formato: A2 (3.25 MB)

    Moderati e conservatori hanno dunque altro da fare che pensare al problema sociale. Della cui esistenza, del resto, essi non s’avvedono neppure, negli anni immediatamente successivi al 1860; si eccettui qualche isolato pensatore. La preoccupazione per la questione sociale comincia a diffondersi nella nostra borghesia verso il 1868-69, di fronte ai pericolosi moti del macinato, che rivelano la profondità del malcontento che agita gli strati più bassi della popolazione; si fa gravissima in seguito allo scoppio della Comune di Parigi, che in Italia ha ripercussioni assai vaste.

    Nello Rosselli, Mazzini e Bakunin: dodici anni di movimento operaio in Italia (1860-1872), 1927

    Albert Richard, in «Revue de Paris», settembre 1896. Bakunin «contava molto – scrive il Richard – sugli italiani che gli presentavano come tesa la situazione del loro paese».

    Nello Rosselli, Mazzini e Bakunin: dodici anni di movimento operaio in Italia (1860-1872), 1927

    [1] TORNATA DEL 6 MAGGIO 1869 PRESIDENZA DEL VICE-PRESIDENTE COMMENDATORE BERTI PDF (10.9 MB) – Fonte: http://storia.camera.it/

    [2] Mantellini comm. Giuseppe consigliere di Stato, presidente.
    Quando, raggiunta l’Unità, l’avvocatura regia fu soppressa, il M. fu nominato direttore del neonato Ufficio del contenzioso erariale di Firenze (1862). Nel 1865 divenne consigliere nella Corte suprema di cassazione delle province toscane e, il 7 febbr. 1867, consigliere di Stato presso la prima sezione di Grazia e Giustizia. Poi, con r.d. del 29 nov. 1868, fu trasferito alla sezione delle Finanze. Con la successiva nomina (30 genn. 1876) ad avvocato generale erariale dovette lasciare il posto al Consiglio di Stato, con la presidenza del quale si tenne però sul piano informale in stretti rapporti.

    Fonte: MANTELLINI, Giuseppe di Antonio Chiavistelli – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 69 (2007). www.treccani.it