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Tesi sull’angolo mancante

    “…Quid est veritas?…”

    TSS

    Atti del laboratorio didattico: Gap storici – Crimean cases

    IL CASO DELL’ANGOLO MANCANTE

    ovvero indizi sulle Tecnologie militari segrete del Reale esercito sardo-piemontese in Crimea

    Il caso

    Abbiamo recuperato un raro negativo su vetro che mostra un campo militare in Crimea (dimensione del vetro negativo circa 22 centimetri x 16 centimetri). L’insegna sulla tenda centrale riporta captain Frith (il reggimento è forse quello dei Corps of Royal Sappers and Miners che dopo il 1855 divennero un corpo unificato dei Corps of Royal Engineers). Le armi sembrano moschetti Enfield modello 1853 Rifled. Si trattava di un nuovo tipo di moschetto ad avancarica a canna rigata calibro 0,577, utilizzato dall’Impero Britannico dal 1853 al 1867.

    Lastra fotografica
    Lastra fotografica

    La domanda

    Questo reperto è mancante dell’angolo superiore destro. Si tratta di atto volontario o di incidente?

    Le motivazioni

    Attraverso il lavoro di William Howard Russell, corrispondente del Times di Londra che direttamente dai luoghi di guerra narrava al pubblico inglese le tragiche vicende nasceva la figura del corrispondente di guerra. L’iniziale completezza dei resoconti che senza alcuna forma di censura rivelavano tutti gli aspetti negativi del conflitto, sollevarono le decise proteste degli ambienti militari. Non si trattava più di riportare semplicemente i bollettini diffusi dal governo e dalla propaganda ufficiale. Quando poi nell’ottobre del 1854 rese pubblica la disfatta di Balaklava fu sollevato dall’incarico di corrispondente di guerra e fatto rientrare. Scriveva in uno dei suoi articoli: “Queste sono verità difficili, però il popolo inglese deve ascoltarle. Deve sapere che il mendico che si trascina sotto la pioggia nelle strade di Londra vive una vita da principe, in confronto con quella vissuta dai soldati che combattono per il loro paese“. La regina Vittoria affermava trattarsi di “attacchi infami contro l’esercito, che hanno disonorato i nostri giornali“. Le vaste polemiche provocate dai suoi rapporti portano alla caduta del governo, nel 1855. Lo stesso Tolstoj inviato a seguito delle truppe russe quando scrisse I racconti di Sebastopoli, ebbe non pochi problemi con la censura che gli imputò troppo realismo nella descrizione dei fatti della guerra.

    La tesi

    La nostra tesi è che ci troviamo di fronte a un atto preventivo di censura coevo al reperto che aveva la funzione di nascondere un particolare segreto.

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    Crediamo si tratti del tentativo di preservare un segreto di Stato e cioè l’utilizzo da parte del Reale esercito sardo-piemontese con la complicità dell’esercito inglese (Brigata Pesante – Heavy Brigade e dell 93º Reggimento Highlanders) di armi condannate (almeno ufficialmente) dagli Stati Europei.

    Una ricostruzione virtuale

    Abbiamo tentato di ricostruire la parte mancante dove rappresentiamo l’oggetto censurato così come i risultati delle nostre ricerche suggeriscono. Il soggetto mancante è proprio il volo delle aeronavi del Reale esercito sardo-piemontese con il loro carico segreto.

    ricostruzione schema
    ricostruzione schema
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    Il risultato

    Simulazione
    Simulazione

    L’ipotesi degli accadimenti

    Le nuove macchine

    La preparazione di alcuni contingenti speciali del Regno di Sardegna alla Guerra d’Oriente (1853-56) è stata per lungo tempo tenuta segreta dallo Stato Maggiore.

    Alle 2 divisioni formate da 18.058 uomini e 3.496 si considerò l’opportunità di provare per la prima volta in campo aperto le nuove aeronavi che da non più di un anno erano state messe a punto dal Reale esercito sardo-piemontese. Si trattava di prototipi realizzati con il contributo determinante di Henri Giffard, che già dal 1849 in collaborazione con il sig. Flaud progettava progettare motori a vapore ad alto rendimento. Nel suo lavoro determinante fu la collaborazione con la École centrale Paris che lo portò il 20 agosto 1851 a depositare il brevetto n° 12 226 sull’applicazione del vapore alla navigazione aerea. Costantino Nigra in qualità di segretario presso il Ministero venne incaricato di definire una collaborazione con Giffard in merito all’applicazione della tecnologia aerea a convogli militari. Il convoglio aereo chiamato aeronave consisteva in un pallone aerostato affusolato spinto da un motore a vapore con cabina rigida, una evoluzione del precedente testato per la prima volta appena due anni prima (24 settembre 1852) che partendo da Parigi raggiunse Trappes, nel dipartimento degli Yvelines.

    Tra i motivi che spingono Cavour a permettere l’utilizzo delle aeronavi nell’azione bellica di Crimea forse il principale fu la possibilità di spostamento rapido delle truppe senza incorrere nel rischio di un generale contagio dei soldati. Era infatti in corso già dal 1853 una virulenta epidemia di colera che, ancor più delle armi, stava decimando gli eserciti di tutti gli schieramenti alleati e nemici.

    Altra importante funzione era quella di ricognizione lungo le linee nemiche. L’altezza che raggiungeva l’aeronave preservava il suo equipaggio dal tiro dell’artiglieria russa.

    La svolta

    Solo nella parte finale della guerra dopo la vittoriosa battaglia sul fiume Čërnaja del 16 agosto del 1855 le quattro aeronavi del Reale esercito sardo-piemontese iniziano a sperimentare anche un’azione di tipo offensivo rifornite di munizioni dagli alleati anglo- francesi.

    La decisione di un bombardamento aereo venne presa dai due comandanti supremi delle forze anglo- francesi Fitzroy James Henry Somerset e Jacques Leroy de Saint-Arnaud per tentare di forzare le difese di Sebastopoli e risolvere così la situazione di stallo venutasi a creare.

    Le armi fornite erano essenzialmente proiettili esplodenti, con sabot che esplodevano a contatto e che normalmente erano sparati da cannoni Paixhans. [HP]È possibile che venne introdotta una nuova soluzione: lanciare da grandi altezze i proiettili una volta che l’aeronave si fosse posizionata sull’obiettivo.

    I vantaggi sarebbero stati la sorpresa e l’imprevedibilità degli attacchi che si spingevano finanche nelle retrovie e che non consentivano ai russi una difesa adeguata.

    Uno svantaggio però si palesò alla prova dei fatti, l’imprecisione del tiro. Gli eventi meteorologici con l’inverno alle porte rendevano instabili le aeronavi che a causa dei forti venti e della formazione del ghiaccio sulle pareti dei velivoli limitavano in modo drastico l’uso di questi mezzi. Va anche considerato che i proiettili esplosivi erano molto pericolosi da maneggiare.

    Il segreto

    Forse un drammatico segreto si celava dietro l’uso di questi proiettili pesanti. Vista la necessaria limitazione degli interventi aerei si pensò di renderli ancor più “incisivi” e “risolutivi”.

    Nel 1854, Lyon Playfair, un chimico britannico, propose un proiettile d’artiglieria al cianuro da usarsi contro le navi nemiche per risolvere la situazione di stallo creatasi durante l’assedio di Sebastopoli. La proposta fu respinta dall’ammiraglio Thomas Cochrane della Royal Navy. Venne presa in considerazione dal Primo ministro, Lord Palmerston, ma il British Ordnance Department respinse la proposta come «un modo pessimo di fare la guerra tanto quanto avvelenare i pozzi del nemico».

    La risposta che Playfair diede venne utilizzata nel secolo successivo per giustificare il ricorso alla guerra chimica:

    «Non c’era senso in quell’obiezione. Si considera condotta di guerra legittima riempire proiettili con rottami di ferro che schizzano in tutte le direzioni e uccidono nelle maniere più spaventose. Perché un vapore velenoso che dovrebbe uccidere gli uomini senza sofferenze deve essere considerato invece illegittimo rimane incomprensibile. La guerra è distruzione, e quanto più distruttiva la si rende con le minori sofferenze, tanto prima terminerà quale barbaro metodo di proteggere gli interessi nazionali. Non c’è dubbio che col tempo la chimica verrà usata per alleviare le sofferenze dei combattenti, e anche dei criminali condannati a morte.»
    (Lyon Playfair)(fonte)

    La prospettiva di una efficace azione necessaria alla risoluzione rapida del conflitto convinse gli alti comandi all’utilizzo dei proiettili al cianuro nei bombardamenti aerei. Se ufficialmente in governo inglese aveva bandito l’uso di armi chimiche, poteva utilizzarle rimanendone al di fuori. Si sarebbe trattato di un atto assolutamente segreto e comunque ascrivibile solo e soltanto all’esercito sardo-piemontese.

    Il mistero

    La repentina morte del comandante Alessandro Ferrero della Marmora per colera avvenuta a Kadikoi, nella notte tra il 6 e il 7 giugno 1855 non è priva di ombre. Ipotizziamo che La Marmora interpellato dal Comando Generale prima di partire si fosse opposto in modo netto all’utilizzo di armamenti non convenzionali.

    Va considerato che un anno prima nell’autunno del 1854 scoppiò un’epidemia di colera a Genova dove Alessandro si trovava per curarsi da una caduta da cavallo. Qui il futuro Comandante si dedicò all’assistenza negli ospedali; e, particolare importante, scrisse anche un opuscolo sulla malattia intitolato Cholera Morbus. (fonte)

    Dagli Atti del 1° Convegno Nazionale Italia ed Europa: Storia della Medicina e della Croce Rossa 2008 apprendiamo che:

    Nel 1854 scoppierà in Liguria un’epidemia di colera, seconda per importanza ma quarta nell’ordine di comparsa, favorita anche dall’aumento dei traffici terrestri e marittimi dovuti alla guerra di Crimea (1853-1856) (12). Nell’aprile del 1855 il generale Alessandro Lamarmora, ideatore del corpo dei bersaglieri piemontesi, dette alle stampe, con giustificato orgoglio, la relazione sul “Cholera morbus del 1854 nel presidio di Genova”, perché avendo fatto applicare dalla farmacia dell’Ospedale militare, severissime regole igieniche in tutte le camerate e soprattutto nelle latrine, aveva ottenuto evidenti risultati, limitando i danni dell’epidemia e arrivando con l’osservazione e molto buon senso alla conclusione: …che il cholera si propaghi solamente per mezzo delle materie fecali dei cholerosi (13).
    (12) PECCENINI S., A.M. CAVIGLIA, “I rimedi impiegati nella cura del colera del 1854 a Chiavari”, Atti e Memorie 3, 203 (1996).
    (13) LORIA L. E VACCAREZZA G., “Uno scritto poco conosciuto di Alessandro La Marmora sul colera a Genova nel 1854”, Il Lanternino, 2, 5 (2002).
    Brano tratto da: Atti del 1° Convegno Nazionale Italia ed Europa: Storia della Medicina e della Croce Rossa in onore di LORIS PREMUDA – RELAZIONI a cura di G. Armocida e P. Vanni Trieste 27-28 giugno 2008 . Edizioni Tassinari. Firenze (fonte)

    Risulta evidente che Alessandro Ferrero della Marmora era una persona competente in materia e attenta ad adottare tutte le precauzioni necessarie e le opportune protezioni qualora si fosse presentata un’epidemia di colera. Pratiche che avrebbero probabilmente evitato il contagio. Il colera è una malattia infettiva causata dal batterio Vibrio cholerae che si trasmette principalmente attraverso l’acqua e il cibo contaminati.

    Come può infettarsi una persona che adotta una valida prevenzione perché esperto in materia?

    Certo, è possibile che, nonostante le precauzioni adottate, Alessandro Ferrero della Marmora sia stato infettato dal colera a causa di un’ingestione accidentale di acqua o cibo contaminati.

    È possibile che le misure di prevenzione adottate seppur efficaci in situazioni controllate, siano risultate inutili ad esempio a causa della mancanza di precauzioni adottate da altre persone intorno a lui.

    Considerando poi che le condizioni di estrema fatica dovute alla guerra e l’ambiente precario dell’accampamento possono aver contribuito alla diffusione del colera, l’infezione contratta può essere stata cagionata da cause naturali. La malattia si diffonde più facilmente in aree con cattive condizioni igieniche, scarsa igiene personale e carenze nella fornitura di acqua potabile e servizi igienici.

    E così le condizioni di guerra possono anche avere influenzato la diffusione del colera attraverso la migrazione di truppe e civili, la costruzione di accampamenti temporanei e il sovraffollamento degli alloggiamenti. Inoltre, le difficili condizioni di vita e la malnutrizione possono indebolire il sistema immunitario delle persone, aumentando così la loro suscettibilità all’infezione.

    Quindi, è possibile che le condizioni estreme abbiano favorito la diffusione del morbo. Tuttavia, senza ulteriori informazioni sulle circostanze specifiche, non è possibile determinare con certezza quali fattori abbiano contribuito al contagio di Alessandro Ferrero della Marmora.

    In una guerra come quella del 1854 in Crimea dove sono state sperimentate nuove armi, micidiali e devastanti, è possibile che un diffuso senso di colpa abbia spinto il governo inglese e quello francese a censurare e nascondere la verità sullo svolgimento della guerra?

    Durante la guerra di Crimea del 1854, un primo esperimento di guerra mondiale, è possibile che un diffuso senso di colpa abbia spinto il governo inglese e quello francese a censurare e nascondere la verità sullo svolgimento della guerra. Durante quella guerra, furono sperimentate nuove armi micidiali e devastanti, come l’artiglieria a canna rigata, la mitragliatrice e il fucile a retrocarica e altre misteriose strategie.

    Inoltre, la guerra fu caratterizzata da una serie di disastri militari, tra cui la disastrosa carica della cavalleria leggera britannica alla battaglia di Balaklava e l’assedio di Sebastopoli, che durò 11 mesi e causò molte morti tra le truppe britanniche e francesi.

    La stampa dell’epoca, in particolare i giornali britannici, riferivano delle disastrose condizioni igieniche e sanitarie dell’esercito, delle carenze nella fornitura di cibo, acqua potabile e attrezzature mediche, e delle grandi perdite di vite umane dovute alle malattie come il colera.

    È possibile che il governo inglese e quello francese abbiano cercato di censurare queste informazioni per evitare il panico tra la popolazione e per proteggere la loro reputazione. Tuttavia, nonostante gli sforzi per nascondere la verità, molte informazioni sono emerse grazie al lavoro di giornalisti e corrispondenti di guerra indipendenti, come William Howard Russell del Times di Londra.

    In generale, durante i conflitti armati, la propaganda e la censura sono spesso utilizzate per controllare l’opinione pubblica e per proteggere la reputazione dei governi e delle forze armate. Tuttavia, la verità sulle condizioni della guerra e sulle perdite umane è importante per una comprensione accurata degli eventi storici e per garantire la responsabilità dei governi e delle forze armate per i loro atti.

    Il laboratorio svolge la sua ricerca dal 2009. Ulteriori aggiornamenti delle ricerche in corso saranno pubblicati quanto prima.

    Considerazioni

    Il “brano “Caso” vuole essere inteso come parte di un contesto di storia alternativa. Possiamo immaginare diversi sviluppi interessanti. Ecco alcune possibili linee narrative:

    1. Svolgimento della Guerra di Crimea: Le aeronavi del Reale esercito sardo-piemontese potrebbero cambiare radicalmente il corso della guerra. L’utilizzo delle aeronavi potrebbe portare a tattiche innovative e strategie militari avanzate, dando al Regno di Sardegna un vantaggio significativo sugli altri schieramenti. Potrebbero essere sviluppate nuove strategie di movimento rapido delle truppe e di ricognizione, ridefinendo così il panorama bellico.
    2. Sviluppo tecnologico accelerato: L’impiego delle aeronavi potrebbe stimolare una rapida evoluzione nella tecnologia militare e dell’aviazione. Altri paesi potrebbero essere spinti a competere e a sviluppare tecnologie simili, portando a un’accelerazione nell’avanzamento tecnologico rispetto alla cronologia storica reale.
    3. Conseguenze sulla salute delle truppe: L’uso delle aeronavi potrebbe influenzare positivamente la gestione delle epidemie e delle malattie nelle truppe, consentendo loro di muoversi più rapidamente senza il rischio di contagio. Ciò potrebbe cambiare le dinamiche della guerra, rendendo il fattore sanitario una componente chiave delle strategie militari.
    4. Impatto sulla diplomazia: Il successo del Regno di Sardegna nell’utilizzare le aeronavi potrebbe influenzare la politica internazionale e le alleanze. Altri paesi potrebbero cercare di ottenere o sviluppare tecnologie simili, e il Regno di Sardegna potrebbe emergere come un attore chiave sulla scena mondiale.
    5. Sviluppo dell’aviazione civile: Se le aeronavi dimostrassero il loro successo in campo militare, potrebbero ispirare uno sviluppo più rapido dell’aviazione civile. Questo potrebbe avere impatti significativi sul trasporto, sul commercio e sulla mobilità in generale nel mondo immaginato.