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Rossati Antonio, 1925-35

    DOMANDA DI AMMISSIONE A SOCIO EFFETTIVO

    Alla Spettabile
    Federazione Nazionale Italiana fra Veterani Garibaldini
    Sede Centrale – Piazza dell’Esedra, 10 – Roma (22)

    Io sottoscritto, Legionario Garibaldino, Rossati Antonio
    figlio di fu Giovanni nato il 20 / 8 / 1845 a Udine
    (Provincia di ..) di professione Agronomo
    avendo fatte le Campagne di Guerra 60[1] – 66[2] – 70[3]
    col grado di volontario
    a tenore delle decisioni adottate per l’ammissione alla Federazione Nazionale Italiana fra Vete-
    rani Garibaldini, e presa esatta cognizione dello Statuto che regge la Federazione, domando di
    essere inscritto come Socio.
    Mi obbligo di pagare puntualmente e anticipatamente la quota annuale di lire cinque.
    A richiesta fornirò prove delle Campagne di guerra fatte.
    Invierò una fotografia adatta per tessera, firmata in modo visibile sotto la figura.
    Dichiaro pure di sottopormi alle disposizioni tutte dello Statuto ed a quelle che potran-
    no essere emanate dagli organi Direttivi della Federazione.
    Roma addì 30 marzo  1925

    FIRMA DEL DICHIARANTE
    Antonio Rossati

    domiciliato a Roma (Provincia di … )
    Viale della Regina  N. 136

    N:   di iscrizione
    Ammesso socio con deliberazione del Consiglio Direttivo il giorno
    IL COMITATO DEI CENSORI          

     IL PRESIDENTE
     

    Timbro SOCIETÀ SUPERSTITI GARIBALDINI – SEDE CENTRALE PALERMO

    Note a penna ritirata tessera e ricevuta

    a matita rossa 1072

    Rossati Antonio, domanda, 1925
    Rossati Antonio, domanda, 1925

    FEDERAZIONE NAZIONALE VOLONTARI GARIBALDINI
    SEDE CENTRALE
    ROMA

    N. 1072
    Roma 9 Marzo 1935 XIII

    Ill.mo Sig. Podestà
    Ufficio Anagrafe
    ROMA

    Per uso dell’Archivio storico di questa Federazione,
    La preghiamo di volerci trasmettere la data di morte del
    Garibaldino:
    ROSSATI ANTONIO fu Giovanni = Viale della Regina, 136
    Le saremo grati di voler provvedere perché tale
    notizia ci venga comunicata dall’Ufficio Anagrafe.
    In attesa La preghiamo gradire i nostri più cordiali saluti

    IL PRESIDENTE
    (ON. GEN. EZIO GARIBALDI)

    Timbro FEDERAZIONE NAZ. VOLONTARI GARIBALDINI * ROMA

    Rossati Antonio, richiesta, 1935
    Rossati Antonio, richiesta, 1935

    N. 1072

    GOVERNATORATO DI ROMA
    IV RIPARTIZIONE

    Servizi Demografici

    Spett. Federazione Nazionale Volontari Garibaldini
    Roma
    Via Condotti 9

    Ci pregiamo comunicare che il veterano Garibaldino
     
    è deceduto in questo Comune il giorno 16
    del mese Gennaio 1927

    Con osservanza
    30 . 3 . 35 XIII  

    siglato IL POTESTÀ

    Rossati Antonio, risposta, 1935
    Rossati Antonio, risposta, 1935

    Note

    [1] 1860
    Dopo l’armistizio di Villafranca, la maggior parte dei volontari si congedò; il Ministero allora con un decreto del 6 settembre ordinò lo scioglimento del Corpo e la formazione di una Brigata Cacciatori delle Alpi, costituita l’11 ottobre con il 1º Reggimento (dai soppressi 2º e 5º Reggimento, e le 4 compagnie di bersaglieri) a Como ed il 2º Reggimento (con i soppressi 1º, 3º e 4º reggimento e parte del battaglione adolescenti) a Bergamo. Il 14 maggio 1860 la Brigata Cacciatori delle Alpi ebbe poi nome di Brigata Alpi, reggimenti 51º e 52º del Regio Esercito, posta al comando del maggior generale Luigi Bianchis di Pomaretto. Il 51º e 52º furono integrati con la truppa (metà a testa) del battaglione Valtellinese sciolto solo il 20 maggio 1860. Stesso destino ebbero il 30 novembre 1859 artiglieria, genio, ambulanza e treno. Nel novembre vennero licenziate le guide a cavallo, andate con Garibaldi a Bologna. Il battaglione adolescenti, passati al 2º reggimento i giovani di età superiore ai 17 anni, andò con i rimanenti a Biella.
    Venne il 9 febbraio 1860 considerato succursale del battaglione figli dei militari e fu sciolto il 1º gennaio 1861.Nel 1860 i veterani Cacciatori ed i loro ufficiali avrebbero fornito il nerbo delle camicie rosse alla spedizione dei mille. (fonte)

    [2] 1866
    La Terza guerra d’indipendenza italiana è un episodio del Risorgimento. Fu combattuta dal Regno d’Italia contro l’Impero austriaco dal 20 giugno 1866 al 12 agosto 1866. Appartiene alla più ampia guerra austro-prussiana della quale rappresentò il fronte meridionale. Ebbe origine dalla necessità dell’Italia di affiancare la Prussia nel tentativo comune di eliminare l’influenza dell’Austria sulle rispettive nazioni. Dopo l’attacco della Prussia all’Austria del 15 giugno 1866, così come previsto dal trattato di alleanza italo-prussiana dell’aprile 1866, l’Italia dichiarò guerra all’Austria. Passato il confine, una parte dell’esercito italiano comandata da Alfonso La Marmora fu però sconfitta nella battaglia di Custoza. Né tale insuccesso fu bilanciato dagli eventi successivi, poiché ad esso seguì per l’Italia un’altra sconfitta nella battaglia navale di Lissa. Fu invece una vittoria italiana la contestuale avanzata di Giuseppe Garibaldi nel Trentino, culminata nella battaglia di Bezzecca. (fonte)

    [3] 20 settembre 1870
    La presa di Roma, nota anche come breccia di Porta Pia, fu l’episodio del Risorgimento che sancì la conquista di Roma da parte del Regno d’Italia. Avvenuta il 20 settembre 1870, decretò la fine dello Stato Pontificio, annesso all’Italia in seguito ai plebisciti dell’ottobre seguente, e fu un momento di profonda rivoluzione nella gestione del potere temporale da parte dei papi. L’anno successivo la capitale d’Italia fu trasferita da Firenze a Roma (Legge 3 febbraio 1871, n. 33). L’anniversario del 20 settembre è stato festività nazionale fino al 1930, quando fu abolito a seguito della firma dei Patti Lateranensi. (fonte)

    Ezio Garibaldi

    Ultimo figlio maschio di Ricciotti Garibaldi (1847-1924) e dell’inglese Harriet Constance Hopcraft (1853-1941) – prima di lui erano nati Rosa, Italia, Giuseppe, Ricciotti, Menotti, Sante e Bruno, Costante, dopo di lui Giuseppina –, nacque a Riofreddo, località situata a una sessantina di chilometri da Roma. Nel 1911 si iscrisse all’istituto industriale di Fermo, interrompendo gli studi per raggiungere la Legione garibaldina in Grecia nel 1912.

    Ezio Garibaldi fu eletto deputato nel listone fascista nel 1929 e rieletto nel 1934.[9] Presidente della FNVG (Federazione Nazionale Volontari Garibaldini), aderì ufficialmente al Partito Nazionale Fascista, rompendo le relazioni con suo fratello Sante, emigrato in Francia, che aveva costituito alcune associazioni garibaldine di ispirazione antifascista nel paese transalpino. Subito dopo l’inizio della seconda guerra mondiale Ezio Garibaldi sostenne vigorosamente i Gruppi d’Azione Nizzarda (G.A.N.), fautori della riunificazione di Nizza al Regno d’Italia.

    Fonte: wikipedia.org

    Approfondimenti

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