Vai al contenuto

Mazzola Giovanbattista, 1928-29

    DOMANDA DI AMMISSIONE A SOCIO EFFETTIVO

    Alla Spettabile
    Federazione Nazionale Italiana fra Veterani Garibaldini
    Sede Centrale – Piazza dell’Esedra, 10 – Roma (22)

    Io sottoscritto, Legionario Garibaldino, Mazzola Giov. Batta
    figlio del fu Carlo nato il 10 agosto 1844 a Trescore
    (Provincia di Bergamo ) di professione  panattiere
    avendo fatte le Campagne di Guerra 1860[1] e 66[2].
    col grado di Soldato
    a tenore delle decisioni adottate per l’ammissione alla Federazione Nazionale Italiana fra Vete-
    rani Garibaldini, e presa esatta cognizione dello Statuto che regge la Federazione, domando di
    essere inscritto come Socio.
    Mi obbligo di pagare puntualmente e anticipatamente la quota annuale di lire cinque.
    A richiesta fornirò prova delle Campagne di guerra fatte.
    Invierò una fotografia adatta per tessera, firmata in modo visibile sotto la figura.
    Dichiaro pure di sottopormi alle disposizioni tutte dello Statuto ed a quelle che potran-
    no essere emanate dagli organi Direttivi della Federazione.
    Genova addì 20 Marzo 1928

    FIRMA DEL DICHIARANTE

    Mazzola G Batta

    Domiciliato a Levanto (Provincia di Genova)
    Via   N.

    N.   di iscrizione
    Ammesso socio con deliberazione del Consiglio Direttivo il giorno
     
    IL COMITATO DEI CENSORI
    …………….  …………….
          …………….

    IL PRESIDENTE

    Nota a matita rossa 2034

    Mazzola Giovanbattista, domanda, 1928
    Mazzola Giovanbattista, domanda, 1928

    Levanto, 3 Maggio 1929 A/VII
    Illmo Sig. Presidente Federazione Nazionale
    Volontari Garibaldini
    Il camerata sottodesignato espone come a suo
    tempo aveva ricevuto da codesta Federazione
    l’invito a partecipare all’XI Pellegrinaggio,
    ma è dolente di non avervi potuto prendere
    parte, perché da ben oltre due anni trovasi
    immobilizzato a letto, in causa d’una grave
    caduta e per la quale perdette l’uso della gamba.
    Espone altresì come le sue condizioni economi=
    che sieno quanto mai misere.
    Egli è costretto a vivere a carico del genero, falegna=
    me, avente pure famiglia propria e senza risorse
    alcuna, eccezione fatta che la sua misera paga
    di giornaliere.
    Per cui il camerata sottoscritto, porge rispettosa
    istanza, onde vedere se cotesto spett.ma Federa=
    zione può venirgli incontro con qualche sussidio,
    fatto magari ottenere attraverso il Ministero
    della Guerra.
    Date le misere condizioni dello scrivente, ciò co=
    stituirebbe un opera veramente confortevole, per
    alleviare in parte i suoi mali.
    Confida il Camerata che questa domanda venga presa
    in benevola considerazione e ne porge sentiti sensi
    di grazie anticipata.

    Si segna Mazzola Giovanbattista

    Note a matita rossa No Caprera 2034

    Mazzola Giovanbattista, lettera, 1929
    Mazzola Giovanbattista, lettera, 1929

    Note

    [1] 1860
    Dopo l’armistizio di Villafranca, la maggior parte dei volontari si congedò; il Ministero allora con un decreto del 6 settembre ordinò lo scioglimento del Corpo e la formazione di una Brigata Cacciatori delle Alpi, costituita l’11 ottobre con il 1º Reggimento (dai soppressi 2º e 5º Reggimento, e le 4 compagnie di bersaglieri) a Como ed il 2º Reggimento (con i soppressi 1º, 3º e 4º reggimento e parte del battaglione adolescenti) a Bergamo. Il 14 maggio 1860 la Brigata Cacciatori delle Alpi ebbe poi nome di Brigata Alpi, reggimenti 51º e 52º del Regio Esercito, posta al comando del maggior generale Luigi Bianchis di Pomaretto. Il 51º e 52º furono integrati con la truppa (metà a testa) del battaglione Valtellinese sciolto solo il 20 maggio 1860. Stesso destino ebbero il 30 novembre 1859 artiglieria, genio, ambulanza e treno. Nel novembre vennero licenziate le guide a cavallo, andate con Garibaldi a Bologna. Il battaglione adolescenti, passati al 2º reggimento i giovani di età superiore ai 17 anni, andò con i rimanenti a Biella.
    Venne il 9 febbraio 1860 considerato succursale del battaglione figli dei militari e fu sciolto il 1º gennaio 1861.Nel 1860 i veterani Cacciatori ed i loro ufficiali avrebbero fornito il nerbo delle camicie rosse alla spedizione dei mille. (fonte)

    [2] 1866
    La Terza guerra d’indipendenza italiana è un episodio del Risorgimento. Fu combattuta dal Regno d’Italia contro l’Impero austriaco dal 20 giugno 1866 al 12 agosto 1866. Appartiene alla più ampia guerra austro-prussiana della quale rappresentò il fronte meridionale. Ebbe origine dalla necessità dell’Italia di affiancare la Prussia nel tentativo comune di eliminare l’influenza dell’Austria sulle rispettive nazioni. Dopo l’attacco della Prussia all’Austria del 15 giugno 1866, così come previsto dal trattato di alleanza italo-prussiana dell’aprile 1866, l’Italia dichiarò guerra all’Austria. Passato il confine, una parte dell’esercito italiano comandata da Alfonso La Marmora fu però sconfitta nella battaglia di Custoza. Né tale insuccesso fu bilanciato dagli eventi successivi, poiché ad esso seguì per l’Italia un’altra sconfitta nella battaglia navale di Lissa. Fu invece una vittoria italiana la contestuale avanzata di Giuseppe Garibaldi nel Trentino, culminata nella battaglia di Bezzecca. (fonte)

    Ezio Garibaldi

    Ultimo figlio maschio di Ricciotti Garibaldi (1847-1924) e dell’inglese Harriet Constance Hopcraft (1853-1941) – prima di lui erano nati Rosa, Italia, Giuseppe, Ricciotti, Menotti, Sante e Bruno, Costante, dopo di lui Giuseppina –, nacque a Riofreddo, località situata a una sessantina di chilometri da Roma. Nel 1911 si iscrisse all’istituto industriale di Fermo, interrompendo gli studi per raggiungere la Legione garibaldina in Grecia nel 1912.

    Ezio Garibaldi fu eletto deputato nel listone fascista nel 1929 e rieletto nel 1934.[9] Presidente della FNVG (Federazione Nazionale Volontari Garibaldini), aderì ufficialmente al Partito Nazionale Fascista, rompendo le relazioni con suo fratello Sante, emigrato in Francia, che aveva costituito alcune associazioni garibaldine di ispirazione antifascista nel paese transalpino. Subito dopo l’inizio della seconda guerra mondiale Ezio Garibaldi sostenne vigorosamente i Gruppi d’Azione Nizzarda (G.A.N.), fautori della riunificazione di Nizza al Regno d’Italia.

    Fonte: wikipedia.org

    Approfondimenti

    anvrg