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Aristide Montani, 1923

    Aristide Montani, 1923 A
    Aristide Montani, 1923 A
    « di 3 »

    Roma. 30 Gennaio 923

    Eccellenza Lustrissima[1]
    Sarei venuto personalmente,
    se un invito a Montaldo
    dell’illure Guglielmi[2], noi mi
    costringesse a partire fra
    breve. Le scrivo quindi
    la presente, per comunicarle
    una grave notizia, appresa
    stamane da persona seriissima
    che riguarda appunto il
    noto affare Clerici[3].
    Il Consorzio di Piscinara I°
    Bacino, di cui è Presidente
    il Rag.e Clerici, chiede al
    Ministro dei Lavori Pubblici[4]


    la concessione dei lavori
    idraulici per la sistemazione
    del proprio perimetro;
    in base al progetto regolarmen=
    te approvato dalle competenti
    autorità, la concessione
    udita anche la Commissione
    delle Bonifiche[5], venne accor
    data a consuntivo, ossia
    col pagamento dei contributi
    dello Stato, sulla spesa effettiva
    di collaudo delle singole
    opere. Come pure il Consorzio
    Pontino ha richiesto e ottenuto,
    per il suo perimetro.
    Ora è accaduto che il Rag.e
    Clerici a nome della Società
    Bonifiche Pontine, ha richiesto

    al Suo Consorzio di Piscinara[6]
    I° Bacino, la subconcessione
    delle opere idrauliche da
    eseguirsi, facendo una ridu=
    zione ai consorziati sulla
    quota per legge a loro carico,
    ma richiedendo al Consorzio
    che fosse interpellato il Ministero
    dei L.L. P.P. affinché la concessione
    data a consuntivo, venisse invece
    accordata a forfait, sulla
    cifra già indicata nel progetto già
    presentato per la prima concessione.
    Il Ministero dei Lavori Pubblici
    avrebbe senz’altro nullificata
    la concessione, accordandola
    a forfait, senza sentire la Commissione
    delle Bonifiche, con provvedimento celere.

    a parte l’impressionante
    mallo di procedura, sembra
    che la concessione a forfait
    rappresenti un grave suspiciom
    all’Erario Pubblico, perda lo
    Stato, verrebbe a pagare molto
    più di quello che effettivamen=
    te dovrebbe pagare, perché
    il progetto è stato redatto
    entro limiti molto abbondanti.
    Trattandosi di notizia molto
    importante, ho creduto comuni=
    cargliela subito, conoscendo
    con quanta rigidezza e imparzia=
    lità, Lei per il bene della
    Nazione e per la pubblica mora=
    lità, si sta interessando di questa
    tristissima faccenda. Con
    oggi ossequio
    Dev mo
    Aristide Montani[7]


    Note

    [1] La lettera è indirizzata a Ottavio Corgini. Funzionario di banca ed esperto economista, sedette alla Camera del Regno d’Italia nella XXVI legislatura. Il 31 ottobre 1922 venne nominato sottosegretario al Ministero dell’agricoltura del governo Mussolini. Fu uno dei deputati fascisti dissidenti contrari al cambiamento di rotta della politica di Mussolini dopo il 1922, insieme a Cesare Forni e Alfredo Misuri, e rassegnò le dimissioni da sottosegretario il 7 giugno 1923*, in seguito alle minacce ricevute dopo il discorso d’opposizione tenuto alla Camera da Misuri. Partecipò alla fondazione di Patria e Libertà, in vista delle elezioni politiche del 1924, ma si ritirò dalla corsa per timore delle ripercussioni da parte dei fascisti. Fece parte della Massoneria in esilio in Francia, compagno di Mario Bergamo al centro massonico di Emile Kahn.(fonte)
    *è l’anno nel quale riceve la lettera su citata che insieme a quella del Guerrazzi delinea le problematiche della gestione del Clerici nelle operazioni di bonifica delle pianure pontine.

    [2] Guglielmi Giacinto I, senatore e sindaco di Civitavecchia e Montalto di Castro, sposò Isabella Berardi e, nel 1887 acquistò per la somma di 10.000 lire, nell’Isola Maggiore sul lago Trasimeno, il trecentesco convento francescano che fece inglobare in un eclettico castello, con grande parco e molo d’approdo, inaugurato nel 1891. Divenne la residenza estiva preferita dalla famiglia (l’altra era la villa Rovere, vicino al mare, a Montalto) dove si organizzavano feste e ricevimenti, assai ambiti dalla nobiltà romana e locale. Si ricorda anche una visita della regina Elena. La loro figlia Elena promosse, tra le isolane, la lavorazione del pregiato merletto a punto Irlanda che viene ancora lavorato, venduto o esposto in un piccolo museo appositamente allestito in via Guglielmi. Il castello, arredato sontuosamente, fu abbandonato dai Guglielmi nel 1975 e venduto nel 1990 da Giacinto II. I lenti restauri ancora non l’hanno riportato all’antico splendore.(fonte)

    [3] Chi era Gino Clerici noto finanziere di inizio ‘900? A suo tempo era noto come “audace finanziere”, costruttore degli hotel romani entrambi in Via Veneto: il Grande Hotel Palace, già Ambasciatori, progettato dal famoso architetto Marcello Piacentini ed Emilio Vogt, realizzato tra il 1926 e il 1927; il secondo grande albergo è l’attuale Grand hotel Palace a due passi dal primo. Gino Clerici nasce nel 1886 da una agiata e colta famiglia dell’alta borghesia milanese; diventa ragioniere e si dedica al mondo degli affari. Lo scrittore Papini scriverà, a ben ragione, che il rag. Luigi (Gino) Clerici è un: “audace industriale milanese”. Sposato con Maria Bournens, trasferisce la famiglia in Umbria nel 1919, dove compera la splendida tenuta di Montelabate.(fonte)
    Su Gino Clerici:
    La sfida del Clerici.
    La fallita bonifica capitalista dello stato fascista in Agro Pontino
    di Francesco Moriconi (link)

    [4] Il Ministro dei Lavori Pubblici nel 1923 è Benito Amilcare Andrea Mussolini (Dovia di Predappio, 29 luglio 1883 – Giulino di Mezzegra, 28 aprile 1945) è stato un politico, militare e giornalista italiano. Fondatore del fascismo, fu presidente del Consiglio del Regno d’Italia dal 31 ottobre 1922 al 25 luglio 1943. Nel gennaio 1925 assunse poteri dittatoriali, instaurando un regime totalitario, e dal dicembre dello stesso anno acquisì il titolo di capo del governo primo ministro segretario di Stato. Dopo la guerra d’Etiopia, aggiunse al titolo di duce quello di “Fondatore dell’Impero” e divenne Primo Maresciallo dell’Impero il 30 marzo 1938. Fu capo della Repubblica Sociale Italiana dal settembre 1943 al 25 aprile 1945.(fonte)

    [5] La bonifica integrale del ‘900
    Nel 1924 ebbe inizio un’imponente opera di bonifica dell’intero territorio fino ad allora noto come Paludi Pontine. La bonifica, però, era già stata prevista in un decreto del 1899. Nel 1919 una legge prevedeva il prosciugamento dei terreni paludosi, ma il governo non riusciva a convincere i latifondisti dei lati positivi della bonifica. Il regime fascista li minacciava nel 1926 con l’appropriazione che portava i primi successi. La bonifica a larga scala cominciò solo dal 1928 quando i fascisti sovvenzionavano i latifondisti e la borghesia agricola della zona, pagando fino al 75% dei loro costi.(fonte)

    [6] Consorzio di Piscinara. Nel 1918 fu istituito il Consorzio della bonifica di Piscinara che nel 1934, in seguito alla fusione con il consorzio n. 5 dell’Agro Romano, assunse la denominazione di Consorzio della bonifica di Littoria, poi di Latina, ora dell’Agro pontino. I comuni compresi nel consorzio sono: Aprilia, Anzio, Ardea, Artena, Cisterna di Latina, Cori, Lanuvio, Lariano, Latina, Nettuno, Norma, Pomrzia Sabaudia, San Felice, (ora San Felice Circeo), Valmontone, Velletri. La documentazione, depositata presso l’Archivio di Stato di Latina nel 1980, è costituita da pratiche relative a: affari generali, patrimonio consorziale, lavori, concessioni, ricorsi, contravvenzioni, rapporti con terzi. L’archivio conserva altresì 80.000 schede-paga degli operai della bonifica. Bibliografia: Mario Ferrarese e Giuseppe Cerina, CONSORZIO DELLA BONIFICA DI LATINA, dalla Palude a Latina dal 1932 al 1982, Velagrafica, Ariccia.(fonte)

    [7] Aristide Montani grande ufficiale e vicepresidente dell’Associazione proprietari di Roma e provincia. Nel 1922 il pittore Arturo Noci esposte nella mostra annuale della Società Amatori e Cultori di Belle Arti tre dipinti: La fiumarella di CannetoLa svolta e il Ritratto di Aristide Montani.(fonte)
    Citato anche in Alfredo Buonopane – I MILIARI – LUNGO LE STRADE DELL’IMPERO. cierre edizioni – “Aristide Montani, proprietario del casale, presso la sua villa di Terracina, sita nell’area delle cosiddette ‘terme nettunie’.”(fonte)