MAK π 100
1940 – 1950
SPARVIERO
accipiter velut
e tu onor di pianti Ettore avrai
ove fia santo e lagrimato il sangue
per la Patria versato e finchè il sole
risplenderà sulle sciagure umane.
(FOSCOLO)
Ai colleghi
caduti in pace ed in guerra
nel sereno adempimento
del dovere
3
ABATE Angelo
ALTINI Franco
ANTONELLI Eugenio
ATTI Enea
BACCHI Gualtiero
BALSA NO Luigi
BARTOCCINI Vittorio[1]
BARTOCCIONI Ezio
BASTOGI Vittorio
BATTISTINI Alfonso
BEDOSTI Oreste
BELLOCCHI Mario
BETTI Sergio
BIGNOTTI Italo
BOSCHETTI Mario
BOSCOLO Giuseppe
BRAIDA Pietro
BRESCIANI Guido
BUONAIUTO Luigi
CALDONAZZI Bruno
CALLORI DI VIGNALE Ranieri
CAMPIANI Lorenzo
CAMPINOTI Ettore
CANDOLINI Fernando
CARAPEZZA Italo
CARIANI Giancarlo
CARINI Mario
CARNIELLI Antonio
CASSANO Ezio
CATALANO Mario
CAVALLERO Adolfo
CELLA Silvio
CIBIN Armando
CIRILLO Giorgio
COLANTONIO G.ppe
CONCESI Vito
DE ANGELIS G.ppe
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DE GIGLIO Giuseppe
DELLA COSTANZA Romeo
DE MERICH Armando
DIVINO Tito
FERRANTE Bartolomeo
FRAU Piero
GALLI Mario
GIARLETTA Giuseppe
GIORCHINO Luciano
GUIZZARDI Ettore
IANNIELLO Piero
IUS Fausto
LOPRIENO Ferruccio
LORENZI Umberto
LOVATO Francesco
LUX Guido
MARCHI Italo
MARLETTA Giuseppe
MARTINI Angelo
MATTUTINI Mario
MAZZANTI Luciano
MENGOLI Riccardo
MENZIONE Aldo
MICHELOTTI Guglielmo
MIGLIACCIO Aldo
MIELE Pasquale
MILANESI Bruno
MOCCHEGGIANI Giorgio
MONTAGNANI Gianfranco
MOSSINI Mario
NAPOLI Domenico
NEUMAYER Guglielmo
PARRINELLO Luigi
PASSARO Rodolfo
PANI Ettore
PAUSI Milano
PENNA Carlo Pietro
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PICCARETTA Cesare
PIRO Catello
POLETTI Sergio
PRATI Renzo
QUARANTELLI Ezio
RAVOTTI Furio
RICALDONE Piero
ROMAGNOLI Pietro
RONCAGLIO Attilio
RONDINA Ezio
ROVELLI Luigi
ROVERE Sergio
SALVATORE Umberto
SANTINI Domenico
SAVINO Ettore
SCHIROLI Dante
SCIAMBRA Pasquale
SGUANCI Mario
SIGNORINI Pietro
SINOPOLI Italo
SPINOGLIO Giuseppe
STELLA Mario
TALAMINI Renato
TAMBORRA Giuseppe
TARTAULL Aldo
TITI Nicola
TORRONI Enzo
TOSCANO Francesco
TRAINI Italo
TREVISI Ernesto
VATTA Glauco
VEGO SCOCCO Vinicio
VENTURINI Adone
VERNA Mario
VICHI Francesco
VINCENTI Francesco
WEBER Marcello
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MOCCHEGGIANI Giorgio da Bribano (Belluno)[2]
Medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria
Giovane Ufficiale Pilota di apparecchio da bombardamento chiedeva
di partecipare a numerosi voli di guerra diurni e notturni, dando chiara
prova di perizia e di sprezzo del pericolo.
Durante una azione di bombardamento su divisioni corazzate inglesi,
benché ferito e con il velivolo in fiamme, in seguito ad attacco della
caccia nemica, con suprema energia e grande spirito di sacrificio riu-
sciva ad aprire la cabina di pilotaggio e con disperata volontà si ado-
perava perchè il primo pilota venisse salvato col paracadute, conscio
che con il suo atto di suprema generosità precludeva a se stesso ogni
possibilità di salvezza.
Investito dalle fiamme, faceva olocausto della sua fiorente giovinezza
alla Patria.
(cielo della Marmarica – 18 ottobre – 14 dicembre 1940
ROVELLI Luigi da Rodi Garganico (Foggia)[3]
Medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria
Intrepido, valoroso capo equipaggio di velivolo aerosilurante, già pre-
cedentemente distintosi in numerose e vittoriose azioni belliche, com-
piendo bombardamenti e ricognizioni offensive, attaccando convogli,
silurando navi ed abbattendo un caccia che gli aveva gravemente col-
pito il velivolo, partecipava ad un ardito attacco contro un convoglio
nemico fortemente scortato da navi da guerra e protetto da velivoli da
caccia. Incurante della violenta rabbiosa reazione aerea e contraerea,
solo dominato dalla decisa volontà di colpire, si scagliava, anima ed
arma, contro le unità navali avversarie.
Giunto a minima distanza dall’obbiettivo, la sua ala veniva infranta dal
fuoco nemico e con essa precipitava in fiamme sul mare.
Esempio magnifico di luminoso eroismo e di suprema dedizione alla
Patria.
(Cielo del Mediterraneo – 14 dicembre – 28 dicembre 1941.
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12 anni sono trascorsi. Ricordo. Il mattino era
terso, limpido, il cielo purissimo, mondo pur
anche di tenui vapori; la primavera vestiva a
festa giardini e colli intorno e la natura stessa sembrava
voler partecipare alla solennità che stava per compiersi:
Il battesimo del Corso Sparviero.
Pensate: duecentosessantasei giovani cuori dedica-
vano la loro vita, tutto il loro avvenire ad una fede, ad
un dovere, ad un amore.
L’amore per il nostro bel Paese, l’amore per questa
nostra meravigliosa Patria che Dio ha voluto darci ed
arricchire con tutti i suoi doni più belli.
Guardavo gli occhi scintillanti di voi giovani schie-
rati a me davanti, e dai bagliori dei vostri sguardi ca-
pivo il vostro entusiasmo ed i battiti dei vostri giovani
cuori. Mai dedizione alla Patria ed al dovere avvenne
con maggiore purità di cuore, con fede più profonda.
E vennero gli anni della prova, gli anni della tor-
menta.
Anni veramente terribili in cui parve sommergersi
tutto; ogni speranza, ogni più alto ideale, ogni destino.
Bisognava essere eroici per avere ancora, soprattutto e
sopra ogni cosa, fede nella nostra Padria, per combattere
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e morire perchè Essa potesse vivere nel futuro sempre
più grande ed onorata nei Suoi figli.
Centoundici giovani del Corso Sparviero caddero
così, nel cielo, nella terra, nel mare. Quale esempio e
quale monito formidabile da così copioso, eroico, sacri-
ficio, miei giovani amici! Esso ci dice che un paese non
è mai definitivamente vinto se i suoi figli sono pronti a
sacrificarsi per esso. E disfatte e vittorie non sono che
episodi della vita di una grande nazione che vive nei
secoli della sua storia luminosa, lasciando scie di gran-
dezza e di civiltà che non saranno dimenticate in eterno
dall’umanità.
Anche nelle ceneri della disfatta covano le scintille
che accenderanno di nuovo le fiamme della vita e della
rinascita.
Perciò, in alto i vostri cuori, o miei giovani
amici, glorificando i nostri Caduti. Essi, morti, sono la
dimostrazione della vitalità della nostra grande Patria
che non può morire, che non morrà. A noi, ora, con-
tinuare con eguale ed immutata fede e dedizione il
nostro dovere perchè l’Italia sia, nel nuovo mondo sorto
dalla guerra, un esempio di ordinato, ricostruttivo ed
umano progresso civile.
PIETRO PINNA PARPAGLIA[4]
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A S. E.
IL GENERALE DI S. A.
PIETRO PINNA PARPAGLIA
NOSTRO PADRINO
Eccellenza,
dieci anni sono trascorsi da quando,
abbandonate le severe aule d’Acca-
demia, ci lanciammo con animo saldo,
seppur con l’ala ancora incerta, nel-
la grande bufera della guerra.
Da allora i ranghi si sono assot-
tigliati.
Molti compagni, più che mai cari,
la fronte rivolta al nemico, sono ca-
duti per gli ideali purissimi ai qua-
li tutti ci votammo nel giorno del
giuramento; altri ancora, tra noi,
portano nella carne i segni del mar-
tirio.
Oggi, temprati dalle dure vi-
cende Vissute, ci ritroviamo attorno
a Lei per ricordare quel giorno così
lontano nel tempo e pur così vicino
ai nostri cuori.
Ella, Eccellenza. non scorge più
nei nostri occhi la fiamma dello spen-
sierato entusiasmo di allora, ma vi
può scorgere la ferma, cosciente de-
terminazione di ridare nuova vita
alla nostra Aeronautica.
Nell’adempimento di questo pre-
ciso dovere ci sono di guida la fede
nei destini della Patria e l’esempio
di Coloro che per Essa hanno dato la
vita.
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Allievi ammessi in Accademia n. 266
Promossi Sottotenenti >> 243
Caduti >> 111
Medaglie d’Oro al Valor Militare >> 2
Promozioni per Merito di Guerra >> 7
Avanzamenti per Merito di Guerra >> 7
Medaglie d’Argento al Valor Militare >> 168
Medaglie di Bronzo al Valor Militare >> 137
Croci di Guerra al Valor Militare >> 58
Azioni belliche effettuate >> 26.371
Ore di volo di guerra compiute >>51.176
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DOVE SONO
Una sera il cielo era d’un bleu liquido e tutte le stelle d’argento vi galleggiavano sotto. Il Pilota uscì dalla palazzina e andò a sedere per terra, dietro all’ultimo capannone, L’aria era tiepida, l’asfalto e la lamiera caldi, e il Pilota sentiva un senso d’euforia: quell’euforia riservata agli animali molto sani.
Il Pilota guardò le stelle e pensò.
Era un Pilota vecchio del mestiere…. Quella sera, pacatamente, gli venne fatto di pensare dove fossero o suoi compagni, quei compagni che avevano compiuto il loro ultimo volo…
“Sono in cielo, disse fra sé, nel cielo degli aviatori. Certamente, deve essere così.” Sorrise il Pilota pensando a questo cielo, e cercò di immaginarne l’ambiente.
Era un ambiente tutto speciale: Dio lo aveva permesso. Gli aviatori erano in tuta, così come erano arrivati: gli Assi raccontavano di gesta famose ed i pivelli, in mezzo a loro, sgranavano gli occhi attentissimi. Là c’era un gruppo che guardava a terra e commentava i voli che vi si compivano. Vi erano Comandanti e gregari componenti di pattuglie famose, vi erano i trasvolatori ed i fulmini di guerra, i turisti pazzerelloni, i pionieri, i pivellini che su erano lasciato mangiare il piede…..
Il Pilota guardava e ricordava nomi e fatti…
Ma ecco un fastidioso pensiero: “In Paradiso non si sta che contenti: come possono tanti aviatori essere contenti senza volo?”
“Ehi, scarpone, rispose uno di lassù, noi siamo l’anima stessa del volo e non lo concepiamo più come lo concepisci tu: sollevamento da terra.” ….. Ma ecco che, nel cielo, vi fu del movimento.
“To’, un nuovo arrivato!” Tutti gli si affollarono intorno e… la visione svanì. Proprio così: svanì perché il Pilota aveva pensato: “Sta a vedere che ora gli fanno pagare da bere”, e Dio non permette che si scherzi su queste cose…
Una pagina del Mak π 100
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Dalle pagine di questo Numero Unico, edito
per ricordare il raduno degli Ufficiali del
Corso Sparviero in occasione del decimo
anniversario della loro uscita dall’Accademia,
ci è grato inviare il nostro deferente ossequio
alle Autorità che reggono le sorti dell’Aero=
nautica Italiana ed un saluto affettuoso ai
familiari dei colleghi caduti.
Un fraterno abbraccio vada a tutti i Corsi che
ci hanno preceduti e seguiti in Accademia.
Un saluto infine a quanti, Italiani e stranieri,
appartengono alla grande famiglia aeronau=
tica, con l’augurio che ogni qual volta le nostre
ali si incontrano nei cieli, questo avvenga
sotto il segno di una fraterna amicizia.
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COLLEGHI DELLO SPARVIERO
ARRIVEDERCI AL
1955
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Note
[1] Vittorio Bartoccini, figlio di Renato, caduto con il suo aereo nei pressi di Malta nel 1941 (medaglia d’argento al valor militare alla memoria). La presente pubblicazione proviene dalla documentazione appartenuta a Renato Bartoccini (vedi).
[2] Giorgio Moccheggiani (Sedico, 23 aprile 1917 – Cielo della Marmarica, 14 dicembre 1940) è stato un militare e aviatore italiano, decorato con la medaglia d’oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.
Biografia
Nacque a Sedico il 23 aprile 1917. Dopo aver conseguito il diploma di geometra presso l’Istituto tecnico “Pier Crescenzi” di Bologna, il 1º dicembre 1937 fu ammesso a frequentare la Regia Accademia Aeronautica di Caserta, Corso Sparviero. Conseguì il brevetto di pilota militare il 6 maggio 1940 e dopo pochi giorni fu promosso sottotenente in servizio permanente effettivo. Dopo l’entrata in guerra del Regno d’Italia, avvenuta il 10 giugno dello stesso anno, fu assegnato alla 60ª Squadriglia Bombardamento Terrestre Veloce del 33º Gruppo Autonomo B.T. di stanza in Africa Settentrionale Italiana equipaggiata con i bombardieri Savoia-Marchetti S.79 Sparviero. Cadde in combattimento nel corso dell’operazione Compass il 14 dicembre 1940, e per il coraggio dimostrato nell’ultima missione fu decorato con la medaglia d’oro al valor militare alla memoria, massima onorificenza italiana.
Onorificenze
Medaglia d’oro al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d’oro al valor militare
«Giovane ufficiale pilota di apparecchio da bombardamento, chiedeva ed otteneva di partecipare a numerosi voli di guerra diurni e notturni, dando chiara prova di perizia e di sprezzo del pericolo. Durante un’azione di bombardamento su divisioni corazzate inglesi, benché ferito e con il velivolo in fiamme, in seguito ad attacco della caccia nemica, con suprema energia e grande spirito di sacrificio riusciva ad aprire la cabina di pilotaggio e con disperata volontà si adoperava perché il primo pilota venisse salvato col paracadute, conscio che il suo atto di superba generosità precludeva a se stesso ogni possibilità di salvezza. Investito dalle fiamme faceva olocausto della sua fiorente giovinezza alla Patria. Cielo della Marmarica, 18 ottobre-14 dicembre 1940..»
— Regio Decreto 24 ottobre 1941.(fonte)
[3] Luigi Rovelli (Rodi Garganico, 25 aprile 1915 – Alessandria d’Egitto, 28 dicembre 1941) è stato un ufficiale e aviatore italiano, decorato con la medaglia d’oro al valore militare durante il corso della seconda guerra mondiale.
Biografia
Nacque a Rodi Garganico, provincia di Foggia, il 25 aprile 1915. Conseguito il diploma di perito industriale radiotecnico presso l’Istituto industriale Delpiano di Torino nel 1936 si arruolò volontario nella Regia Aeronautica. Conseguì il brevetto di pilota d’aeroplano e poi iniziò a frequentare la Regia Accademia Aeronautica di Caserta, Corso Sparviero, da cui uscì nel maggio 1940 con il grado di sottotenente in servizio permanente effettivo. Il mese successivo il Regno d’Italia entrò in guerra contro la Francia e la Gran Bretagna. Nel mese di settembre fu assegnato in servizio al 14º Stormo Bombardamento Terrestre con il quale partì per la Cirenaica. In Africa Settentrionale Italiana partecipò a numerose missioni di combattimento e ricognizione contro le forze britanniche, venendo promosso tenente nel febbraio 1941. Partecipò a missioni sulla Grecia e sul Mediterraneo orientale, e nell’agosto dello stesso anno chiese, ed ottenne, il passaggio alla specialità aerosiluranti, assegnato alla 281ª Squadriglia Autonoma.
Il 13 ottobre 1941, durante la prima battaglia della Sirte, insieme ai piloti Graziani, Faggioni e Cimicchi, portò gli aerei della 281ª Squadriglia al siluramento della corazzata Queen Elizabeth, poche miglia dal porto di Alessandria. Il 17 dicembre la squadriglia perse in azione Aldo Forzinetti.[N 1] Cadde in combattimento su Alessandria d’Egitto il 28 dicembre 1941, e per il coraggio dimostrato in questo frangente venne decorato con la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria, massima onorificenza italiana..
L’aeroporto di Amendola, presso Foggia, è stato intitolato in onore di Luigi Rovelli. A Rodi Garganico, sua città natale, un istituto scolastico comprensivo ed una delle piazze principali portano il suo nome, mentre a Foggia, Manfredonia, San Nicandro Garganico ed in altre cittadine della Capitanata vi sono vie intitolate alla “M.O.V.M Ten. Luigi Rovelli”.
Onorificenze
Medaglia d’oro al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d’oro al valor militare
«Intrepido, valoroso capo equipaggio di velivolo aerosilurante, già precedentemente distintosi in numerose e vittoriose azioni belliche, compiendo bombardamenti e ricognizioni offensive, attaccando convogli, silurando navi ed abbattendo un caccia che gli aveva gravemente colpito il velivolo, partecipava ad un ardito attacco contro un convoglio nemico, fortemente scortato da navi da guerra e protetto da velivoli da caccia, incurante della violenta rabbiosa reazione aerea e contraerea, solo dominato dalla decisa volontà di colpire, si scagliava, anima e arma contro le unità navali avversarie. Giunto a minima distanza dall’obiettivo la sua ala veniva infranta dal fuoco nemico e con essa precipitava in fiamme sul mare. Esempio magnifico di luminoso eroismo e di suprema dedizione alla Patria. Cielo del Mediterraneo, 14 dicembre 1940-28 dicembre 1941.»
— Regio Decreto 24 luglio 1942.
Medaglia di bronzo al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valor militare
«Pilota di velivolo da bombardamento, audace e abile, partecipava a diverse missioni di bombardamento ed esplorazioni su munite e lontane basi navali, importanti obiettivi nemici e contro convogli in mare aperto. Dava costante prova di valore e di sprezzo del pericolo. Cielo del Mediterraneo orientale, dicembre 1940-giugno 1941.»
—
Croce di guerra al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria
Croce di guerra al valor militare
«sul campo. Cielo del Mediterraneo Orientale, aprile 1941.»(fonte)
[4] Pietro Pinna Parpaglia (Pozzomaggiore, 12 gennaio 1891 – Pozzomaggiore, 9 ottobre 1966) è stato un generale e politico italiano, distintosi come osservatore d’aeroplano del Corpo aeronautico militare durante la prima guerra mondiale. Ricoprì l’incarico di Sottocapo di Stato maggiore della Regia Aeronautica tra il 15 ottobre 1933 e il 1º dicembre 1939, e Comandante dell’Aeronautica dell’Africa Orientale Italiana tra il dicembre 1939 e l’aprile 1941. Dal 27 gennaio 1944 al 28 maggio 1949 ricoprì l’incarico di Alto Commissario della Sardegna. Insignito della croce di commendatore dell’Ordine militare di Savoia, di due medaglie d’argento e una di bronzo al valor militare, e della croce di grande ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Biografia
Nacque a Pozzomaggiore il 12 gennaio 1891, figlio di una famiglia di latifondisti del paese. Compì gli studi di giurisprudenza, insieme a Palmiro Togliatti e Mario Berlinguer, laureandosi nel 1913. Poco dopo aver conseguito la laurea iniziò la carriera in magistratura ma, dopo l’entrata in guerra del Regno d’Italia avvenuta il 24 maggio 1915, si arruolò volontario nel Regio Esercito con il grado di sottotenente, assegnato al 46º Reggimento artiglieria da campagna. Nel 1916 fu promosso tenente per merito di guerra, e fece domanda per entrare nel Servizio Aeronautico in qualità di osservatore militare. Dall’inizio del 1917 in forza alla 43ª Squadriglia per l’artiglieria del V Gruppo della 3ª Armata, dotata di velivoli Caudron G.3, eseguì, il 12 e il 18 marzo 1917, due rischiose missioni di ricognizione rispettivamente su Goriansko e Kobila Glava.
Promosso capitano, il 1º agosto 1917 era in forza alla 72ª Squadriglia caccia sull’Aeroporto di Ghedi e il 12 ottobre 1917 è alla 120ª Squadriglia di Castenedolo su SAML S.1. Il 3 dicembre assunse il comando della 39ª Squadriglia basata a Cà Tessera. Il 14 maggio 1918 l’unità, dotata di velivoli Savoia-Pomilio SP.3 e SAML venne trasferita sul nuovo aeroporto di Malcontenta, con il compito di assistenza e regolazione del tiro delle artiglierie del XXVIII Corpo d’armata. La squadriglia svolse anche attività di bombardamento leggero, ricognizione, lancio volantini di propaganda sui territori italiani occupati, fino al termine delle ostilità, il 4 novembre 1918. Al termine della guerra egli comandava il V Gruppo e risultava insignito di una Medaglia d’argento e una di bronzo al valor militare. Conseguì il brevetto di pilota d’aeroplano nel corso del 1919, e poi comandante della 27ª Squadriglia.
Nel 1923 transitò in forza nella neocostituita Regia Aeronautica, scalando rapidamente le gerarchie militari. Ricoprì gli incarichi di Direttore della Scuola di osservazione aerea, Capo ufficio Consulente Tecnico d’Aeronautica presso lo Stato Maggiore Generale, Consulente tecnico d’aeronautica presso la Delegazione italiana a Ginevra.
Dall’ottobre del 1928 al settembre 1929 fu comandante del 2º Stormo, e promosso colonnello nel 1930, dal 1º novembre 1931 al 31 ottobre 1932 fu comandante del 13º Stormo. Promosso generale di brigata aerea nel 1933, il 15 ottobre dello stesso anno sostituì il generale Francesco Pricolo nella carica di Sottocapo di Stato maggiore della Regia Aeronautica. Ricoprì tale incarico fino al 1º dicembre 1939 quando fu sostituito dal generale di squadra aerea Giuseppe Santoro, venendo promosso generale di divisione aerea nel 1934. Il 15 agosto 1936 il generale di squadra aerea Pinna sostituì il generale di divisione aerea Mario Ajmone Cat nella carica di Comandante del Comando aeronautica dell’Africa orientale italiana, ma il 4 dicembre dello stesso anno fu sostituito dal generale Aurelio Liotta e rientrò in patria, insignito di una seconda Medaglia d’argento al valor militare, e con la promozione al rango di generale di squadra aerea.
Nel 1939 divenne Grande Ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, e nel dicembre dello stesso anno tornò nuovamente in A.O.I. come comandante delle forze aeree presenti in quel settore, sostituendo il generale Gennaro Tedeschini Lalli. Il 10 giugno 1940 l’Italia entrò in guerra contro la Francia e la Gran Bretagna, e le forze della Regia Aeronautica presenti nell’Impero entrarono immediatamente in azione. Il 30 aprile 1941, dopo la caduta dell’Impero italiano, venne fatto prigioniero dagli inglesi e trasferito in India, presso il campo di prigionia di Prem Nagar, otto miglia a est di Dehradun. Il 20 dicembre 1942 venne trasferito negli Stati Uniti d’America, rinchiuso nel campo di prigionia di Monticello (Arkansas), organizzato sul modello tedesco, ben più duro di quello indiano. Dopo la caduta del fascismo (25 luglio 1943), e l’armistizio con gli anglo-americani (8 settembre dello stesso anno), scrisse una lettera al Presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt invitandolo a favorire la creazione di unità combattenti tra i prigionieri di guerra italiani, da utilizzare contro l’ormai comune nemico tedesco. Tale iniziativa ottenne l’appoggio del sindaco di New York Fiorello La Guardia che era stato maggiore pilota nella 5ª Squadriglia del Corpo Aeronautico italiano e mosse affinché venissero creati reparti combattenti pro-alleati. Vista la sua presa di posizione gli alleati lo trasferirono dapprima in Algeria, e poi lo fecero rientrare in Italia, mandandolo Napoli e poi a Salerno.
Il 27 gennaio 1944 fu lo stesso governo militare alleato a nominarlo Alto Commissario per la Sardegna. Egli si impegnò, seppure tra mille difficoltà dovute alla scarsezza di mezzi a disposizione, ma con buoni risultati, per indirizzare e gestire il processo di ricostruzione economica, politica e sociale dell’isola che soffriva la tragedia del dopoguerra, ottenendo buoni risultati. Tra le sue iniziative si annoverano l’istituzione della Fiera campionaria di Cagliari e la realizzazione dell’aeroporto di Alghero.[N 1]. A causa di questo fatto il governo presieduto dal Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio decise di affiancargli una consulta formata da 18 elementi.[N 2] Fu confermato nell’incarico anche durante il primo governo Parri e i successivi cinque De Gasperi, rimanendo in carica fino al 28 maggio 1949 quando ci furono le prime elezioni del Consiglio Regionale. La nomina ad Alto Commissario lo rese automaticamente membro della Consulta Nazionale. Nel corso del 1949 fu richiamato al servizio militare come direttore generale dell’Aviazione Civile e del traffico aereo e, nel 1953, divenne Consigliere di Stato fino al 1961, quando fu collocato a riposo con il grado di Presidente di sezione giurisdizionale. Si ritirò nella città natale di Pozzomaggiore, dove trascorse gli ultimi sei anni di vita, spegnendosi il 9 ottobre 1966.
Onorificenze
Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia – nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia
«Comandante superiore dell’Aeronautica dell’A.O.I. studiò e avviò nuovo ordinamento e schieramento che al momento opportuno risposero alle esigenze in modo magistrale. Con instancabile attività, ottenne dai propri dipendenti il più alto rendimento in operazioni di ricognizioni, di bombardamento, di rifornimento, prima, durante e dopo le piogge sostenendo materialmente e moralmente le truppe impegnate con i ribelli o in marcia per l’occupazione delle regioni ovest dell’Impero e partecipando personalmente a numerose imprese ardite e arrischiate. Cielo dell’A.O.I., 7 giugno-5 dicembre 1936.»
— Regio Decreto 24 maggio 1937
Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia – nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia
«Sottocapo di Stato maggiore della Regia Aeronautica; ha organizzato e curato -con ferma fede e sicura competenza – la costituzione, la mobilitazione e la radunata di Grandi Unità la raccolta e l’approntamento dei mezzi e dei servizi conclusisi con il trionfo della Patria Fascista.»
— Regio Decreto 31 luglio 1939
Commendatore dell’Ordine militare di Savoia – nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell’Ordine militare di Savoia
«Generale di squadra aerea dal brillante passato aeronautico e di late virtù militari, comandante dell’Aeronautica dell’A.O.I. Fin dall’inizio delle operazioni, attraverso difficoltà di ogni genere, spesso insormontabili, dovute alla grande distanza dalla Madre Patria, alla deficienza dei collegamenti, alla mancanza dei rifornimenti, con un geniale impiego dei reparti e con saggi ed accorti provvedimenti, riusciva a mantenere per lungo tempo saldi ed efficienti i propri reparti nella durissima eroica lotta contro un nemico superiore per numero e mezzi ed enormemente avvantaggiato delle ampie possibilità di comunicazione. Sotto la sua guida sicura ed illuminata ed il suo costante entusiasmo, di fede, e di illimitata dedizione al dovere, i reparti dell’A.O.I., dopo aver contrastato ora per ora al nemico i cieli dell’Impero fino all’ultimo apparecchio, non hanno poi esitato ad impugnare il moschetto assieme ai fanti pur di continuare l’eroica lotta fino al sacrificio; esempio che rimarrà attraverso il tempo titolo d’onore per l’Arma Aeronautica e la nostra razza. A.O.I., 10 giugno 1940-30 aprile 1941.»
— Regio Decreto 26 aprile 1941
Medaglia d’argento al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d’argento al valor militare
«Comandante Superiore dell’Aeronautica in A.O., in 104 ore di volo guidava personalmente le formazioni aeree in audacissime operazioni di ricognizione, di bombardamento, di mitragliamento, esempio costante e luminoso di coraggio e ardimento. Dopo aver studiato ed organizzato una arditissima azione aerea di sbarco a Dembidollo in paese inesplorato e insidiato dai ribelli, la dirigeva ed eseguiva personalmente, con rara perizia ed abile manovra, contribuendo validamente e col successo dell’operazione all’occupazione totalitaria dell’ovest etiopico. Cielo dell’A.O.I., 7 giugno-5 dicembre 1936 – Dembidollo, 11 novembre 1936.»
Medaglia d’argento al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d’argento al valor militare
«Osservatore dell’aeroplano di saldissima tempra, comandante di squadriglia di attività alacre, in voli quotidiani, superava con fermo cuore insidie ed offese nemiche, scoprendo le artiglierie dell’avversario e dirigendo contro di esse l’aggiustato fuoco delle nostre batterie. Cielo del Carso, Cielo del Piave, aprile 1917-maggio 1918.»
Medaglia di bronzo al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valor militare
«Eseguì con intelligenza ed ardire numerose ricognizioni. Per cercare di individuare una batteria nemica, si spinse oltre le nostre prime linee, in terreno battuto da artiglieria e fucileria nemica. Castelnuovo, 7 agosto-6 settembre 1915.»
Croce di guerra al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria
Croce di guerra al valor militare
«Comandante di grande unità, esauriti tutti i mezzi di lotta aerea, scendeva fante tra i fanti in linea, esempio di fede e di volontà. Africa, maggio 1941.»(fonte)