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Spartaco, 1943

    Spartaco, 1941
    « di 2 »

    Mantova 9.8.43
    Cari genitori
    eccolo il vostro
    Artigliere e turista
    e forse Carrista.
    Guardatemi e
    pensatemi e sorridere
    via le lacrime. Gioia
    nei vostri occhi. Vostro
    Spartaco

    FOTO CINE
    SBARBERI

    Corso Garibaldi 91 Mantova

    DATA 9 agosto 1943
    SOGGETTO Militare italiano vicino a un autocarro FIAT 611[1]

    AUTORE: Quinto Sbarberi (1912-1981), fotografo principale
    B/N COLORE Bianco e nero
    DIMENSIONI 6,5×8cm
    MATERIA E TECNICA gelatina bromuro d’argento/pellicola piana negativa (acetato)

    © Archivio Sacchini


    Note

    [1] Il Fiat 611 C fu un autocarro impiegato dal Regio Esercito italiano nel periodo tra le due guerre mondiali. Fu il progenitore dell’innovativo Fiat Dovunque 33.
    Alla fine degli anni venti, il Regio Esercito, alla ricerca di un autocarro fuoristrada, acquistò due modelli 6×4 inglesi: un Morris type D ed un Garner a cabina avanzata. I due mezzi dettero ottimi risultati su tutti i tipi di terreno, anche nelle prove di traino di cannoni campali. L’Ispettorato del materiale automobilistico emanò quindi le specifiche per un mezzo di questo tipo, che avrebbe dovuto avere 3 t di peso a vuoto e 2 t di portata, un raggio di sterzata di 6 m, trasmissione cardanica, passo massimo di 1,5 m ed ingombro trasversale massimo di 2 m, 35 km/h di velocità, pendenza superabile del 35% e capacità di traino di 2,5 t a 10 km/h.
    La Fiat rispose al bando sviluppando nel 1929 il modello denominato Fiat 611, ispirato al Morris, dal quale differiva soprattutto per la cabina chiusa. I prototipi furono testati nel 1930 in Tripolitania italiana; durante questi test vennero smontate le portiere della cabina ed i parabrezza. Il modello definitivo, denominato Fiat 611 C (Coloniale), incorporò queste modifiche adottando una cabina di tipo aperto. Il mezzo fu acquistato dal Regio Esercito ed assegnato ai Regio corpo truppe coloniali della Tripolitania e della Cirenaica per il trasporto del cannone da 77/28 in versione portee.
    Nel 1932 la Ansaldo realizzò, sul telaio del 611 C, l’autoblindo Fiat 611, realizzata in 10 esemplari, cinque armate di cannone e cinque di sole mitragliatrici, per Corpo delle guardie di pubblica sicurezza.
    I veicoli furono impiegati nella guerra d’Etiopia, quando 50 esemplari furono inviati in Somalia italiana. Il Fiat 611 C rimase in servizio nei Regi Corpi Truppe Coloniali almeno fino al 1939, quando furono sostituiti dal SPA Dovunque 35.(fonte)

    A Mantova Particolarmente cruenti furono i giorni successivi all’armistizio dell’8 settembre 1943. La mattina del 9 settembre Mantova fu occupata dalle truppe tedesche. Con le truppe italiane ci furono scontri armati, principalmente alla stazione ferroviaria presidiata dal 4º Contraerei. Numerose furono le vittime, dal registro dell’ospedale risulterebbero ben 24 militari italiani ‘portati morti, tra questi il bolognese, capitano di complemento, Renato Marabini. La mattina dell’11 settembre venne uccisa Giuseppina Rippa nell’atto di offrire del pane ai militari italiani prigionieri e il 12 settembre fu rinvenuto a Belfiore ucciso da un colpo di pistola Don Eugenio Leoni, il giorno prima prelevato da una pattuglia tedesca nella chiesa di San Simone. La strategia terroristica preventiva dei tedeschi proseguì con l’Eccidio dell’Aldriga, che prende il nome da una località poco oltre il confine comunale di Mantova in territorio di Curtatone, dove il 19 settembre furono fucilati dieci militari italiani prelevati dal campo di concentramento del Gradaro (Kriegsgefangenenlager, poi Stalag 337, infine Dulag 339) situato alla periferia meridionale della città, nel quale transitarono almeno 250 000 militari italiani e stranieri.(fonte)

    In quei giorni, in Italia.

    • Truppe tedesche iniziano a spostarsi in l’Italia per contrastare una possibile “defezione” dell’alleato dell’Asse.
    • 6-8 agosto – Bombardamenti alleati su Milano, Torino e Genova.
    •  Il governo a sottoscrivere con i cinque partiti l’accordo di Roma del 7 agosto 1943, riconoscendoli legalmente, precisando inoltre che non vi fosse alcun divieto a ricostituire le organizzazioni sindacali. Tre giorni dopo, infatti, furono soppresse le corporazioni fasciste e la legislazione in materia del passato regime.
    • Il Regio Cacciatorpediniere Vincenzo Gioberti, protagonista durante la Seconda Guerra Mondiale di oltre 200 missioni di guerra, viene affondato il 9 agosto del 1943 mentre stava scortando la VIII Divisione diretta a Genova. Il Cacciatorpediniere colpito dai quattro siluri lanciati verso le 5 navi da un sommergibile avversario. Oggi localizzato nei pressi dell’isola del Tino [è una delle tre isole del golfo della Spezia – a circa 600 metri di profondità dall’ingegner Guido Gay con gli strumenti da lui stesso progettati e installati sul catamarano Daedalus (fonte).
    • Dagli atti sopra descritti, sembrerebbe che, nelle prime due settimane di governo (25 luglio-7 agosto), l’azione del governo Badoglio fosse improntata al mantenimento di un regime militare sul piano interno, e, in politica estera, tentare di far accettare alla Germania l’uscita dell’Italia dall’alleanza, in cambio dell’impegno alla più rigida neutralità, e successivamente negoziare su tali basi con gli anglo-americani. Un’idea, quella della “neutralizzazione del paese”, che circolava negli ambienti militari già prima della caduta di Mussolini. Il prosieguo della vicenda avrebbe dimostrato quanto velleitarie e prive di presupposti fossero tali linee politiche, sia sotto il profilo interno, sia in quello internazionale. Sul piano interno, infatti, i partiti politici e le organizzazioni sindacali si erano ricostituite quasi subito, rendendo vane le disposizioni governative: il 26 luglio a Milano, nella notte del 27, a Roma, sotto la presidenza di Ivanoe Bonomi, e il successivo 2 agosto, a Roma, si erano riuniti i rappresentanti della Democrazia Cristiana, del Partito Liberale Italiano, del Partito Socialista Italiano, del Partito d’Azione, e del Partito Comunista Italiano; né erano cessate le dimostrazioni di piazza, che provocarono complessivamente 83 morti e 516 feriti.
      Tale situazione costrinse il governo a sottoscrivere con i cinque partiti l’accordo di Roma del 7 agosto 1943, riconoscendoli legalmente, precisando inoltre che non vi fosse alcun divieto a ricostituire le organizzazioni sindacali. Tre giorni dopo, infatti, furono soppresse le corporazioni fasciste e la legislazione in materia del passato regime(fonte).
    • Bonomi incontra il 9 agosto 1943 Badoglio su incarico del comitato antifascista(fonte).