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Aquila Fiumana, 1906

    Aquila Fiumana, 1906
    « di 2 »

    CARTOLINA RICORDO

    Fusa nello Stabilimento
    MATTEO SKULL[1]
    Fiume
    Fonditore Giov. Legan.

    Modello della nuova aquila fiumana[2], inaugurata nel Giugno 1906.
    Opera dello scultore Vittorio de Marco.

    Sul cartiglio INDEFICIENTER[3]

    retro

    Levelező-lap

    INDEFICIENTER.

    Da tanto tempo – là su la torre
    Che stava el stemma – del al città
    Ma come un brutto giorne – non se sa come,
    Via della torre – ….. el xe svolà!
    Qualchedon dise- che certi Siori
    De far un tanto – le ga obbligà …….

    Non steghe creder – xe tutte flocce
    L’aquila nostra – ritornerà[4]

    SMD
    MODIANO
    TRIESTE


    Note

    [1] Nato: 1838
    Morto: Fiume, 1901.

    Genitori: ??
    Fratelli: ??

    Moglie: Ana nata Perinović (1835 – 1912)
    Bambini: Albina Ida (Fiume, 3 aprile 1867 – Fiume, 15 luglio 1869), Giuseppe (Kočevlje, 1864 – Trieste, 1912)

    Tra il 1864 e il 1869 nel sobborgo fiumano di Dolac iniziò ad operare la piccola fonderia di bronzo e ferro “Fonderia al Dolac di Diracca, Cussar, Skull”. Diracca si ritira dall’attività e Skull e Cussar si trasferiscono e aprono i propri laboratori.

    Matteo Skull (Škulj) è di origine slava e arrivò a Fiume nel 1863. Come meccanico di precisione lavorò presso l’Istituto tecnico di Rijeka (“Stabilimento tecnico fiumano”), fondato nel 1853 a Rijeka con il nome di “Fonderia di metalli” (“Fonderia Metalli”) ed è considerata la prima fonderia industriale . Nel 1856 il suo nome fu cambiato in “Istituto tecnico di Rijeka” (“Stabilimento tecnico fiumano”). La fabbrica faceva parte del 1953. cambiato dai nazisti in “Torpedo”.

    Dopo qualche tempo Matteo, con i soci Diracco e Luigi Cussaro, diede vita ad una fonderia nell’attuale Dolac.

    A metà del XIX secolo Via dei Molini (l’odierna via Vodovodna) divenne la prima zona industriale di Rijeka. Oltre all’allora esistente Cartiera, negli anni Settanta dell’Ottocento, in quella zona lungo il fiume, numerose miniere cambiarono destinazione e modernizzarono la produzione, così nacquero le prime “TVINIE TVUNICA” E “Molini Bruni” (1879). anche il Pastificio Giovanni Toncich e la Fabbrica della pasta “Cartesio & Curti” e la “Fabbrica Paste Alimentari Cartesio Vezzil & Co”. La prima fabbrica di parquet fiumano e i resti della ciminiera furono costruiti lì nel 1895 secondo il progetto di Emilio Ambrosini tra Via dei. Molini e il canale fluviale (oggi sul sito del garage dell’Autotrolley) nel 1898 venne costruita la “Fabbrica di sapone I. Levy & Co” che venne poi ribattezzata “Fabrica Fiumanna di Saponi, Glicerina, Soda cristallizzata e prodoti grassi” (oggi edificio in rovina Vodovodna 40).Fonderia Mateo Skull

    Quando Mateo Skull e Luigi Cussar si separarono nel 1878, aprirono i propri laboratori, entrambi in Via dei Molini (oggi Via Vodovodna).
    L’edificio in Vodovodna 5, costruito per il “Conciatore” del famoso commerciante di Sušak Đura Ružić, intorno al 1883 fu ristrutturato per adibirlo alla fonderia e alla fabbrica di macchine di Matteo Skull. Si trova nel magazzino “Kožare” ad un piano costruito secondo il progetto Santa Pillepicha, all’indirizzo odierno Vodovodna 5.
    Nel 1887 Mateo Skull costruì una fonderia sul terreno di proprietà di un certo Seeman, vicino alla stessa “Kožara”. La “Matteo Skull, Officine Meccanico – navali e fonderia, Fiume” divenne presto la più importante industria privata della città. È interessante notare che già allora gli appartamenti degli operai erano parte integrante della fabbrica.

    Matteo F, cast
    DATI GENERALI:
    Nome: Matteo Skull, Officine Meccanico – navali e fonderia, Fiume
    Indirizzo: Rijeka, via Vodovodna n. 5 (Via del Molini 10; 1925: Via Acquedotto 21)
    Comitato: Matteo Skull
    Progettista: Giacomo Mattich
    Committente: Giacomo Mattich
    Nome: industriale (edificio operativo di fabbrica)
    Data di costruzione: 1887.
    ADATTAMENTI:
    1881: Santo Pillepich, rivista costruita
    1887: Santo Pillepich, ampliamento dello stabilimento
    1888: Santo Pillepich, ampliamento dello stabilimento
    1900: Santo Pillepich, ampliamento dello stabilimento
    1925: Nereo Bacci, annesso di collegamento, artista sconosciuto
    1926: adattamenti; progettista e appaltatore sconosciuto
    1932: adattamento; progettista e appaltatore sconosciuto
    1941: Nereo Bacci, ampliamento e ammodernamento dello stabilimento
    1941: ristrutturazione dell’edificio amministrativo (k. n. 2.)
    1941: Nereo Bacci, rifugio antiaereo con mensa e alloggi per gli operai
    1942: Nereo Bacci, rifugio filoaereo con mensa e alloggio per gli operai

    L’edificio dall’altra parte della strada in Vodovodna 2 fu costruito tra il 1941 e il 1942 per una grande casa operaia “Dopo lavoro”, che ospitava mensa operaia, bagni e spogliatoi per gli operai.
    Nel secondo dopoguerra in questi edifici si trovava la fabbrica “Rade Končar”.

    Nel 1884 in via Vodovodna al numero 17 venne costruita la “Fonderia Metalli Luigi Cussaro”. Oltre al cortile operativo della fonderia è stato realizzato anche un edificio a due piani per l’alloggio degli operai. Nel 1904 Cussar acquistò l’edificio del vicino panificio “Mischi”, lo demolì e costruì un edificio residenziale a tre piani (oggi Vodovodna 15).

    Fabbrica di pompe e attrezzature marittime Rikard Benčić, Preša

    La fonderia e la fabbrica di macchinari producevano torchi per vino e olive, mulini, parti per argani, bitte per l’ormeggio delle navi, chiusini e altro ancora.
    Nel 1881 e nel 1888 la fabbrica venne ampliata e modificata architettonicamente, nel 1925 fu ampliata a spese della conceria Ružić, già crollata, e ristrutturata secondo il progetto di Nere Bacci. L’esperienza più recente è sulla strada principale in cui è un progetto di progettazione futuristica con caratteristiche architettoniche, un posto di lavoro per il dopolavoro creativo che è molto utile con il livello superiore.
    Nel 1928 ampliarono i locali e aprirono una stazione radio(fonte)

    [2] L’AQUILA FIUMANA DEL VITTORIALE. STORIA DI UN SIMBOLO SCOMPARSO E RITROVATO
    di Federico Carlo Simonelli
    Sommario: 1. Prologo. – 2. Il ritrovamento della testa recisa. – 3. Storia dell’aquila fiumana. – 4. Il significato di un simbolo: dal ricordo al ritorno.
    1. Prologo La distruzione dell’Aquila avvenne il 20 gennaio 1949 per mano di chi vo- leva cancellare ogni segno del nostro passato di autonomia e di italianità. Una signora fiumana mi scrisse in merito: “Passando per il Corso vidi della gente che guardava in alto verso la Torre. Alzai gli occhi … orrore … stavano facendo a pezzi l’Aquila con la fiamma ossidrica. La gente piangeva e ve- niva tenuta lontano dalle guardie che impedivano di prendere qualche frammento. Non hai idea di quanto mi sconvolse quella scena”.

    Così racconta Alice Skull Allazeta durante il Convegno di Studi Fiumani tenutosi a Roma il 4 dicembre 1982. L’anziana esule, appartenente a una delle famiglie più conosciute di Fiume, sta terminando un intervento sulla storia dello stemma municipale della sua città. Dopo un brillante excursus che copre oltre cinquecento anni di storia fiumana, la relatrice sceglie di conclu- dere raccontando del momento in cui i funzionari di Tito hanno distrutto la statua in metallo dell’aquila bicipite sulla torre civica. Dal 1906 quell’aquila a due teste svettava sul centro cittadino con le sue ali spiegate, e dal 1919, quando due legionari dannunziani le tagliarono una delle due teste, esibiva una bizzarra mutilazione che aveva guadagnato a Fiume l’appellativo di “porto dell’aquila decapitata”. Nella distruzione di questa statua, Alice vede condensarsi tutta la trage- dia umana e identitaria che ha colpito la sua città tra il 1945 e il 1949, quando il regime titoista ha cominciato a cancellare tutto ciò che rappresentava la vita precedente di “Rijeka”. Per lei, la spirale di ritorsioni abbattutasi su molti fiumani di lingua italiana, compreso suo fratello Nevio, non può che culmi- nare con la distruzione di quel monumento così amato dai suoi concittadini. Ma non tutto è perduto. Alice racconta anche che il suo amico Giuseppe Stojan raccolse alcuni frantumi del basamento, portandoli con sé in Italia, e che riuscì anche a salvare dalla fusione l’unica testa dell’aquila, sotterrandola in un cantiere 3 . Grazie a questo salvataggio improvvisato, parti della statua sono oggi visibili a Roma, presso il Museo della Società di Studi Fiumani, mentre la testa sarebbe ancora sepolta in un luogo sconosciuto sulle sponde del Quarnero. La cura quasi religiosa con cui questi frammenti sono custoditi a Roma e l’entusiasmo per il ritorno di una nuova aquila bicipite sulla torre, inaugurata nell’aprile 2017, mostrano quanto i fiumani (di ieri e di oggi) siano legati all’effigie del loro «animale guida». Come se, per tutti questi anni, quel vuoto sulla cupola fosse anche un vuoto d’identità e di memoria. Fino ad oggi si pensava che queste «reliquie» del basamento e la leggenda- ria testa nascosta fossero tutto ciò che restava di quel monumento così im- portante per i fiumani. Questo contributo parla di un altro frammento sopravvissuto, dimenti- cato e ritrovato dopo quasi un secolo.(fonte)

    [3] Motto di Fiume: Indeficienter (Senza fine).
    Lo Stato Libero di Fiume (in croato: Slobodna Država Rijeka) era una città-Stato del XX secolo formata dalla sola municipalità di Fiume, esistita tra il 1920 e il 1924, e ora parte della Croazia.
    Lo Stato fu formato con il territorio della città di Fiume, cui fu aggiunta una striscia di territorio costiero istriano atto a permettere la connessione diretta con l’Italia. Lo Stato confinava con Castua, Gellegne, Viscovo, Zaule di Liburnia, e il comune italiano di Mattuglie.(fonte)

    Studi fiumani(fonte)

    [4] Canzone popolare INDEFICIENTER, musica di Vitttorio Pincherle, testo di  M.  Schiavuzzi.(fonte)