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Renzo Ventura. Dopo la guerra? 1914

    Renzo Ventura, E dopo la guerra? 1914
    Renzo Ventura, E dopo la guerra? 1914
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    dopo la guerra (?)


    Data: 1916 ca

    Autore: Renzo Ventura

    Soggetto: Illustrazione di A. Ventura[1] ritrae il Re Vittorio Emanuele III in fuga mentre dietro avanzano, mutilati e feriti, i rappresentanti delle nazioni coinvolte dal conflitto: Austria, Francia, Germania, Russia, Inghilterra, Ungheria, ecc.

    B/N Colore:  colori

    Dimensioni: 13,7 x 9 cm (supporto primario)

    Materiale: cartoncino

    Tecnica: riproduzione fotomeccanica

    © Archivio Sacchini


    Note

    [1] Renzo Ventura. Lorenzo Contratti, in arte Renzo Ventura, nasce nel 1886 a Colmurano, dove compie gli studi elementari per frequentare in seguito la Scuola Tecnica di Macerata. Nel 1910 va a Bologna per apprendere la tecnica della litografia e nel 1913 si stabilisce a Milano, cominciando a disegnare cataloghi di moda e cartoline, a lavorare come illustratore e caricaturista, grafico e pubblicitario per alcune importanti riviste e case editrici. Nel 1916 è arruolato nel corpo dei Bersaglieri e per tre anni rimane in zona di guerra. Nel 1919 riprende la sua attività artistica, ma nel 1923, a seguito di una crisi psichica, viene ricoverato nel Manicomio Provinciale di Mombello, dove rimarrà fino al 1937 quando è trasferito nell’Istituto Fatebenefratelli di San Colombano al Lambro, dove muore il 17 novembre 1940.
    Renzo Ventura è un pittore, caricaturista e illustratore tra i più geniali del primo Novecento e vive una breve stagione artistica tra Liberty e Art Deco, creando una serie di opere caratterizzate da una spiccata eleganza e grazia sensuale. Egli rappresenta con passionalità e ironia un mondo borghese decadente, ambiguo e lascivo, popolato da ricchi signori obesi e ripugnanti, ai quali fanno da contraltare donne bellissime e sensuali. Nel 1915 Ventura crea una serie di splendide cartoline illustrate che affrontano con ironia il drammatico tema della guerra. Si tratta d’immagini vive e raffinate, realizzate con un segno leggero e incisivo, con colori luminosi, dove c’è una prevalenza di rossi, verdi, gialli e blu, che conferiscono un’atmosfera quasi surreale alla tragedia che sta sconvolgendo il mondo. In queste cartoline egli ironizza sulla virilità germanica corteggiata dalla Turchia; il re d’Italia Vittorio Emanuele III subisce le lusinghe della Germania e della Francia affinché entri in guerra; l’imperatore Guglielmo II minaccia con la pistola una prosperosa Francia; un ussaro tedesco cavalca su un lago di sangue con una preda femminile e con il bottino frutto dell’aggressione del Belgio; l’imperatore tedesco vestito da Nerone suona la lira dinanzi alla cattedrale di Reims in fiamme; lo stesso imperatore, travestito da mendicante, si aggira per Parigi con le tasche piene di refurtiva in compagnia di un cane con il volto di Francesco Giuseppe; un soldato francese si prepara alla “rivincita” tra due allegre donnine; Guglielmo II e Francesco Giuseppe stringono un patto per conquistare il mondo con un bagno di sangue; i due imperatori sono sopra un cavallo di legno, mentre i soldati della Triplice Intesa si accingono a tagliargli le gambe; Guglielmo II si appresta a divorare il mondo ma Dio lo ammonisce che potrebbe essere indigesto; la Pace, che ha le sembianze di Giovanna d’Arco, passa a cavallo sopra una distesa di cadaveri tedeschi; infine l’autore si pone l’interrogativo sul futuro del mondo dopo la pace e mostra il re d’Italia inseguito da una schiera di feriti e mutilati.(fonte)