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Milano Brothers Laboratory, 1925 ca

    Milano Brothers Laboratory, 1925ca
    Milano Brothers Laboratory, 1925ca
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    Giovinezza ! Giovinezza !
    Primavera di bellezza[1]
    Or la chioma a grand’ altezza
    Sul mio capo tornerà ! (*)

    Maestà ecco un rimedio che, come voi, è sovrano
    E questo la soluzione trovata a Milano (*)

    *) allude a

    MILANO BROTHERS = Laboratory

    Via Cesare Rossaroll N. 96

    disegno a firma Macboy

    retro

    CARTOLINA POSTALE
    Sig.

    timbro

    GIUSEPPE MONTORO
    SALA PER TOLETTA
    Corso Vitt. Em. – Parlamento, 6
    PALERMO


    Data: 1925 c a

    Autore: MILANO BROTHERS = Laboratory

    Soggetto: Disegno satirico che raffigura Benito Mussolini con indosso la redingote, calzoni neri e ghette bianche (come il 16 novembre 1922 quando in parlamento pronunciò il discorso “del bivacco”[2]). Mussolini tiene in mano un la bottiglia di una lozione e la mostra al Re Vittorio Emanuele III.

    B/N Colore:  tratto nero su fondo beiges del cartoncino

    Dimensioni: 9 x 14 cm (supporto primario)

    Materiale: cartoncino

    Tecnica: riproduzione fotomeccanica

    © Archivio Sacchini


    Note

    Nella cartolina risulta errato il nome della via “Via Cesare Rossaroll N. 96” invece di Rosaroll. Via che non è presente a Milano, forse Napoli o Palermo. L’accenno alla presenza del “rimedio” a Milano allude probabilmente alla cosiddetta “marcia su Roma” e a Mussolini che, preso atto della inazione del Re, partì in treno da Milano la sera del 29 ottobre 1922 per arrivare, il giorno dopo, al Quirinale e qui ottenere l’incarico.
    Cesare Rosaroll-Scorza è stato un militare e patriota italiano, militare dell’esercito delle Due Sicilie, caduto in combattimento nella difesa di Venezia.

    [1] Giovinezza fu una delle canzoni più diffuse durante il Ventennio fascista, al cui clima politico rimase profondamente legata. La sua musica, tuttavia, era di molto antecedente al regime fascista ed era stata creata per tutt’altro scopo: era stata composta, infatti, da Giuseppe Blanc nel 1909 per accompagnare i versi di un inno goliardico le cui parole, intrise di gaiezza e nostalgia, erano state scritte da Nino Oxilia sotto il titolo di Il commiato (o Inno dei laureandi). Con testi ogni volta diversi, il brano musicale costituì dapprima la base per l’inno degli Arditi durante la Grande guerra (1917, anonimo-Blanc), poi dell’inno degli Squadristi (1919, Manni-Blanc) e, infine, inno trionfale del Partito Nazionale Fascista (1925, Gotta-Blanc), oltre a una versione modificata della versione degli arditi usata come inno ufficioso della Repubblica Sociale Italiana.
    La versione del 1925 era di fatto il secondo inno del regno d’Italia (il primo era la Marcia Reale) infatti nelle cerimonie si eseguiva la prima strofa della marcia reale seguita dalla prima strofa cantata di Giovinezza.(fonte)

    [2] Il discorso del bivacco è stato il primo discorso tenuto da Benito Mussolini, in veste di Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia, alla Camera dei deputati il 16 novembre 1922.
    Il re Vittorio Emanuele III, dopo aver invano avanzato la proposta ad Antonio Salandra di formare un nuovo governo, il 30 ottobre 1922 convocò Benito Mussolini a Roma per assegnargli il compito.
    Il 16 novembre 1922, Mussolini si recò alla Camera dei deputati per presentare la lista dei suoi ministri, la quale annoverava solo tre personalità fasciste: Alberto de’ Stefani alle finanze, Giovanni Giuriati alle Terre liberate e Aldo Oviglio alla giustizia. Il capo del Governo decise inoltre di tenere nelle sue mani le cariche di ministro dell’interno e ministro degli esteri.
    In questa occasione pronunciò il “discorso del bivacco“, così definito a causa del seguente celebre passo:
    «Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli:
    potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti.
    Potevo, ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto.»(fonte)