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Sanasma. G. Gulì. 1941

    Sanasma. G. Gulì. 1941

    « di 2 »

    Contro
    l’Asma

    Sanasma[1]

    TRONCA
    UN ACCESSO ASMATICO
    PUO’ EVITARNE L’INSORGENZA

    Galenica Milanese S. A. – Via Natale Battaglia, 14 – Stampa propagandistica Dr. SERPERO[2] – Grafiche MATTELLI – Milano

    retro

    BUONO PER SAGGI
    DI
    Sanasma

    POLVERE PER FUMIGAZIONE
    SIGARETTE

    Cancellare la varietà che non serve

    Da ritornarsi in busta aperta come
    stampe con

    Affrancatura L. 0,10
    alla GALENICA MILANESE
    Via Natale Battaglia, 14
    MILANO

    Secondo Semestre
    Gennaio-Giugno 1942-XX Spediz. In abbonamento postale
    Gruppo IV
    Aut. Pref. 21933 – 30-8-1933-XI
    Stampa Propagandistica
    Direttore responsabile: F Serpero

    Gulì Dr. Comm. Giuseppe[3]
    Medico Chirurgo
    Via Giacomo Corradi 5
    ROMA


    Note

    [1] Sanasma. Come dice già il nome, questo preparato galenico era utilizzato per sedare gli attacchi d’asma e la tosse.
    In passato vi avevo già parlato dell’asma, e dei “dubbi” rimedi che venivano utilizzati per curarla ( sigarette d’Abissinia, carte fumigatorie e fumo di sigaro inalato per bocca), con il Sanasma si ebbe una svolta incredibile. Basta rimedi approssimativi che sanno di Medioevo, finalmente l’Industria Galenica Milanese aveva messo in commercio un farmaco efficace contro l’asma.
    Il Sanasma, infatti era una vera “bomba” per l’asma, con una serie di ingredienti che fanno paura solo ad essere letti:

    Stramonio: o erba del diavolo è una pianta velenosissima a causa del suo alto contenuto di alcaloidi come la scopolamina, famosa per i suoi effetti allucinogeni. Se assunto causa un blocco dei recettori muscarinici della muscolatura respiratoria, inibendo così l’attacco d’asma.

    Lobelia: il vero principio attivo del farmaco, conosciuta già dagli Indiani d’America per le sue proprietà antiasmatiche. Non è però immune da effetti collaterali: essendo il suo effetto sull’organismo simile a quello del tabacco, spesso si sono registrati casi di dipendenza.

    Belladonna: anche se in precedenza l’abbiamo conosciuta soprattutto come miorilassante e antispastico, ha anche proprietà broncodilatatrici. Non sto a ricordarvi che se assunta troppo di frequente può dar luogo ad avvelenamenti.

    Menta piperita: perché gli alcaloidi tendono ad essere piuttosto amari e queste compresse dovranno pur sapere di qualcosa.

    Eucalipto e salvia: i loro estratti hanno proprietà anti infiammatorie e antisettiche.

    Efedrina cloridrato: chimicamente simile alle anfetamine, in passato è stata utilizzata tantissimo come decongestionante nasale, e come broncodilatatore per l’asma. Purtroppo i suoi effetti collaterali non erano da poco, si arrivava addirittura all’infarto e all’ictus, perciò al giorno d’oggi è stata sostituita con molecole più sicure.

    Pentametilentetrazolo: è uno stimolante del sistema nervoso centrale, in particolare aumentava la velocità della circolazione sanguigna, in modo tale da far arrivare più sangue agli alveoli polmonari e aumentare lo scambio gassoso. Oggi non viene più impiegato, in quanto se utilizzato per troppo tempo poteva portare ad attacchi convulsivi.

    Acido paraminobenzoico: o PABA, è più importante per le sue interazioni con l’acido folico che come antiasmatico. Inoltre è largamente impiegato nella produzione di solari e creme antiscottatura, perché riduce i danni delle radiazioni ultraviolette.

    Calcio levulinato: per dare “corpo” alla pastiglia.
    Come abbiamo visto, negli anni Cinquanta / Sessanta, con l’asma non scherzavano proprio, e questo era anche dimostrato dalle dimensioni della scatola: 5 cm x 4 cm x 0,6 cm di spessore: un formato ultratascabile!
    Ogni scatola conteneva 20 compresse, che potevano essere assunte fino ad un massimo di 6 al giorno, secondo la prescrizione del medico.
    La sede dell’industria Galenica Milanese era in Via Natale Battaglia, n° 22. Ad oggi gli stabilimenti non esistono più, perché rimpiazzati da eleganti appartamenti in stile anni Settanta.(fonte)

    [2] Filippo Serpero è stato un lungimirante imprenditore farmaceutico, aperto alla innovazione e alla ricerca, che tra il 1940 e il 1950 ha portato la propria azienda ad assumere un ruolo significativo nel settore dei prodotti dedicati all’asma e alle patologie respiratorie.(fonte)

    [3]

    Giuseppe Gulì (Palermo 21 aprile 1859 – Roma 5 dicembre 1941) Laureato in medicina, entrò nelle biblioteche pubbliche governative come alunno assistente nel maggio 1878, alla Biblioteca nazionale di Palermo. Nel novembre 1879 fu nominato assistente di 4ª classe e destinato alla Biblioteca universitaria di Padova, ma già nel giugno di quell’anno era stato comandato da Palermo alla Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele II di Roma.
    Dopo questo periodo di comando raggiunse la sede di Padova, a quanto sembra, e fu poi, nell’estate 1882, promosso assistente di 3ª classe e trasferito alla Biblioteca nazionale di Firenze.
    Verso la fine del 1887 fu trasferito alla Biblioteca nazionale di Roma, dove prestò servizio per parecchi anni, e fin dal principio gli fu conferito l’incarico di attendere alla compilazione del «Bollettino delle opere moderne straniere acquistate dalle biblioteche pubbliche governative del Regno d’Italia», impresa alla quale si affezionò tanto da continuare ad averne cura anche quando ormai non era più in servizio nella Biblioteca. Tutti i volumi di quell’opera, eccetto i due primi del 1886 e 1887, fino a quello edito nel 1925, recano la sua paternità.
    Con la riforma delle carriere fu nominato sottobibliotecario di 2ª classe dal gennaio 1886 e poi di 1ª classe dal dicembre 1897. Superato nel 1904 l’esame di abilitazione all’ufficio di bibliotecario, nel dicembre 1909 fu effettivamente promosso al grado di bibliotecario e ne percorse tutte le classi, fino alla prima, attribuitagli nell’agosto 1928.
    Nel 1914 fu trasferito per breve tempo alla Biblioteca universitaria di Bologna, rientrando quindi alla Biblioteca nazionale di Roma.
    Nel settembre 1925 fu incaricato di dirigere la Biblioteca nazionale di Palermo (1925-1927), con l’annessa Soprintendenza bibliografica per la Sicilia.
    Nel marzo 1927 tornò nella capitale per assumere la direzione della Biblioteca universitaria Alessandrina, a cui era unito l’incarico di soprintendente bibliografico per l’Abruzzo e il Molise. Fu collocato a riposo, per limiti d’età, con il 1º luglio 1933.
    Membro del Comitato promotore dell’Associazione italiana biblioteche, ne fu socio dalla fondazione (1930).

    Autore Giorgio De Gregori(fonte)

    Arturo Di Cesare. Giuseppe Gulì. «Accademie e biblioteche d’Italia», 16 (1941/42), n. 2, p. 142-144.
    Giorgio De Gregori – Simonetta Buttò. Per una storia dei bibliotecari italiani del XX secolo: dizionario bio-bibliografico 1900-1990. Roma: Associazione italiana biblioteche, 1999, p. 107-108 (voce di Giorgio De Gregori).
    Enzo Bottasso. Dizionario dei bibliotecari e bibliografi italiani dal XVI al XX secolo, a cura di Roberto Alciati. [Montevarchi]: Accademia valdarnese del Poggio, 2009, p. 251-252.
    Simona Inserra. Giuseppe Gulì. In: Dizionario biografico dei soprintendenti bibliografici (1919-1972). Bologna: Bononia University Press, 2011, p. 362-363.

    Il dott Giuseppe Gulì, è il padre di Beatrice Gulì. Risulta nell’ELENCO DEGLI APPROVATI alla FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA, nell’esame di Licenza durante le sessioni dell’anno 1881- Annuario della R. Università degli Studi di Padova per l’anno scolastico 1881-82(fonte)