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Gruppo scolastico, 1930 circa

    gruppo scolastico, 1930 circa
    gruppo scolastico, 1930 circa

    fronte
    gruppo scolastico

    DATA 1930 circa
    SOGGETTO Gruppo scolastico
    B/N COLORE Bianco e nero
    DIMENSIONI 23×17cm
    MATERIA E TECNICA gelatina bromuro d’argento / carta

    © Archivio Sacchini


    Note

    La riforma Gentile è una serie di atti normativi del Regno d’Italia che costituì una riforma scolastica organica. Prese il nome dall’ispiratore, il filosofo neoidealista Giovanni Gentile, Ministro della pubblica istruzione del governo Mussolini nel 1923 che la elaborò assieme a Giuseppe Lombardo Radice. «La più fascista» delle riforme, come la definì Mussolini, rimase in vigore nelle sue linee essenziali anche dopo l’avvento della Repubblica, fino a quando il parlamento italiano, con la legge 31 dicembre 1962 n. 1859, abolì la scuola di avviamento professionale creando la cosiddetta scuola media unificata.

    Intenti della riforma

    Secondo lo studioso tedesco Jürgen Charnitzky, i «concetti essenziali» della politica scolastica e sociale di Gentile, cui si ispirerà la riforma del 1923, si trovano già chiaramente esposti nel saggio del 1902 L’unità della scuola media e la libertà degli studi. In questo scritto Gentile propugnava una concezione elitaria, antimoderna e dichiaratamente antidemocratica dell’istruzione superiore, il cui accesso, secondo il filosofo, doveva rimanere riservato agli allievi di maggiore talento oppure a quelli di famiglia facoltosa: «Gli studi secondari sono di lor natura aristocratici, nell’ottimo senso della parola: studi di pochi, dei migliori […]; perché preparano agli studi disinteressati scientifici; i quali non possono spettare se non a quei pochi, cui l’ingegno destina di fatto, o il censo e l’affetto delle famiglie pretendono destinare al culto de’ più alti ideali umani.»

    Fra gli obiettivi della riforma dichiarati dallo stesso filosofo vi era la riduzione del numero complessivo degli allievi nelle scuole medie e superiori. In un’intervista del 1923 Gentile così rispondeva alle preoccupazioni diffuse, al riguardo, fra i genitori degli alunni: «Alla domanda, un po’ irosa: – Come si fa a trovar posto per tutti gli alunni? – io rispondo: – Non si deve trovar posto per tutti. – E mi spiego. La riforma tende proprio a questo: a ridurre la popolazione scolastica.» Uno dei cardini della politica scolastica di Gentile, non appena assunta nel 1922 la carica di ministro della pubblica istruzione, fu di rivalutare nelle scuole e nelle università «quei principi che erano stati profondamente scossi nel disordine politico degli anni precedenti: rispetto della legge, ordine, disciplina, obbedienza all’autorità dello Stato.»(fonte)