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Buca scavata dal 305, 1916 ca

    buca scavata dal 305, 1916 ca
    « di 2 »

    Fanti austriaci seduti al bordo di una buca.

    retro:

    Buca scavata dal 305[1] (2 copie)

    stampa
    CARTOLINA POSTALE

    MISURE 9×14 cm

    COPYRIGHT Archivio Sacchini


    Note

    [1] L’Obice da 305/17 fu la più potente artiglieria in servizio nel Regio Esercito italiano durante la prima guerra mondiale.
    Nel 1908 l’artiglieria da costa italiana, viste le non pienamente soddisfacenti prestazioni del suo obice Ansaldo da 280 mm venute alla luce durante la guerra russo-giapponese, si rivolse alle ditte Armstrong, Krupp, Schneider, Saint Chamond e Vickers-Terni per dei progetti preliminari per un obice da 305 mm. La commissione dell’Ispettorato Generale d’Artiglieria, tra i vari progetti, scelse quello della Armstrong-Pozzuoli, richiedendo varie modifiche al munizionamento, alla scudatura ed al sistema di caricamento. L’arma entrò in servizio nell’artiglieria costiera nel 1914 come Obice da 305/17 su installazione costiera, equipaggiando con 12 pezzi la piazza di La Spezia, con 4 la piazza di La Maddalena e con 4 quella di Messina. Con lo scoppio della Grande Guerra, nacque l’esigenza di rinforzare il parco dei pezzi d’assedio e quindi furono valutati vari progetti per un affusto mobile per il 380 mm. Su progetto del generale Garrone, da un primo Obice da 305/17 G. Mod. 1915, vennero prodotti i due modelli a traino meccanico Obice da 305/17 G. Mod. 1916 e Obice da 305/17 G. Mod. 1917 (la “G.” sta appunto per Garrone). Installando la bocca da fuoco del Mod. 1916 sull’affusto standardizzato progettato da De Stefano, venne realizzato l’Obice da 305/17 D.S.
    Nell’ottobre 1917 erano disponibili 38 pezzi nelle tre versioni. Dopo la perdita di 9 cannoni in seguito alla battaglia di Caporetto, ne vennero prodotti altri 18 tra il 1º luglio 1918 ed il 30 giugno 1919, raggiungendo così il totale di 44 bocche da fuoco, di cui 8 in riserva. Nel 1937, durante la guerra civile spagnola, 5 pezzi furono ceduti ai franchisti. Nel 1939, risultavano in servizio nell’artiglieria d’armata 10 complessi Mod. 16 e 17 Mod. 17; allo scoppio delle ostilità armavano la 540ª batteria del 22º Raggruppamento artiglieria della Guardia alla Frontiera (G.a.F.), una batteria del XXIX ed una del XXXI Gruppo del 24º Reggimento artiglieria G.a.F. ed il 4º Raggruppamento Artiglieria d’Armata dell’esercito; questi pezzi furono impiegati nella campagna di Francia ed a difesa di Napoli e delle coste della Sicilia. Ulteriori 16 affusti su installazione costiera scudata erano in dotazione a 4 batterie costiere della Regia Marina presidiate da personale della MILMART. Alcune bocche da fuoco rimasero in servizio nel dopoguerra con il neonato Esercito Italiano, per essere definitivamente radiate nel 1959.(fonte)

    La “Strafexpedition” contro l’Italia 15 maggio – 16 giugno 1916Terza fase (29 maggio – 10 giugno) –Offensiva in Vallarsa e su Monte Fior – Castelgomberto Sul fronte Val Lagarina – Vallarsa le agguerrite unità della 48ª Divisione, sostenute da massicce azioni di fuoco di artiglieria (compresi i micidiali mortai Skoda da 305 mm.) effettuarono ripetuti ed accaniti attacchi contro Passo Buole, per aggirare le difese italiane del Monte Cogni Zugna, difese eroicamente dalle Brigate di Fanteria Taro, Sicilia, Padova, 42° Battaglione Bersaglieri, dal Battaglione Alpini Val d’Adige e dalla 9a compagnia del 1° Reggimento Genio, ma furono definitivamente ricacciati a colpi di baionetta e bombe a mano sulle posizioni di partenza. Fu una battaglia terribile, con momenti drammatici, sotto il fuoco tambureggiante dell’artiglieria pesante austriaca ed i ripetuti assalti dei soldati austro-ungarici.(fonte)