Al fratello – più che compare – Quinti=
no Iorio ed alla sua diletta Famiglia,
che, stimo e considero anche mia.
Natale del 1930.
Raffaele Zirone
Cav. Cilento
SALERNO
AUTORE Cav. Cilento
DATA 1930
SOGGETTO Ritratto
B/N COLORE Vir. Seppia
DIMENSIONI 16,5×25,5 cm
MATERIA E TECNICA solfuro d’argento / Cartonato
© Archivio Sacchini
Note
MINISTERO DELL’INTERNO
Ricompense al valor civile
Il Presidente della Repubblica, con Suo decreto del 24 aprile 1948, su proposta del Ministro per l’interno, in seguito al parere della Commissione istituita con regio decreto 30 aprile 1851, …
ha inoltre conferito la medaglia d’argento al valor civile alle sottonominate persone
Zirone Raffaele, tenente colonello di fanteria, il 9-13 giugno 1942 in Taranto.
Perdurando ancora lo stato di allarme per una violenta incursione aerea, accorreva prontamente nei luoghi più gravemente colpiti ed esponendosi a grave rischio di prodigava infaticabilmente nelle operazioni di salvataggio delle numerose persone sepolte sotto le macerie e nel recupero dei cadaveri. Avendo riportato, nella circostanza, molteplici ferite, rinunciava ad ogni cura, pur di continuare la sua generosa opera ed essere di incitamento ed esempio ai suoi dipendenti.
Da: 18-6-1948 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA N. 140, P 2111(fonte)
Con battaglia di mezzo giugno (o battaglia di Pantelleria) si indica la serie di scontri aeronavali avvenuti, fra il 12 e il 16 giugno 1942, nel Mediterraneo centrale e orientale durante la seconda guerra mondiale. I combattimenti, che si inquadrano nella più ampia battaglia del Mediterraneo, videro le forze aeree e navali di Italia e Germania contrastare due operazioni di rifornimento dell’isola di Malta condotte dalla Royal Navy britannica (comprendente anche unità australiane e polacche), chiamate in codice Harpoon e Vigorous. Tali operazioni – svolgendosi in una zona del Mediterraneo molto ampia – furono distinte in base alle rotte: da Alessandria d’Egitto la Vigorous e da Gibilterra la Harpoon, convergenti entrambe su Malta in un arco temporale di cinque giorni.
La battaglia può essere considerata un successo delle forze dell’Asse: il convoglio Harpoon, salpato da Gibilterra con la scorta delle navi da guerra del viceammiraglio Alban Curteis, fu sottoposto a lunghi attacchi da parte dei velivoli dell’Asse e dei sommergibili italiani durante il suo tragitto verso il Canale di Sicilia, venendo anche affrontato nelle acque antistanti l’isola di Pantelleria dagli incrociatori italiani dell’ammiraglio Alberto da Zara; in totale, dei sei mercantili facenti parte del convoglio solo due riuscirono ad arrivare a destinazione, mentre la scorta dovette subire forti perdite, sia direttamente dalle forze dell’Asse sia dai campi minati che circondavano Malta. […]
Furono tentate anche diverse azioni preventive per ostacolare eventuali interventi delle forze dell’Asse: il porto di Taranto, base principale della Regia Marina, fu attaccato da bombardieri britannici nelle notti del 9, 10 e 11 giugno anche se con scarsi effetti, mentre i due sommergibili greci Triton e Papanikolis sbarcarono sabotatori del SOE (precisamente tre gruppi dello Special Boat Service, allora “Special Boat Section”, e uno dello Special Air Service) a Creta nella notte tra il 13 e il 14 giugno con il compito di attaccare gli aeroporti di Candia, Kastelli Pediados, Timbaki e Maléme, riuscendo a distruggere alcuni velivoli a Candia oltre a 5 aerei distrutti, 29 danneggiati e 200 tonnellate di benzina avio andata in fumo a Kastelli nel corso dell’operazione Albumen.
Le forze italiane
Nel giugno del 1942, la squadra italiana era in difficoltà per l’indisponibilità di molte delle sue unità maggiori, alcune fuori combattimento sin dalla notte di Taranto: delle sette navi da battaglia disponibili in totale, il Conte di Cavour era a Trieste per lavori di riparazione, il Duilio era a Messina in addestramento, il Giulio Cesare aveva effettuato la sua ultima missione operativa con la scorta al convoglio M43 durante il gennaio 1942, l’Andrea Doria dal marzo 1942 era fermo a Taranto per contribuire alla difesa antiaerea della base, mentre la nuovissima corazzata Roma era ancora in approntamento; degli incrociatori pesanti, tutta la classe Zara – ad eccezione del Gorizia – era andata perduta durante la battaglia di Capo Matapan, mentre il Bolzano era rimasto a Palermo nel disappunto dell’ammiraglio di divisione Alberto Da Zara e il Trieste era ancora in riparazione per i danni provocati da un siluro ricevuto il 21 novembre 1941 dal sommergibile HMS Utmost. Dei dodici incrociatori leggeri della classe Condottieri con la quale la Regia Marina aveva iniziato il conflitto, cinque erano stati affondati, uno, il Luigi Cadorna, era stato dichiarato inadatto ai compiti di squadra per la scarsa protezione, il Duca degli Abruzzi era a Navarino per la protezione ai convogli e lo stesso compito impegnava il Muzio Attendolo tra Napoli e Bengasi o verso l’Albania; i nuovi incrociatori leggeri della classe Capitani Romani erano ancora in allestimento, con solo l’Attilio Regolo da poco entrato in servizio ma ancora impegnato in esercitazioni.(fonte)