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Villaggio Duca degli Abbruzzi. Somalia A.O.I. 1938

    001

    cartolina
    Azienda Berdit  1938
    Villaggio Duca degli Abbruzzi
    Somalia A O I

    “Ferrania”

    002

    1569
    Berdit[1]
    Agosto 1938 A XVI°
    Ludo Biondi

    Agfa Lupex

    003

    1470
    Fra il verde dei bananeti
    Berdit – settembre 1938
    Ludo

    GEVAER
    RIDAX

    004

    1471
    Berdit (Somalia Italiana)
    Settembre 1938
    Al caro Mario l’amico Ludo
    Caccia di coccodrilli sull’Uebi Seebeli (Uebi-Scebeli)
    (e i coccodrilli dove sono?)
    Tu

    005

    1563
    Berdit
    settembre
    1938
    Ludo

    006

    1541
    Berdit ottobre 1938
    Ludo

    007

    1575
    Natale 1938
    auguri a lei
    e tutti i giovani di scuola
    Lorenzetti Augusto
    A.OI. alba-18-11-38

    008

    1574
    La famiglia di Ercole
    offre al Suo ottimo
    amico Mario perché Lo
    ricordi sempre.
    23./11/38. ’XVII,


    Note

    [1]Berdit sullo Scebeli. (o Berdit Bardid, Bardiid, Berdit)
    I maggiori centri del basso Scebeli oltre la capitale della Colonia Mogadiscio, che richiede una trattazione particolare e separata, sono Merca, Brava, Vittorio d’Africa, Afgoi, Audegle.
    Merca il capoluogo di Commissariato, si stende lungo la costa da El Bagal a El Buch, sotto la duna che si estende fino al mare fra Agaren e El Hagi. A 12 km. da Vittorio cui è congiunta con una strada asfaltata e con una decauville, esso è lo sbocco naturale e il porto del centro agricolo di Genale.
    Il bestiame di Merca si calcola a 25.000 capi.
    (Bimal 16.000 cammelli – 3000 buoi 2000 pecore 3000 capre).
     (Haujia 800 cammelli – 1000 buoi 500 pecore 1000 capre).

    Nella stagione asciutta il bestiame si spinge nei territori di Brava, Audegle, e nel Doj.
    Brava è una delle più belle cittadine costiere della Somalia. Confina coi territori di Gelib nel Giuba, Bur Hacaba, Baidoa e Merca. Il clima è mite, l’acqua ottima, il suolo fertile; ottima l’indole della popolazione.
    Fino dai tempi del nostro primo Residente (Ugo Ferrandi) fu l’antico centro di attrazione dell’Abissinia per avorio, pelli, dura, sesamo, caffè; oggi il centro agricolo di Genale ha favorito invece la vita economica di Merca.
    Un pontile si estende nel mare per cirea un km. fino all’isolotto Scillani su cui sorge un faro a luce intermittente.
    Il territorio della Residenza che ha una figura trapezoidale confina a nord-est con la Residenza di Merca secondo una linea che unisce El Buk sulla costa con Diddino sulla camionale Mogadiscio-Chisimaio ; a nord con la Residenza di Vittorio d’Africa dalla linea di confine che passa per Ocorò e Dugulle che prosegue verso 0-5-0 per Umbo, Deransale-Aribò Boranle, e la divide dalle due residenze di Dinsor e Bardera. A sud ovest i pozzi di Araddei seguono l’ultimo punto meridionale del Commissariato del B. Uebi Scebeli.
    A Brava si trova lo stabilimento Camogli per la concia delle pelli fondato nel 1919 che ha una discreta produzione commerciale e artigiana.
    Rinomati sono gli argentieri e gli orefici di Brava, gli artigiani, i fabbricanti di stuoie, corde, pugnali, lance, tungi ecc. Il patrimonio zootecnico di Brava è valutato a 5000 cammelli, 8000 buoi, 10.000 ovini e caprini.
    Presso Brava, ad Havai, v’è la concessione eredi Zoni (1908) sulla destra dell’U. S. a 40 km. da Brava (800 h. di cui 300 coltivati, un impianto per la sgranatura del cotone con quattro macchinette Platt azionate da motore Corbella Singomi di 15 H. P.).
    Ajgoi confina a nord colla Residenza di Bulo Burti, ad est con ella di Balad a sud con quella di Mogadiscio e Merca, ad ovest con quelle di Merca e Audegle.
    Il bestiame di Afgoi si valuta a 15.000 capi.
    La zona di colonizzazione 81 estende per circa 1,500 h. (cotone, cereali e benane) mediante l’irrigazione dell’U. S. Afgoi è tappa ohbligata e punto d’incrocio sulle strade Mogadiscio-Merca e Mogadiscio Bulo-Burti e ha dato vita a qualche attività metropolitana commerciale e turistica.
    Nelle locali usanze indigene, più noto e caratteristico è il Debscit (festa del fuoco o festa delle bastonate): fra i Toluen, Murosada e Gurgate da una parte € Uadan. Jehedale. Gheledi dall’altra (di origine pagana, per le feste del capo d’anno musulmano).
    Audegle comprende il territorio dei Gherra, Abagibil, Abasad, Begheda: confina a Nord con la Residenza di Afgoi, ad Est con la residenza di.Merca, a S con la Residenza di Vittorio d’ \frica: ad ovest con la Residenza di B. Hacaba: è attraversata da N-E a 5-0 dallo Scebeli.
    Le sciambe sono numerose e rigogliose ed ammontano a molte migliaia (raccolti medi ann. 30.000 q. granturco, e 20.000 dura). Si calcolano 70.000 capi di bestiame.
    Infine. Vittorio d’Africa, uno dei territori più fertili della Somalia. è il centro della grande azienda agricola di Genale (20.000 h, di terreno), il maggiore esperimento di colonizzazione tropicale italiana. A monte di Berdit il fiume U. S, percorre il territorio con sponde rialzate fino a 4 m. A 19 km. a valle della diga di Genale si abbassano le sponde e a Cariolei nei periodi di piena si sperde.
    All’altezza di Ido Cudo le acque si raccolgono di nuovo per un breve tratto e di nuovo si perdono, come abbiam visto, in ramificazioni e pantani fino ad Havai e alla regione dei Balli.
    A Vittorio d’Africa sono sorti numerosi villaggi indigeni di colti. vatori addetti alle aziende italiane, stabilimenti industriali per le manipolazioni del cotone, del ricino e delle altre maggiori colture di Genale, e un centro agrario governativo, tanto da costituire una zona importantissima di vita agricola e commerciale, ormai ben vicina — con le migliorate vie di comunicazioni — al suo porto naturale, Merca, e alla capitale della colonia Mogadiscio.

    È dunque in questa zona del basso Uebi Scebeli che i massimi interessi economici sono concentrati; è qui che i maggiori problemi dell’idraulica (irrigazione a fine agricolo, bonificazione al termine del fiume, rettificazione e apertura di vecchi canali) come della economia e sociologia indigena (coltivazioni agricole indigene, connivenza e lavoro dei gruppi etnici più diversi) si sono affacciati e si affacciano al nostro spirito colonizzatore nella scienza e nella attrezzatura civile.
     Anzitutto, salvo pochi corsi d’acqua minori interni e ‘a parte la regione del Giuba completamente a sè stante, è nella regione del basso Scebeli che si concentra l’economia agricola della Somalia, tanto quella industriale a gran reddito quanto quella tradizionale (ed oggi la più importante) dell’alimentazione indigena.
    La popolazione della Somalia meridionale e centrale ha conservato soltanto per una piccola parte le sue tradizioni agricole: oggi soltanto 1/7 della popolazione (175.000 su un territorio valutabile a 120.000 h.) coltiva le sue sciambe o utilizza le acque e le derivazioni fluviali per coltivare 1 prodotti tipici e fondamentali della sua esistenza: dura, mais e sesamo.
    Poichè i prodotti dell’agricoltura indigena non sono attualmente sufficienti all’alimentazione indigena e a coprire il fabbisogno molte derrate debbono essere importate nella colonia, e poichè d’altra parte per la maggioranza delle popolazioni puramente somale la cura della terra è tenuta in dispregio come lavoro da schiavi, è chiaro che l’estensione dei terreni a coltura non è un problema di facile risoluzione.
    Ad esso è collegato il miglior sfruttamento delle acque e quindi un gran numero di spese idrauliche e terriere in questa regione è particolarmente adatta a una intensificazione dell’agricoltura somala (basti, tra l’altro, il problema da tempo progettato della riapertura dell’Uebi Gofca).
    Parimenti l’agricoltura a tipo industriale, produttrice di generi tropicali di gran reddito destinati alla utilizzazione industriale e in gran parte alla esportazione (cotone, semenze oleose, zucchero ecc.)

    viene svolta nel medio e nel basso Scebeli ove sono sorte le grandi aziende agricole (Sais: Villaggio Duca degli Abruzzi, 25.000 ha. — Genale, 20.000 ha, —  Havai, 25.000 ha) che ha ugualmente bisogno, per cause climatiche e considerazioni sociali economiche e politiche, di molta mano d’opera di colore.

    Il territorio del basso Uebi Scebeli è quindi uno dei più interessati — se non il più interessante —della Somalia Italiana che ha veduto le maggiori realizzazioni dell’Italia coloniale, e che presenta ancora complessi problemi, che ora potranno essere meglio risolti nel piano generale della colonizzazione di tutta l’Africa orientale italiana.
    Da: CENTRO DI STUDI COLONIALI ISTITUTO COLONIALE FASCISTA
    ATTI DEL TERZO CONGRESSO DI STUDI COLONIALI
    FIRENZE-ROMA – 12-17 APRILE 1937.XV
    Volume V IV Sezione: NATURALISTICA – GEOGRAFICA G. C. SANSONI – FIRENZE 1937 – XV(fonte)