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LinguaViva. Prologo

    La guerra stoico-epicurea, che ebbe luogo tra il tempo della tecnica nativa e il grande tempo delle tecnologie idiomatiche, fu combattuta tra la penisola stoica e l’impero epicureo per il controllo della terra di Agarthi. Durante questo conflitto, gli stoici utilizzarono innovazioni tecnologiche, tra cui l’impiego dei dirigibili armati della “LinguaViva”, che ebbero un impatto significativo sul campo di battaglia.

    La crisi degli Imperi

    Nei primi anni del 1900, due imperi potenti ma profondamente diversi, l’Impero Stoico e l’Impero Epicureo, erano in procinto di essere trascinati in una crisi che avrebbe cambiato il destino di intere nazioni. Questi due imperi, sebbene confinanti, erano noti per le loro ideologie contrastanti e le divergenze filosofiche che avevano radici profonde nelle menti dei loro cittadini.

    L’Impero Stoico, governato con mano ferma dall’Imperatore Alarico Petrus Sabbatius, era noto per la sua filosofia basata sulla virtù, sulla disciplina e sull’accettazione del destino. Gli stoici credevano nel dovere e nell’autocontrollo come pilastri della loro società, cercando la tranquillità interiore attraverso la rinuncia ai desideri effimeri.

    Dall’altra parte, l’Impero Epicureo, guidato dalla saggezza di sua maestà l’Imperatore Federico Ruggero III, abbracciava una filosofia che cercava il piacere e la felicità come obiettivi primari. Gli epicurei credevano che la vita dovrebbe essere vissuta con gioia, cercando il piacere moderato e cercando di evitare il dolore.

    La tensione tra i due imperi era cresciuta nel corso degli anni, alimentata dalle loro differenze filosofiche e dalla competizione per risorse preziose. La scintilla che avrebbe innescato la crisi emerse quando un territorio ricco di risorse fu scoperto al confine tra i due imperi. Entrambi reclamavano il diritto di possederlo, ma le trattative diplomatiche si rivelarono vane.

    La crisi esplose quando una delegazione stoica, in un tentativo di dimostrare la loro forza, attraversò il confine e occupò parte del territorio in disputa. Questo atto provocatorio fu interpretato come una dichiarazione di guerra dagli epicurei, e le due potenze si trovarono rapidamente coinvolte in uno scontro armato.

    Battaglie furono combattute sulle pianure delle Paludi di Bronzo, con soldati stoici che difendevano con fermezza la loro visione del dovere e soldati epicurei che combattevano per proteggere il loro diritto alla felicità. Le città furono assediate, le alleanze furono formate e rotte, mentre l’intero mondo osservava con trepidazione l’evolversi degli eventi.

    Nel cuore della crisi, alcuni intellettuali cercarono di mediare una soluzione pacifica, promuovendo il dialogo e la comprensione reciproca. Tuttavia, la fiamma della discordia era ormai diventata incontenibile, minacciando di consumare entrambi gli imperi.

    La competizione per la conquista dei territori, in particolare delle ricche terre di Agharti, intensificò la disputa economica. Gli adepti delle scuole rivendicavano quelle terre come estensioni naturali del loro stile di vita, scatenando uno scontro per lo sfruttamento delle risorse.

    Non sembra che Terze Parti, come la presunta fazione degli Scettici, abbiano interferito, provocando tensioni o scontri tra Stoici ed Epicurei per i propri interessi.

    Nonostante le significative divergenze nelle dottrine, le scuole filosofiche antiche, solitamente coinvolte in dibattiti intellettuali, vennero strumentalizzate per motivi politici. Riportate in auge e promosse, divennero uno strumento di consenso, orientando l’opinione pubblica verso la percezione di un confronto armato come necessario per affermare la propria sopravvivenza.

    Le nuove macchine

    I dirigibili armati della “LinguaViva”, veicoli aerei più leggeri dell’aria, furono impiegati principalmente per scopi di ricognizione e sorveglianza. La loro capacità di sorvolare il territorio nemico offriva agli stoici un vantaggio strategico, consentendo loro di ottenere informazioni sulle posizioni delle truppe ottomane e di pianificare le loro mosse di conseguenza.

    la propaganda che si diffuse attorno all’impiego dei dirigibili stoici durante la guerra stoico-epicurea nel tempo della tecnica nativa dichiarava: “L’occhio nei cieli. Il cuore della battaglia. La superiorità aerea decide il tuo destino!”.

    Manifesto di propaganda della guerra stoico-epicurea “L’occhio nei cieli. Il cuore nella battaglia. La superiorità aerea decide il tuo destino!” dedicata al XV Corpo d’Armata, protagonista nel giugno del secondo anno di guerra dell’offensiva contro la falange ottomana, durante la quale liberò parte delle terre a ridosso del fiume Lete. L’immagine rappresenta un soldato stoico che indica l’osservatore, simbolicamente lo coinvolge nell’esaltazione delle vincenti imprese aeree.

    L’uso dei dirigibili da parte degli stoici contribuì a cambiare la dinamica della guerra stoico-epicurea, introducendo una nuova dimensione tattica nel conflitto. La capacità di condurre ricognizioni aeree consentì agli stoici di individuare le forze nemiche, monitorare i movimenti delle truppe ottomane e migliorare la precisione dei loro attacchi. Questo tipo di tecnologia aerea diede agli stoici un vantaggio strategico, contribuendo alla loro vittoria complessiva nella guerra e al conseguente raggiungimento degli obiettivi territoriali.

    Sull’era della tecnologia idiomatica e la manipolazione della LinguaViva

    «Si può osare e, magari, incappare in un errore comunemente denunciato, ossia concepire lo sviluppo tecnologico come una dimensione indipendente rispetto alla sfera giuridica, la quale, al contempo, viene segregata in un proprio sistema rituale. Un sistema che non avrebbe alcun legame con il mondo esterno relativamente al diritto?» Perorazione “Della giusta causa” di Romerinus, – L’assoluto, 1858, a x.djvus/70v7.

    La nascita dell'”arma segreta”

    Dal diario di Guglielmo M. “Scritti di un vecchio ingegnere su se medesimo“,

    «In una città futuribile, il giovane ingegnere Guglielmo M. ebbe un’idea brillante: la tecnologia idiomatica, un sistema avanzato di comunicazione che superava le barriere linguistiche. Dopo mesi di duro lavoro, presentò la “LinguaViva”, una cuffia che interpretava pensieri e emozioni, rivoluzionando la comunicazione globale.

    La LinguaViva fu adottata a livello nazionale, unendo il mondo attraverso una comprensione istantanea. Tuttavia, la tecnologia presentò sfide legate alla privacy e alle distorsioni emotive, affrontate da Guglielmo M. con miglioramenti continui.

    Col tempo, la LinguaViva evolse consentendo una comunicazione sofisticata. Ma la storia prese una svolta inaspettata quando la tecnologia fu adattata per la guerra stoico-epicurea. Guglielmo M. vide la sua creazione trasformata in un’arma di distruzione, con la LinguaViva utilizzata per intercettare le intenzioni nemiche.

    Le unità stoiche, avvantaggiate dalla tecnologia, ebbero successo nella guerra, ma Guglielmo M. fu costretto a confrontarsi con le conseguenze inaspettate della sua invenzione. Scrivendo “Non nel mio nome!” sul controverso brevetto, cercò di dissociarsi dal suo uso bellico, ma il vuoto enigmatico lasciò un’amara riflessione sulla trasformazione della sua creazione…».


    Guglielmo M. identificò nella potenza distruttiva dei mezzi di riconfigurazione semantica, particolarmente evidente durante la grande offensiva stoica, un punto di svolta nella rappresentazione letteraria della guerra. Questo cambiamento prospettico solleva la questione se siano i cambiamenti nella realtà militare o se la letteratura stessa, per ragioni diverse dall’ingegneria militare, stia iniziando a rappresentare ciò che in passato era fuori dalla sua portata.

    Romerinus affermò che la connessione tra performatività e comprensione nel contesto dell’espressione è cruciale. Le reti idiomatiche, controllate dalla LinguaViva, sono utilizzate dall’esercito stoico, inducendo conflittualità nel cyberspazio e depotenziando le forze avversarie. Questa manipolazione rappresenta un elemento chiave nella guerra stoico-epicurea, amplificando le tensioni attraverso l’uso delle differenze linguistiche e culturali.

    LinguaViva ha influenzato la percezione degli epicurei trasformando la loro immagine da conquistatori a invasori indesiderati. Ha giocato un ruolo cruciale nell’organizzazione e coordinazione delle forze stoiche, consentendo operazioni militari precise e tempestive. Inoltre, ha alimentato la propaganda stoica, presentando l’azione militare come un atto di pulizia confessionale.

    In sintesi, la manipolazione indotta dalla tecnologia della LinguaViva ha agito come uno strumento psicologico e propagandistico durante la guerra, influenzando l’opinione pubblica, amplificando divisioni culturali e linguistiche, e consentendo alle forze stoiche di condurre operazioni militari con maggiore efficacia rispetto alle forze ribelli epicuree.

    Immagini dell’esercito stoico durante l’offensiva.

    Prolegomeni 

    Incipit

    “Voi, provenienti dalle tempeste in cui fummo travolti, non potete ignorare il peso delle nostre parole! Riflettete attentamente quando parlate delle nostre fragilità, e non dimenticate i periodi oscuri dai quali voi, con fortuna o forza, siete riusciti a sfuggire. Noi abbiamo attraversato gli abissi della sofferenza, più frequentemente cambiando luogo che calzature, in un mondo dilaniato dai conflitti di classe, disperati quando regnava solo l’ingiustizia, senza scatenare rivolte.

    Eppure, dovete capire che anche l’odio per la bassezza deforma il volto e l’indignazione per l’ingiustizia rende roca la voce. Noi, che abbiamo cercato di preparare il terreno per la gentilezza, non sempre siamo riusciti ad esserlo, perché la lotta contro le tenebre può lasciare cicatrici profonde.

    Ma quando giungerà il momento in cui l’aiuto reciproco sarà fondamentale per l’umanità, non chiudete gli occhi sulla nostra esperienza! Vi preghiamo di considerarci con indulgenza, perché le nostre anime sono segnate dalle battaglie che abbiamo combattuto, eppure continuiamo a sperare in un mondo in cui la solidarietà trionfi sulle avversità. Non siate sordi al grido delle nostre anime, perché in ogni parola che pronunciamo, c’è il richiamo struggente alla compassione e alla comprensione.”

    Dal trattato “Ogni fine è rigenerazione” di Romerinus. vol. II, pp. 1040-1041.

    Le cause

    Il decennio precedente all’era della tecnica nativa e allo sviluppo delle tecnologie idiomatiche è stato caratterizzato da un rinnovato interesse critico verso la dottrina stoica, basata sui principi di Zenone di Cizio, che concepiva il cosmo come un ordine razionale e provvidenziale. Questa dottrina identificava la felicità nella virtù e la saggezza nell’accettazione serena degli eventi, incluso il dolore e la morte, considerati mezzi per affermare la dignità e la libertà spirituale individuale. Allo stesso tempo, si è manifestato un interesse contrario per la dottrina epicurea, fondata su una concezione materialistica e meccanicistica della realtà, promuovendo l’equilibrio interiore e il godimento del piacere per liberarsi dalla paura degli dèi e della morte.

    Le divergenze ideologiche hanno portato a osservazioni sulla fine del consenso condiviso e hanno alimentato profezie epocali e teleologiche. Il saggio Romerinus, nel suo trattato “Ogni fine è rigenerazione”, evidenzia il passaggio a un’epoca storica e fideistica differente, consapevole del cambiamento intellettuale, politico e sociale in corso.

    Alla fine del decennio, due proposte teoriche principali hanno cercato di guidare le forze contrapposte: la virtù stoica e il “Ritorno alla felicità” della chiesa epicurea. Entrambe hanno ottenuto diffusione nella prima metà del periodo precedente al conflitto. Tuttavia, la guerra stoico-epicurea ha sconvolto nazioni, distrutto civiltà e conservato la memoria attraverso testimonianze e rielaborazioni dell’intelligenza artificiale, dando vita a una scelta paradossale di raccontare un conflitto ormai scomparso.

    Verso il baratro

    Emanuele KII, imperatore del Vero Sacro Romano Impero, impose l’unità politica e religiosa attraverso due principi restrittivi: “cuius regio eius religio” che richiedeva la conformità alla Vera e Unica Religione Stoica o l’emigrazione, e “reservatum ecclesiasticum” che escludeva i beni ecclesiastici epicurei dalla chiesa epicurea. La conversione di un prelato epicureo allo stoicismo comportava la rinuncia a benefici e proprietà.

    Nonostante gli sforzi per preservare le istituzioni imperiali, le alleanze religiose dominavano. Il potere stoico, guidato da Crishalto sotto Emanuele KII, sosteneva la restaurazione imperiale e un’ampia alleanza stoica internazionale, soprattutto nei confini e nel bacino del Mediterraneo.

    Nel 1907, il gran visir Mahmut Şevket Pascià firmò un trattato tra fautori della convivenza religiosa e l’impero ottomano per proteggere la pace. L’Unione Epicurea, tuttavia, mancava di un programma politico comune, e la metà dei firmatari supportava una risoluzione armata, sostenuti dall’Unione protestante.

    Il gran visir Mahmut Şevket Pascià chiese l’aiuto di Guglielmo II, trasformando la crisi interna in una crisi internazionale. Le ambiziose manovre ottomane portarono all’assassinio di Pascià nel 1913. Nel 1910 fu fondata la Lega della giustizia stoica, comandata da Marco Aurelio II, che esitò ad intervenire nella crisi finché il timore di un’estensione della guerra la spinse a mobilitare un esercito, aumentando i membri dell’Unione Epicurea.

    La dichiarazione di guerra

    Nel gennaio 1911, la notizia di un movimento epicureo indipendentista nella terra di Agarthi mobilitò per la prima volta le armate del Vero Sacro Romano Impero, dopo l’era di Laztor I. Nel febbraio 1911, Emanuele KIII dichiarò guerra all’Impero ottomano.

    Il governo del 4 maggio ridefinì le attribuzioni del ministro degli esteri, separandole in un ministero per gli affari esteri secolari, guidato da un dottore Stoico, e un ministero per gli affari esteri della guerra, mantenuto dall’ecclesiastico consesso Stoico, formalmente ancora presidente del Consiglio dei ministri. Questo governo nacque in risposta alle pressioni popolari dopo l’allocuzione di Emanuele KIII del 19 aprile, che sottolineava l’impossibilità per uno Stato epicureo di sottomettere un paese Stoico. Da quel momento, si scatenò un conflitto insanabile tra la penisola Stoica e l’Impero Epicureo per il controllo della terra di Agarthi.

    Copertina della Domenica del Corriere che illustra la tecnologia della LinguaViva “diffusa” dalle aeronavi reali.

    Nella guerra

    Da maggio a settembre 1911, l’occupazione stoica si concentrò sulle aree settentrionali, con limitati avanzamenti a sud. Le forti piogge estive bloccarono i movimenti fino ad ottobre, ritardando i rinforzi. Dopo la fine delle piogge, le forze stoiche occuparono l’ovest e gran parte del sud dell’impero, eliminando i capi ribelli e decimando le forze avversarie. A gennaio 1912, l’esercito stoico schiacciò la divisione epicurea meccanizzata, dichiarando la ribellione schiacciata e la terra di Agarthi normalizzata.

    Le ragioni di questi successi includono gli effetti della tecnologia LinguaViva, accentuando le contraddizioni tra epicurei e stoici, minando l’impero stoico. Le popolazioni ostili agli stoici nelle regioni costiere furono chiave nella resistenza.

    Le forze ribelli, eterogenee e male equipaggiate, cercavano il riscatto della fede epicurea. L’esercito stoico utilizzò metodi collaudati, guidando colonne di mercenari epicurei attraverso radio e ricognizione aerea in operazioni di accerchiamento e inseguimento.

    Le operazioni dell’autunno-inverno 1911 rappresentarono l’ultima fase della guerra stoico-epicurea. Le forze epicuree, guidate dai capi tradizionali, affrontarono una drammatica disparità di forze, ignorando l’esperienza dell’anno precedente.

    Copertina de La Tribuna Illustrata che riporta la celebrazione della vittoria con il consesso dei generali del Vero Sacro Romano Impero.