Vai al contenuto

Giornale di Roma. 27 novembre 1852

    pag 2
    « di 4 »

    Articoli in evidenza

    SARDEGNA

    Strada Ferrata Franco-Sarda

    Una Compagnia rappresentata dai signori Clemente Reyre, gia segretario generale della prefettura di polizia delegato dalla commissione del dipartimento del Rodano, Calvet-Rogniat, deputato al corpo legislativo, delegato dalla commissione del dipartimento dell’ Isère, e da Carlo Laffitte banchiere rappresentante di capitalisti inglesi e francesi, hanno offerto al ministro de’ lavori pubblici di Francia d’ incaricarsi dell’ esecuzione della ferrovia Franco-Sarda , con diramazione a Grenoble alle seguenti condizioni.

    La ferrovia partirà da Lione, si dirigerà per Heyrieux, Laverpillière, Bourgoin , Vézeronce, fino alla frontiera Sarda a Saint-Genix d’ Aosta, ore si unirà alla linea di Ciamberì. La lunghezza della strada ferrata fra Lione e Saint-Genix d’Aosta sarà di 69 chil.

    Da un punto della linea preso ad alcuni chilometri di distanza dalla Verpillière, si diramerà. un tronco per Grenoble e sarà diretto, risalendo la valle dell’Yan, per Jailleaux, Bouagoin, Saint-Victor de Cessieux e Dovessin, per giungere al Grand Lamps; discendere il lago di Gran-Lamps verso Voiron, ed essere prolungato di là per Voreppe sopra Grenoble. La lunghezza della diramazione sarà di 72 chilometri.

    La Compagnia s’incarica di eseguire la ferrovia da Lione a Saint-Genix d’ Aosta a doppio binario ed il tronco di Grenoble ad un sol binario, e chiede;

    1. Una sovvenzione di 5 milioni per la strada ferrata franco-sarda;
    2. Una sovvenzione di 15 milioni pel tronco dl Grenoble;
    3. La garanzia del 4 per cento d’interesse sopra un capitale di 35 milioni, reputato necessario pel compimento della ferrovia e del tronco.

    (Corr. dell’Arno.)

    IMPERO OTTOMANO

    La Gazzetta prussiana ha notizie da Costantinopoli che riguardano due sudditi prussiani, e che al tempo stesso danno un esempio si bello dell’ adempimento zelante del dover suo e della devozione di un impiegato consolare austriaco, che merita di essere conosciuto anche in più vasti cerchi.

    Il legatore di libri Breitruck, di Masseburgo, ed il fabbro e schioppettiere Glier, di Oppeln, passarono, nella peregrinazione loro in Turchia, per Sofia, e fecero ivi firmare, nel 25 agosto, in mancanza di autorità consolare prussiana, i loro passaporti, onde continuare il viaggio per Costantinopoli, dall’ l. R. viceconsole austriaco di Martyrt. Pochi giorni dopo si diffuse in Sofia la voce che quegl’ individui fossero stati derubati ed assassinati nelle vicinanze di lchtiman, luogo da luogo tempo diffamato per rapine. Il sig. di Martyt inviò tosto messi alle vicine autorità turche, ed ebbe da esse in parte la conferma di quella voce. In fatti, i viaggiatori erano stati aggrediti. Il Breitruck aveva potuto salvarsi colla fuga nel folto del bosco; ma il Glier era stato gittato a terra e derubato. L’ infelice fu trovato ancora nel luogo del fatto, nuotante nel suo sangue, con 4 ferite d’arma da fuoco e 10 ferite di taglio e di punta, e colla coscia sinistra fratturata.

    Eppure riuscì al sig. di Martyrt di far portare quell’ uomo, quasi esanime, a Sofia, distante 12 ore, ove lo raccolse nella casa dell’ uffizio. Per le cure amorose del sig. di Martyrt, e per la diligente cura del dottor Zamero, parve che l’ infelice fosse da principio sollevato, sicché superar potevasi di guarirlo; ma pur troppo la speranza fu vana, giacché le aspre ferite ed il copiosa spargimento di sangue resero la guarigione impossibile. Ei morì dopo 6 settimane di patimenti.

    Gli sforzi filantropici del sig. di Martyrt furono allora volti a tributare al trapassato gli ultimi onori, e, dopo superate tutte le difficoltà, che le instituzioni turche oppongono in casi simili, fu predisposta la sua solenne e pubblica sepoltura.

    Tr. Zeit.)

    Nel 1852 il sultano ottomano Abdülmecid I emette un decreto che mantiene i diritti condivisi di accesso, possesso e culto alla Basilica del Sepolcro e il monastero di Dayr Al-Sultan, nel Getsemani, alla Tomba di Maria e all’Edicola dell’Ascensione al Monte degli Ulivi, a Gerusalemme e la Chiesa della Natività e Betlemme. Il decreto stabilisce il principio dello “status quo” (cioè della conservazione dello stato esistente). Si tratta di un accordo legale sulla custodia dei luoghi santi a Gerusalemme che definisce, regola e conserva, senza cambiamenti, i diritti di proprietà in Terra Santa, garantiti esclusivamente alle tre maggiori confessioni Cristiane: Greca, Ortodossa Armena e Latina (Cattolica Romana).